Alla darsena sfilano i sogni e il talento di due giovani stiliste

Alla darsena sfilano i sogni e il talento di due giovani stiliste

Al loro tavolo di lavoro, vicino l'ormai immancabile pc, ci sono spille, aghi e forbici, carta e colori da disegno, la macchina da cucire, il

Vittoria Lucchi

Vittoria Lucchi

Claudia Longaretti

Claudia Longaretti

Al loro tavolo di lavoro, vicino l’ormai immancabile pc, ci sono spille, aghi e forbici, carta e colori da disegno, la macchina da cucire, il metro quello classico giallo da un lato e bianco dall’altro, insomma tutto quanto serve a quelle che un tempo si chiamavano sarte e che oggi sono invece stiliste e creatrici di moda. Vittoria Lucchi (nata a Rimini nel 1994) e Claudia Longaretti, 25enne, nata in un paesino della bergamasca, hanno finito la loro formazione scolastica e adesso cercano di darsi da fare per trovare il loro modo di esprimersi e di lavorare nel settore. Entrambe hanno un guardaroba quasi interamente autorealizzato da sole e ora cercano di realizzarlo anche per gli altri in modo professionale. sfilata5-minLo hanno fatto organizzando una vera e propria sfilata di moda a Rimini lungo la passerella della nuova darsena, una location degna della mente più creativa e geniale: il mare e la darsena al tramonto in una calda sera estiva. La sfilata della collezione ‘Farina’ di capi autunno-inverno 2015. ‘Farina’, proprio come l’elemento impalpabile e primordiale, materia prima degli elementi nutritivi più elementari, ingrediente semplice e molto antico ma sempre attuale. Così, con le modelle cercate nel giro degli amici, giovani non professioniste ma davvero impeccabili nella loro semplicità, davanti al pubblico che se l’è viste sfilare a un metro di distanza sullo sfondo del mare all’imbrunire, la sfilata è stata una vera e propria sorpresa positiva per i presenti. In passerella Lucrezia De Carolis, Serena Fiorini, Carlotta Cardone, Alice Di Domenico, Valérie Kaisala, Michela Volpones, Silvia Renzini, Cecilia Morolli, Laura Bellotti, Maddalena Ceccaroni, Martina Quaranta, Eleonora Mazza, Nadja Strikovic, Irene Haney, Chiara Piva, Camilla Farolfi, Vanessa Villa, Gaia Balducci, Alice Giovannardi, Guia De Grandi. I loro abiti avevano forme morbide e longilinee, dal gusto semplice, che hanno attirato l’attenzione del pubblico di alcune centinaia di persone, fatto non solo da amici ma anche da operatori e specialisti del settore. Per esempio Massimiliano Pozzi della rivista online Top Look, Lodovico Zandegù, presidente di ‘Iacde’, associazione di modellisti che producono carta modelli per aziende di tutto il mondo, alcuni blogger. sfilata4-min sfilata3-minMeritano una citazione anche gli altri giovani coinvolti nell’evento, il fotografo Luca Rossetti, il videomaker Martino Masi, il dj Francesco Feola. Hanno lavorato al make up Dalila e Serena del Backstage di Riccione e le hair stylist Nita Pesaresi e Sebastian Protasewicz. S’è brindato coi vini e lo spumante della Tenuta Santa Lucia mentre le scarpe erano quella delle calzature Ricci Flavio e Superstar di Cattolica. Se qualcuno è interessato a mettere il naso nei website delle protagoniste della sfilata, per Vittoria Lucchi può visitare il sito www.mymarlene.com e per Claudia Longaretti www.clng.portfoliobox.me Serafino Drudi

Dagli abiti alle modelle: se la passerella “fai da te” è d’alta classe

Conversazione con Vittoria e Claudia, per capire chi sono, dove si sono formate e a cosa aspirano.

Claudia: Dopo il liceo mi sono iscritta alla facoltà di moda di nascosto dai miei perché per mio padre, che aveva un’officina metalmeccanica, le uniche facoltà erano quelle che mi avrebbero fatto diventare medico o avvocato o ingegnere. Il primo anno quindi l’ha fatto di nascosto da lui con l’appoggio di mia madre. Ho iniziato direi quasi per caso facendo il test d’ammissione con un amico più interessato di me che voleva l’accompagnassi. Così ho iniziato e dopo due mesi mi sono convinta: voglio fare questo.

Vittoria: Frequento tuttora l’istituto ‘Secoli’ di Milano (che terminerò a dicembre) conosciuto nel mondo come un’eccellenza nel ramo della modellistica e che ha un’impronta tecnica. Quando ne esci sai disegnare un capo, realizzarne il cartamodello, trattare e scegliere la tela, sai cucirlo. Altri centri esistono in Italia ma sono più improntati sulla parte creativa e dell’idea. La ricerca è fondamentale al pari comunque della parte tecnica realizzativa’.

Qual è il vostro sogno professionale?

Claudia: Io voglio fare la sarta perché, nei diversi passaggi della realizzazione di un capo, è quello che mi dà più soddisfazione.

