Aerdorica, fine corsa per Delvecchio: la Regione Marche l’ha “sfiduciato”

Aerdorica, fine corsa per Delvecchio: la Regione Marche l’ha “sfiduciato”

Ormai in rotta di collisione praticamente con tutti, Andrea Delvecchio è stato "sfiduciato" dalla Regione Marche: oggi si sono dimessi il presidente d

Ormai in rotta di collisione praticamente con tutti, Andrea Delvecchio è stato “sfiduciato” dalla Regione Marche: oggi si sono dimessi il presidente del cda di Aerdorica Lorenzo Catraro e la consigliera Federica Massei. Praticamente è rimasto solo Delvecchio, che a questo punto dovrà fare le valigie perché non ha più il gradimento dell’azionista di maggioranza. Breve e movimentata la sua esperienza marchigiana in veste prima di rappresentante di Novaport Russia e poi nominato amministratore delegato della società di gestione dello scalo. La situazione è precipitata, pare, davanti alle divergenze fra Delvecchio e la Regione sulla firma di quest’ultima coi sindacati dell’accordo sulla cassa integrazione. Ma è stato solo l’ultimo incidente di percorso. E così il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, gli ha staccato la spina.

Tempo scaduto per il riminese Andrea Delvecchio, che per la verità ha avuto vita (da “ad”) brevissima: era stato nominato (dopo le dimissioni di Maurizio Tosoroni) lo scorso dicembre. Aveva ricevuto un mandato chiaro, anche se non facile, rilanciare lo scalo e stendere il bando di gara per preparare la strada alla privatizzazione. Il “manager di comprovata esperienza” (così definirono Delvecchio, Catraro e Massei al momento della nomina), che avrebbe dovuto “essere utile in particolare per i contatti internazionali”, è invece inciampato più volte. Non solo le varie frizioni hanno contributo a mettere la parola fine sulla sua avventura aeroportuale, ma anche i risultati conseguiti dallo scalo sotto la sua guida. Conti in rosso, passeggeri in picchiata. Ad ingarbugliare ancora di più la situazione è arrivata una nuova società pronta ad acquisire quote di Aerdorica, la Gsa srl, costituita solo a marzo ed iscritta ad aprile alla Camera di commercio, con un capitale sociale di appena 10 mila euro (di cui versati appena 2.500),  suddivisi in parti uguali fra un avvocato di Macerata ed un ex consigliere di circoscrizione di Ancona. E’ questa società che con, udite udite, 1.000 euro, era impegnata a comprare quote di Aerdorica pari all’1%, secondo molti osservatori primo gradino per mettere i piedi nella società di gestione. Ci si chiede chi ci sia dietro e con quali obiettivi. Ora la partita si fa ancora più difficile per Aerdorica, verso la quale anche la società di gestione del Fellini ha aperto il fuoco, denunciando lo scorso marzo alla Commissione europea presunti aiuti di stato ad Aerdorica da parte della Regione Marche a proposito del finanziamento di oltre 4 milioni di euro erogato fra 2014 e 2015. Per lo scalo marchigiano il percorso si fa molto accidentato. Oltre ai bilanci degli ultimi anni, che hanno accumulato un disavanzo pauroso, quello del 2015 sembra essere allarmante. E il 2016, essendo arrivati a giugno con lo scenario descritto, come sarà? (c.m.)

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