“Abolire la tassa di soggiorno”: il governo giallo-verde e il turismo

“Abolire la tassa di soggiorno”: il governo giallo-verde e il turismo

Il contratto sottoscritto da Di Maio e Salvini dedica molto spazio al turismo e a proposito della tassa di soggiorno dice "prevediamo di abolire". E rispetto alle dichiarazioni del leader pentastellato fatte a Rimini, c'è un cambio di rotta: il ministero del Turismo non nascerà subito. Si parla di un’iniziale scorporazione delle competenze turistiche fuori dal MiBACT e in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto forma di Dipartimento e solo in seguito "si potrebbe creare il Ministero con Portafoglio dedicato al turismo".

Nel “contratto per il governo del cambiamento” sottoscritto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini il capitolo turismo è uno di quelli più sostanziosi fra i 30 messi in fila da Lega e 5 stelle. Se l’alleanza giallo-verde nascerà, stando al programma messo nero su bianco il turismo avrà un peso importante nell’agenda del governo.

Primo. Il ministero del Turismo. Nella sua tappa riminese, lo scorso gennaio, il leader pentastellato aveva assicurato: “Noi vogliamo rifare il ministero del Turismo perché oggi le Regioni e i Comuni vanno in ordine sparso, a volte si sprecano risorse per la promozione di un territorio quando invece la promozione deve essere sistemica. Abbiamo bisogno di un ministero, di una strategia di investimento, di una strategia di promozione e soprattutto di uscire da un tabù: il turismo non è solo beni culturali, ma agroalimentare, è entertainment, made in Italy”. Nel contratto c’è già un aggiustamento. Viene ribadito che “un Paese come l’Italia non può non avere un Ministero del Turismo, che non può essere solo una direzione di un altro ministero (il turismo culturale è solo uno dei “turismi”), ma ha bisogno di centralità di governance e di competenza, con una vision e una mission coerenti ai grandi obiettivi di crescita che il nostro Paese può raggiungere”. Ma leggendo il contratto si scopre che ad un ministero del Turismo si “potrebbe” arrivare per gradi: “La nuova struttura ministeriale non dovrà avere un impatto economico negativo per le casse statali, pertanto verranno individuati due passaggi formali fondamentali che si svolgeranno nel tempo della legislatura: un’iniziale scorporazione delle competenze turistiche fuori dal MiBACT per ricollocarle in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sotto forma di Dipartimento. Successivamente, attraverso passaggi legislativi graduali e oculati rispetto alle competenze regionali, ma soprattutto con un lavoro costante sulla riorganizzazione delle risorse finanziarie dedicate al turismo (attraverso tutti gli interventi elencati di seguito), si potrebbe creare il Ministero con Portafoglio dedicato al turismo”.
Si legge ancora che “il Ministero dovrà raggiungere obiettivi importanti attraverso la creazione di un circolo virtuoso pubblico-privato e una maggiore efficacia nei rapporti con le Regioni; il tutto in pieno coordinamento tra gli operatori turistici, le varie Associazioni e le Istituzioni e gli altri Ministeri di materie “collegate” al Turismo, come ad esempio i Trasporti, le Infrastrutture, l’Agricoltura, lo Sviluppo Economico, le Telecomunicazioni, la Cultura, ecc.”

L’altro tema forte è quello della tassa di soggiorno, ma anche qui non viene espressa una scelta netta. “In considerazione del rifinanziamento delle risorse a favore degli enti locali prevediamo di abolire la tassa di soggiorno”. Per ora è solo una previsione, ma già sono arrivate le preoccupazioni di alcuni sindaci. Perché la tassa di soggiorno è una entrata cospicua per le casse comunali, Rimini introita 7 milioni di euro.

La riorganizzazione di ENIT. “Sarà cruciale per attivare un volano importante per la promozione dell’Italia all’estero, secondo obiettivi definiti e una trasparente misurazione dei risultati”, recita il contratto.

