Al Fulgor uno “spot elettorale” (mancato causa neve) del Comune di Rimini

Al Fulgor uno “spot elettorale” (mancato causa neve) del Comune di Rimini

Organizzato in tutta fretta (con il lavoro di invito a tappeto svolto da Rimini Reservation), si sarebbe dovuto tenere oggi un incontro al cinema Fulgor rivolto a tutti gli operatori turistici e con Gnassi nel ruolo di Cicerone. Per raccontare le mirabilia della "Rimini che cambia". Ma il primo evento analogo si tenne nell'ottobre dello scorso anno. A quattro mesi di distanza perché farne un altro, quando grandi novità dal punto di vista dei cantieri non ce ne sono state? E perché farlo proprio a 4 giorni dal voto? Però Burian ha congelato l'iniziativa.

La determina dirigenziale (settore cultura) è datata 26 febbraio, l’altro ieri. In tutta fretta impegna una spesa di 793 euro per “la fornitura del service audio-luci per la realizzazione del programma della seconda giornata di marketing interno del 28 febbraio 2018 Raccontiamo la Rimini che cambia”. Il service è necessario “per l’intervento del Sindaco al Fulgor con tutti gli operatori turistici” si legge nella determina.
Praticamente l’amministrazione comunale aveva programmato la seconda edizione del racconto sulle mirabilianti opere della maggioranza a trazione (questo il concetto sottolineato con insistenza da Sergio Pizzolante nella sua campagna elettorale) Pd & Patto civico, da tenersi a quattro giorni dal voto.

Leggiamo dalla determina: “CONSIDERATO CHE è intendimento dell’Amministrazione realizzare, il giorno 28 febbraio p.v., una giornata di marketing interno dal titolo “Raccontiamo la Rimini che cambia” rivolto agli operatori turistici e agli stakholder territoriali per far conoscere da vicino il nuovo prodotto culturale di Rimini, determinato dai sensibili cambiamenti strutturali degli ultimi anni (P.zza sull’Acqua al ponte di Tiberio nell’ambito dell’Anello delle nuove piazze, Foyer-Sala Ressi e Sala delle Colonne, Cantiere del Teatro Galli, Cinema Fulgor, P.zza delle arti di Castel Sismondo) e per far conoscere agli operatori i nuovi contenitori culturali che vanno ad aggiungersi ai simboli storici e artistici della città, da sempre rappresentati dal Tempio Malatestiano, dall’Arco D’Augusto e dal Ponte di Tiberio, etc.”

La dicitura “marketing interno” rischia di depistare. Grazie a Rimini Reservation, partecipata del Comune (attraverso Rimini Holding), sono stati raggiunti gli albergatori di Rimini con messaggi diretti. Prima per informarli dell’evento e poi per disdirlo (nella tarda mattinata di ieri) “causa avverse condizioni atmosferiche”. Di fatto la platea potenziale era vastissima e gli inviti capillari curati da Rimini Reservation.

La prima edizione di ‘Raccontiamo la Rimini che cambia’ si era svolta nell’ottobre dello scorso anno ed era consistita in una visita fra i cantieri culturali del centro storico per toccare con mano l’avanzamento dei cosiddetti attrattori turistici. A fare da Ciceroni, il sindaco, il dirigente del settore Cultura, il responsabile della Cineteca, l’ingegnere Massimo Totti ed altri. Lo spunto per il tour, spiegò l’amministrazione comunale, era l’imminente apertura del Fulgor, inaugurato il 20 gennaio. Ma nel frattempo cosa è accaduto di significativo per giustificare un secondo racconto? Nulla di nuovo al ponte di Tiberio, dove il cantiere è in ritardo e l’imbuto di via Ducale crea non pochi problemi; il Galli procede ma è ancora un cantiere; alla piazza delle arti sono state tolte le transenne ma i riminesi la conoscono già abbondantemente; idem il Fulgor che è stato visitato da tutti coloro che erano interessati a vederne gli interni.

E allora perché la decisione di accendere di nuovo i riflettori sulla “Rimini che cambia”? Che sia una operazione di marketing elettorale, visto anche il tempismo scelto?
Perché non programmare l’educational in primavera, ad esempio, anziché in giornate che le previsioni meteo avevano già classificato da settimane come spazzolate da Burian? Ognuno si risponda come crede.

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