Ai cattolici che pensano di “condizionare” Andrea Gnassi

Ai cattolici che pensano di “condizionare” Andrea Gnassi

Ho letto in questi giorni alcune dichiarazioni di Giuliana Moretti e Davide Frisoni circa la loro discesa in campo con Pizzolante per la lista civica

Ho letto in questi giorni alcune dichiarazioni di Giuliana Moretti e Davide Frisoni circa la loro discesa in campo con Pizzolante per la lista civica pro Gnassi, a cui desidero rispondere.
Vorrei subito chiarire come prima cosa, ed è quella a cui tengo maggiormente, che la unità che viviamo da tempo, nella comune esperienza della fede cristiana comunicataci da Don Giussani, non venga depotenziata, deformata o messa in discussione in questo frangente particolare delle amministrative, dal trovarsi su posizioni politiche divergenti.
So anche che sarà difficile, perché ciò che viviamo nel momento contingente, tende sempre a definire ed appiattire su di esso tutta la nostra persona. Affondiamo nel particolare, e questo dice che tutti necessitiamo dello sguardo della Misericordia di Dio, (ed io per primo) affinché nel particolare possiamo incontrare l’infinito che ci abbraccia!.
Entrando nel merito delle ragioni che avete espresso, con dispiacere riscontro di non essere riuscito a trovare motivazioni ideali che possano spiegare, per esempio, i mal di pancia di Pizzolante, che nel 2018 dovrà lasciare la Camera dei Deputati e si muove per tempo per cercarsi una nuova poltrona politica, o il salto mortale della Giuliana che da oppositrice strenua si è improvvisamente convertita a fervente gnassiana. A Pizzolante dovrei dire che fare di mestiere il saltafossi è uno sport difficile perché si rischia di finire inzaccherati o peggio di prendersi una storta!
Ma voi, Giuliana e Davide, a che pro? Giuliana dice anche di voler “condizionare” Gnassi, per accrescere l’azione “sussidiaria” del Sindaco. Credo che questa sia una pura velleità, ed anche una presunzione, considerando le modalità con cui si è mosso in questi anni, di fatto, lui ha condizionato il suo partito (vedi l’episodio dell’esclusione di Biagini), e non si farà certo “guidare” dagli amici della Moretti! E in una replica ad alcune critiche Giuliana dice che “…la politica è strumento al servizio dei cittadini” ( è ovvio, ma mai scontato!) e aggiunge “lo schieramento politico non è una fede religiosa o calcistica” (excusatio non petita, accusatio manifesta! Così dicendo pensa di giustificare ogni cambio di casacca?)
Davide Frisoni ci dice che : “… potevo spendere questo mio progetto culturale dove era possibile avere margini di lavoro concreti”. Scusami Davide se questa ricerca dei “margini di lavori concreti” mi appare come un vero opportunismo, perché è palese che in lista pro-gnassi possono bastare circa 400 voti per essere eletti consiglieri, mentre nelle file dell’opposizione occorre averne minimo 2000! È impossibile lottare per il bene comune dalla opposizione o è più semplice e gratificante salire sul carro del probabile vincitore?
La domanda è: in questa situazione di crisi evidente dei soggetti politici e partitici, in questa realtà “liquida”, è per un cristiano lecita e motivata qualsiasi opzione politica, è così indifferente operare in uno schieramento piuttosto che in un altro? Da “sale della terra”, siamo diventati una sostanza biodegradabile e insapore? O come diceva Gramsci “cristiani utili idioti?” O addirittura peggio, oggi forse persino inutili, perché Gnassi potrebbe non avere bisogno “dell’aiutino”? (scusate la citazione, ma è solo tale, non vuole e non deve essere considerato un attacco alla vostra persona!)
Credo che chiunque operi realmente per una alternanza nella gestione della città, debba prima di tutto essere una identità chiara e aperta all’incontro e alla collaborazione con tutti i diversi soggetti politici che vogliono servire davvero i bisogni concreti delle persone, lavorando per la costruzione del bene comune, non costruisce nulla una opposizione preconcetta su steccati ideologici e senza ragioni.
Ma all’opposto, cosa vale mimetizzarsi o peggio confondersi con chi discende da storie politiche e culturali certo rispettabili, ma chiaramente diverse. Perché poi, la scelta di cambiare campo, si è quasi sempre conclusa con una tranquilla omologazione.
Gnassi ha nei fatti sostenuto il ddl Cirinnà e con esso la cultura gender che riduce la famiglia a “concetto antropologico” contro l’istituzione naturale di uomo e donna, che come tale va difesa. Ma quali sono i contenuti su cui i cattolici possono essere d’accordo con lui? Io non li ho ancora trovati. Potete dirmeli? Da voi solo un assordante silenzio! O forse l’affiancamento a Gnassi si giustifica con la politica del fare? Come se il fare fosse svincolato da ogni criterio culturale? La crisi identitaria dei soggetti politici e della loro capacità di essere coagulo dei bisogni reali della gente coincide con la crisi della persona, e questo vuoto non può essere riempito dal fare o dalle nuove “Immagini “ della città!
Solo noi cattolici, e spero che almeno qui ci siate anche voi, concepiamo il nostro lavoro come servizio al bene comune, perché questo intercetta la realtà che vive ogni uomo.
Ma oggi, nella nostra società il bene comune è un valore condiviso? O è piuttosto negato?
• Il bene comune è negato dove non vi sono politiche di sostegno alle giovani famiglie e alla natalità.
• Il bene comune è negato dove non è riconosciuta nei fatti la libertà di educazione, “liberi di educare per educare ad essere liberi”. L’Italia e la Grecia sono gli unici paesi europei che non prevedono alcun sostegno alle scuole non statali. (vedi IMU sulle scuole libere perché ricevono la retta).
• Il bene comune è negato quando il costo dei “servizi al cittadino” (le bollette) viene sempre e solo scaricato sugli utenti (vedi i costi sempre crescenti di Hera e paragonateli agli stipendi del presidente – € 500.000 circa annui – e dell’amministratore delegato – € 400.000 circa annui).
• Il bene comune è negato quando per un giovane è difficile se non impossibile, entrare nel mondo del lavoro o essere costretto ad accedervi attraverso il consociativismo (così caro al PCI prima e al PD ora) della cooptazione politica.
• Il bene comune è negato quando una parte politica si arroga il diritto di decidere da sola come dovrà essere la città, senza alcun confronto con i suoi cittadini.
Mi auguro che qualcuno di coloro che risulteranno eletti raccolga questi contenuti per farli suoi, a qualsiasi parte politica appartenga! Perché sono per il bene di tutti! Buon lavoro!

Marco Morini
Lista INSIEME PER RIMINI con Camporesi

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