Acqua Arena e Tecnopolo: gli iceberg di palazzo Garampi

Acqua Arena e Tecnopolo: gli iceberg di palazzo Garampi

Appalti ai raggi x, lavori pubblici osservati speciali. Il blitz partito due anni fa dalla Guardia di Finanza sta riservando scottanti sorprese.

Appalti ai raggi x, lavori pubblici osservati speciali. Sono quelli di Acqua Arena e del Tecnopolo inaugurato lo scorso marzo. In questo secondo caso sarebbero coinvolti il dirigente “unità progetti speciali” del Comune di Rimini, Massimo Totti, e due funzionari, iscritti dalla Procura della Repubblica nel registro degli indagati insieme a tecnici privati che hanno avuto un ruolo nella progettazione. “Sospettati di falso in atto pubblico per aver prodotto documenti e certificazioni che, secondo l’accusa, non corrispondevano allo stato reale dei lavori”, scrive il Carlino. Ma adesso l’inchiesta si allarga e “in questi giorni sono finiti nel registro degli indagati (per falso in atto pubblico) anche due tecnici che lavorano per un’azienda privata che ha avuto parte nella realizzazione del Tecnopolo. Uno dei due deve rispondere dell’ipotesi di reato di turbativa d’asta”.

“La Procura di Rimini ha voluto vederci chiaro anche per verificare se i vari finanziamenti che il Comune aveva ottenuto dalla Regione (grazie a fondi europei) fossero stati usati nei modi e nei tempi previsti. Perché il Tecnopolo, il centro universitario di ricerca ricavato nell’ex macello di via Dario Campana e inaugurato nel marzo 2017, doveva essere pronto già nell’estate 2015. A causa di alcuni contrattempi e di diverse varianti al progetto iniziale, invece, il complesso è stato ultimato diversi mesi dopo, ottenendo una proroga dalla Regione. Bologna aveva stanziato 1,5 milioni di euro per le infrastrutture e altri 1,3 milioni per le attrezzature”. L’affaire scotta, insomma, ed ha diverse diramazioni.

“Dell’inchiesta, fra l’altro, si sta occupando anche la Procura di Bologna: sta accertando il ruolo avuto da un personaggio che faceva da consulente a varie imprese, e che ha seguito alcune di queste in diverse gare d’appalto. Nell’avvio dell’indagine ha avuto un ruolo anche Roberto Biagini, all’epoca assessore ai Lavori pubblici di Rimini. Dopo le prime segnalazioni fatte dalle aziende e i colloqui avuti con alcuni funzionari, Biagini decise di informare in via cautelativa la Procura, anche per mettere le mani avanti e tutelarsi”.

Nel febbraio di due anni fa La Voce di Rimini anticipò la notizia del blitz della Guardia di Finanza nell’ufficio lavori pubblici e il Comune parlò di “ordinaria attività ispettiva”.
Il discusso progetto Acqua Arena non se la passa bene non solo per essere al centro di una indagine per ora dai contorni in gran parte sconosciuti, ma perché è fallita la società capofila, Axia.
Tecnopolo e Acqua Arena sono fra i progetti più importanti della giunta Gnassi, da soli raggiungono un valore di quasi 20 milioni di euro.

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