Apt: dopo Babbi l’ad non è più necessario

Apt: dopo Babbi l’ad non è più necessario

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Gira la ruota delle nomine nel sistema turistico regionale. L’Apt Emilia Romagna è senza amministratore delegato da diversi mesi, da quando cioè il consiglio di amministrazione dell’Enit ha chiamato (nel settembre 2012) Andrea Babbi a ricoprire il ruolo di direttore generale dell’Agenzia nazionale del turismo, nomina diventata operativa a seguito del decreto (14 settembre) dell’allora ministro del Turismo Piero Gnudi e della registrazione della Corte dei Conti, cioè il primo dicembre dello scorso anno (e per ora la scadenza è fissata al 30 novembre 2015).
Andrea Babbi si insediò all’Apt dopo le dimissioni di Giuseppe Chicchi legate alla decisione di quest’ultimo di candidarsi alle elezioni politiche del 2006 con il Pd-Ulivo, risultando eletto alla Camera.
Sceso Chicchi, fu nominato il tandem formato da Massimo Gottifredi e Andrea Babbi, il primo presidente al posto di Sergio Mazzi e il secondo ad. Nel cda entrò anche Stefano Bollettinari, segretario regionale di Confesercenti. Accadeva nel maggio del 2006.
Andrea Babbi, uomo forte di Confcommercio in ambito regionale (è stato direttore generale dal 92 al 2012), manovratore di primo piano nella lobby turistica in Emilia Romagna ma pure a livello nazionale, è rimasto in sella anche nel passaggio da Gottifredi a Livia Zanetti.
Per sei anni Babbi ha lavorato con impegno, ma anche con un “gettone” che qualche soddisfazione la dà. Il dato relativo al compenso non è pubblicato né sul sito di Apt e né su quello della Regione, alla faccia della trasparenza (anche se Apt è per il 51% della Regione Emilia Romagna, mentre il 49% fa capo ad Unioncamere). Si parla comunque di circa 70 mila euro annui, poi ridotti in applicazione della spending review.
Come andarono le cose? L’attuale cda di Apt è formato dal presidente Zanetti, dal consigliere Stefano Bollettinari e, anche se nel frattempo è salito di grado in Enit, da Andrea Babbi. Passando ad Enit Babbi ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato ma è rimasto consigliere di Apt. Scenderà definitivamente dalla giostra domani, 27 maggio. Si riuniscono infatti cda e assemblea di Apt servizi, e la poltrona che spetta di “diritto” ad Ascom Confcommercio verrà molto probabilmente occupata da Pietro Fantini, che meno di un anno fa subentrò a Babbi nell’incarico di direttore regionale di Confcommercio. Alla vigilia dell’assemblea c’è lui in pole position.
Ma c’è una novità importante: quasi certamente la new entry nel cda della srl che si dedica alle azioni di promozione e commercializzazione turistica, non andrà a ricoprire anche il ruolo di amministratore delegato. C’è bisogno di risparmiare e la struttura ha dimostrato di sapersi pilotare anche senza amministratore delegato, e in particolare con Emanuele Burioni, già responsabile web e marketing, di fatto chiamato al compito di direttore dell’Apt, dell’ad nessuno sente la necessità.
Sorge però una domanda: se la casella dell’amministratore delegato non è stato necessario riempirla fino ad oggi e, pare, non lo sarà nemmeno in futuro, nel recente passato perché era invece fondamentale retribuire un ad?
Carlo Piantucci

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