50 milioni di voucher utilizzati in Emilia Romagna

50 milioni di voucher utilizzati in Emilia Romagna

Nel 2016 quasi 202mila lavoratori in regione sono stati remunerati con i voucher, di cui 110mila donne e 91mila uomini.

Quasi 50 milioni. Questo il numero di voucher utilizzati in Emilia Romagna tra 2008 e 2016, 12,4% degli oltre 400 milioni di buoni lavoro venduti in Italia e con questi valori la nostra regione si colloca al terzo posto dopo Lombardia e Veneto. Emerge dallo studio appena pubblicato dalla Regione Emilia Romagna sul lavoro accessorio.
Nel 2016 quasi 202mila lavoratori in Emilia-Romagna sono stati remunerati con i voucher, di cui 110mila donne e 91mila uomini.
Erano meno di 63 mila i voucher nel 2008, quando cominciarono a fare la loro comparsa per i lavoratori impiegati nella vendemmia, sono volati a 423.420 l’anno seguente per poi salire sempre più in alto, fino ad arrivare a quasi 17 milioni nel 2016. Dopo l’entrata in vigore della legge n. 92 del 2012 che ha consentito l’utilizzo del lavoro accessorio per qualsiasi tipologia di attività, in regione sono schizzati (anno 2013) a 4.578.196. Dal 2014 al 2016 sono praticamente raddoppiati: da 8.661.601 a 16.825.101.
Del valore di un voucher pari a 10 euro, 7,50 sono andati al lavoratore (dopo aver sottratto contributi per la gestione separata Inps, INAIL e la quota per la gestione del servizio).
Il maggior numero di voucher è stato assorbito nel commercio (18,3%), a ruota il turismo (15,4%), quindi i servizi, 12,7%, con un restante 36,2% per le “altre attività”. Per l’attività agricola appena il 5,8%, giardinaggio e pulizia 4,1%, lavori domestici 3%, manifestazioni sportive e culturali 4,7%.
Il numero medio di voucher per lavoratore è di 64 buoni nel turismo e arriva a 103 per giardinaggio e pulizia e 101 per i lavori domestici. Il 49,7% dei lavoratori ha riscosso da 1 a 40 buoni, percentuale più alta per i maschi che non per le femmine, ed un altro 22,4% da 41 a 100, complessivamente quasi tre quarti dei lavoratori.
Il 55,8% dei buoni lavoro è stato acquistato presso i tabaccai (nel 2016 addirittura il 75,3%) e il 15,6% presso gli sportelli bancari, il 13,2% nelle sedi INPS, l’8,6% con procedura telematica, il 6,8% negli uffici postali.
Tanti anche i lavoratori non comunitari coinvolti, passati da 2.856 nel 2012 a 26.525 nel 2016 e i voucher, rispettivamente da 181.110 a 2.051.339.
Lo studio non prende in esame l’incidenza dei voucher nelle varie province, ma da dati precedentemente elaborati in altri studi emergeva che la provincia di Rimini si colloca dopo Bologna e Modena in numero assoluto, con 1.991.620 voucher nel 2016 (erano 1.592.217 nel 2015) ma al primo posto per voucher utilizzati nel turismo.
I vecchi voucher sono scomparsi ma non del tutto, nel 2017 continueranno ad essere erogati per il cosiddetto “bonus baby sitter” alternativo al congedo parentale. Mentre due giorni fa è iniziato il dopo-voucher: si chiama “Presto” ed è il nuovo lavoro occasionale introdotto dal decreto legge 50/2017.

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