A Firenze per due eventi particolari

di Marco Ferrini Suggerisco di raggiungere Firenze con la ferrovia che la collega da Faenza e che attraversa l’Appennino Tosco-Romagnolo. Paesaggi inc

di Marco Ferrini

Suggerisco di raggiungere Firenze con la ferrovia che la collega da Faenza e che attraversa l’Appennino Tosco-Romagnolo. Paesaggi incantevoli in ogni stagione, si arriva in h. 1,50 ad un costo contenuto per viaggio (euro 8,95) e con la possibilità di portare pure la bicicletta. Partenza al mattino e rientro nel tardo pomeriggio.
Consiglio di visitare:
la grandiosa mostra “Pontormo e Rosso Fiorentino – divergenti vie della ‘Maniera’” a Palazzo Strozzi dal 8 marzo al 20 luglio 2014 (info 055.2645155). Il divergere dei due maggiori protagonisti della maniera moderna è documentato dal raffronto ravvicinato di questi artisti nati entrambi nel 1494 ed ambedue cresciuti alla bottega di Andrea del Sarto. E’ esposta oltre il 70% della loro opera omnia;
tempietto santo sepolcrola Cappella Rucellai in San Pancrazio (ingresso da via Spada). E’ questa la “quarta meraviglia” di Leon Battista Alberti (le altre: la facciata di Santa Maria Novella, Palazzo Rucellai e la Loggia Rucellai), poco conosciuta perché da tempo immemorabile è rimasta chiusa al pubblico. Da pochi mesi è tornata ad essere riaperta dopo un radicale restauro. All’interno della Cappella un soprassalto emotivo: il Tempietto (nella foto) in marmi policromi bianchi e verdi che riproduce il Santo Sepolcro, una sorta di micro-architettura realizzata dall’Alberti nel 1467 per Giovanni Rucellai.

Per la pausa pranzo c’è da sbizzarrirsi (consultate “Le Osterie d’Italia”): la ribollita (zuppa di pane raffermo e verdura), la pappa al pomodoro, il lampredotto (l’abomaso, cioè lo stomaco dei ruminanti).
“Il trippaio è davanti al suo carretto: fuma nella vaschetta il lampredotto appena bollito; gli si affollano attorno i garzoni del quartiere col pane croccante tra le mani, per la prima colazione: si puliscono le dita sul fondo dei calzoni per servirsi un pizzico di sale ..” (Vasco Pratolini “Il quartiere”).

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