La “Web Tax turistica”. “Per l’importante obiettivo del recupero della competitività delle imprese nazionali nel turismo è essenziale introdurre degli interventi importanti in ambito di fiscalità, combattere l’abusivismo a tutti i livelli e in tutti i comparti e recuperare maggiori tutele in Europa. In particolare, si punta all’introduzione della “Web Tax turistica” per contrastare la concorrenza sleale delle OLTA (OnLine Travel Agency) straniere che creano danni enormi agli operatori del settore turistico e alle casse dello Stato, andando oltre i controlli a campione che sono costosi ed inefficienti e le sanzioni che sono tardive, lievi e spesso inesigibili”.

Viene ribadita la centralità del turismo come “settore chiave dello sviluppo economico, sociale e culturale”. A quali rimedi Lega e 5 Stelle pensano per rilanciarlo? Una sorta di “preparazione adeguata per i giovani”, per i quali il turismo dovrebbe diventare una diffusa opportunità di lavoro incentivandone “l’occupazione anche attraverso interventi di decontribuzione per alcuni anni (minimo 2) alle imprese turistiche che assumono i nostri giovani“. Poi è previsto il “riordino della professione di guida turistica (biglietto da visita importantissimo per i turisti)” e la “trasformazione degli Istituti Alberghieri Statali verso la forma dei college specialistici (sul modello svizzero e francese)”.

Ma è sul “marketing Paese, realizzato attraverso l’Ente di Promozione del turismo” (“che in questi anni ha fallito gli importanti obiettivi di promozione coordinata dell’Italia all’estero, ingoiando risorse pubbliche senza il minimo controllo”), che puntano le due forze poltiche. Quindi, “ridefinizione completa del sistema di governance di ENIT e del suo funzionamento finanziario, economico ed operativo”, poi gli “interventi nell’ambito della digitalizzazione, affinché sia reale e diffusa, non solo con l’estensione del wi-fi sul territorio, ma anche e soprattutto con l’implementazione di pratiche ed iniziative che consentano di governare realmente i flussi del turismo, anche e soprattutto in un’ottica predittiva”. Perché ormai “il turismo nel mondo è prevalentemente digitale: l’offerta e la domanda turistica si muovono a livello globale in contesti trasformati digitalmente ed altamente disintermediati, come accade nei settori manifatturieri tradizionali. L’Italia non può restare fuori da questa trasformazione”.
Quale ricetta al riguardo? “…governare questo importante ambito sia dal lato dell’offerta (destinazioni, vettori di trasporto, piattaforme e Olta, player social globali, ecc.) che da quello della domanda (ampliamento dell’accesso alle informazioni, monitoraggio ed integrazione delle fonti, gestione dei Big Data, segmentazione, profilazione e definizione dei trend previsionali), attraverso la revisione delle piattaforme digitali esistenti e la realizzazione di una piattaforma nazionale unica dedicata al turismo e al turista, non solo come piattaforma di comunicazione e promozione del Paese, ma anche come piattaforma di e-commerce del prodotto turistico culturale (prenotazione alberghi, tour, ristoranti, biglietteria museale e teatrale), al fine di riuscire a fare dell’Italia la nazione alla quale in futuro tutto il mondo guarderà come modello turistico, come accade oggi per altre eccellenze riconosciute universalmente”.

Si parla anche “dei vari “turismi” e delle specificità di prodotti turistici”, per i quali si indicano strategie da definire attraverso “la corretta analisi dei trend, ma soprattutto dalle considerazioni del settore privato“. E nella lista trova posto anche “una priorità fondamentale”, quella del “turismo accessibile, che non deve limitarsi al solo abbattimento delle barriere architettoniche, perché il prodotto turistico deve essere fruibile a tutti i livelli e in maniera inclusiva e sostenibile”.

Il Contratto per il governo del cambiamento

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