Vittoria: Io ho cambiato un po’ in questi anni, inizialmente mi piaceva fare la sarta, poi ho conosciuto la modellistica e mi si è aperto un mondo, ora capisco di essere più portata per l’area stilistica. Comunque il mio disegnare va a braccetto con una figura più tecnica come quella di Claudia. Cioè mi vedrei fra qualche tempo a disegnare in un laboratorio a fianco delle ‘mie’ sarte. Questo interesse mi è venuto in Australia dove avevo seguito i genitori che erano andati là a lavorare e dove quindi ho fatto gli ultimi due anni di liceo. Là si possono scegliere le materie, una delle mie era proprio moda e in classe ciascun alunno aveva una macchina da cucire. Così ho avuto la possibilità di approfondire la mia iniziale passione per la moda. Se avessi continuato il liceo in Italia non avrei potuto coltivarla perché i licei qua sono tosti e impegnativi e non c’è tempo di fare altro. Alla maturità in Australia ho redatto un progetto che mi ha impegnata per sei mesi nel quale ho disegnato un abito per pattinaggio. Questo mi ha fatto capire che dovevo prendere decisamente questa strada e quindi ho salutato l’Australia e i miei e me ne sono andata a Milano dove all’istituto Secoli sto ancora studiando sartoria.

E come è avvenuto l’incontro con Claudia?

Vittoria: La vedevo per i corridoi della mia scuola e inizialmente mi stava pure antipatica, però mi colpiva il suo stile, vestiva con gusto e non passava inosservata; così ho partecipato alla sua tesi per il master e mi sono decisa: ‘ma sì, la chiamo, ci provo a coinvolgerla in questa idea di una sfilata a Rimini.

Claudia: Siamo molto diverse caratterialmente ma ci compensiamo. Io sono più introversa e meticolosa e cerco di rispondere a tutte le obiezioni che nascono affrontando qualsiasi impresa. Lei invece è solare e diretta, si butta senza problemi e, protratta com’è sempre ‘alla luna’, tira dritto; io invece sono sempre ritratta a ‘capire i costi’ e come fare e quanto tempo e ‘chi ci porta sulla luna’.

La preparazione e la ricerca delle modelle?

Vittoria: E’ la parte migliore, visto che questa cosa l’abbiamo fatto completamente autofinanziata e con le sole nostre forze ed evidentemente non avevamo modo di retribuire queste ragazze per cui abbiamo cercato tra le nostre amicizie e conoscenze e comunque le ragazze che abbiamo trovato all’inizio erano poche, allora abbiamo cominciato a cercare in tutti i luoghi che frequentavamo: supermercati, gelaterie, al mercato in piazza, in spiaggia, in discoteca. All’inizio tutte quelle che fermi ti guardano sospette pensando ‘chissà cosa vogliono queste?’ Quando fai vedere qualche foto degli abiti scatta l’attenzione e l’interesse.

Claudia: Inizialmente ci siamo divertite poi quando qualcuna delle ragazze, per vari motivi, ha rinunciato e noi ci siamo trovate a ridosso dell’appuntamento con alcuni capi pronti ma senza modelle, ci siamo allarmate. E’ stata una lotta contro il tempo, sembravamo pazze, giravamo col metro in borsa e per esempio siamo andate in spiaggia a prendere le misure. Oppure si fermava l’auto improvvisamente vedendo qualcuna che faceva al caso nostro.

Vittoria: qualcuna di loro aveva già fatto qualcosa ma quasi tutte erano non professioniste anche se molto belle e a loro agio, per nulla goffe. Noi abbiamo detto loro ‘fate come vi sentite, siate naturali, senza mettervi in posa, siate libere… abbiamo messo le ragazze in condizione di essere loro stesse ed è stata la scelta migliore. Per la realizzazione tecnica dei capi, c’erano inserti in maglia, lavorati ai ferri. Io non sono capace, invece Claudia sì, ha imparato dalla nonna quando era bambina.

Claudia: Sono tornata da mia nonna per quest’occasione ed è stata contentissima di darci una mano. La velocità con cui lavoro la maglia è un decimo di quella di mia nonna.

Vittoria: Così abbiamo coinvolto sua nonna ma anche altre signore che abbiamo contattato nelle panchine del parco e in parrocchia a Milano, dove abito. Un’altra signora l’abbiamo scovata a Piacenza (la mamma di una mia compagna di classe). Anche a Rimini, sono andata nel negozio ‘lanificio Di Lorenzo’ per comprare un gomitolo di un colore particolare che ci serviva per gli abiti della sfilata e li ho trovato alcune signore che lavoravano a maglia attorno a un tavolo. Così ho parlato loro dell’iniziativa e si sono coinvolte volentieri dandoci una grande mano e sono poi venute a vederci; ho chiesto aiuto anche alla mamma del mio moroso.

E’ stato difficile trovare la location?

Vittoria: Abbiamo valutato varie situazioni compresa la spiaggia e la darsena, ma non subito perché mi sembrava irraggiungibile… Poi ci hanno annullato la ‘location’ che avevamo scelto e mi sono trovata all’ultimo a dover trovare un altro luogo ed è stato allora che invece ho incontrato la disponibilità completa ed entusiasta del presidente della Marina di Rimini, Luigi Ferretti.

Claudia: Il mio ricordo di Rimini era quello dell’unica volta che ci sono venuta, all’età di 16 anni, come diversi miei amici bergamaschi, almeno a miei tempi (e non so il motivo di questa scelta) al compimento di 16 anni, quindi senza neanche la patente, si veniva a Rimini in vacanza da soli.

Qual è l’obiettivo del vostro evento?

Claudia: Vorremmo che le aziende del settore venissero a sapere di noi e legassero i nostri nomi a qualcosa che effettivamente abbiamo fatto e non solo per i nostri titoli di studio. Un evento come questo vale molto di più di una raccomandazione.

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