“Appalti ad Anthea nel settore dell’edilizia ma non applica il relativo contratto di lavoro”

“Appalti ad Anthea nel settore dell’edilizia ma non applica il relativo contratto di lavoro”

"Mi chiedo come sia possibile visto che Anthea è una società in house, interamente partecipata da soci pubblici". Intervista a Francesco Lo Russo, segretario generale Feneal Uil Rimini, che parla anche della grave crisi delle costruzioni e accusa: "Le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, non mettono in campo politiche in grado di fare ripartire il settore".

“Anthea si aggiudica una quantità di appalti nel settore dell’edilizia ma non applica il relativo contratto di lavoro”. Chi parla è Francesco Lo Russo, segretario generale Feneal Uil Rimini. “Mi chiedo come sia possibile visto che Anthea è una società in house, interamente partecipata da soci pubblici”. Che sono i Comuni di Rimini, per la parte preponderante (99,986%), di Bellaria-Igea Marina e di Santarcangelo, entrambi con una quota dello 0,007% ciascuno. In uno scenario di profonda crisi dell’edilizia, che come ha spiegato Massimo Bellini della Fillea Cgil Rimini, ha visto il numero degli addetti iscritti alla Cassa Edile passare dai 7 mila del 2008 agli attuali 3.200″, è normale che non passi inosservato questo comportamento messo in atto da una società pubblica.

Lo Russo, avete fatto presente questa anomalia?
Certo, come Cassa Edile tempo fa abbiamo mandato una comunicazione all’Inps e ai Comuni soci di Anthea: i dipendenti di Anthea, quando la società concorre a gare per lavori che afferiscono all’edilizia, dovrebbero essere inquadrati come edili. Invece… la società applica prevalentemente il contratto del verde, in quanto afferma di svolgere in prevalenza, appunto, quel tipo di lavoro. E va bene, ma rotatorie e ampliamenti di cimiteri non mi pare che c’entrino molto col verde. Costruire loculi non è manutenzione del verde. Non è l’unico problema che dobbiamo fronteggiare…

Quali sono gli altri?
Non si applica il Durc di congruità, che permetterebbe un controllo efficace della coincidenza tra le lavorazioni eseguite e il numero dei lavoratori impiegati nei singoli cantieri. Invece nel corso di diverse ispezioni ai cantieri del Palacongressi e della Fiera è emersa l’incongruenza tra la mole del lavoro e il numero degli addetti. Poi c’è il caso dei lavoratori non retribuiti del Valgimigli per i quali l’applicazione della responsabilità solidale, per fortuna, ha permesso di recuperare gli stipendi.

Il settore dell’edilizia in provincia di Rimini è ridotto ai minimi termini.
Siamo passati dagli anni in cui si vedeva un gru ogni 500 metri alla desolazione attuale e siamo molto preoccupati perché le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, non mettono in campo politiche in grado di fare ripartire il settore.

Eppure l’amministrazione comunale di Rimini sostiene di avere avviato una quantità di cantieri…
Per quanto riguarda il Teatro Galli e piazza Malatesta si parla di poca cosa. L’unico grosso cantiere aperto è quello di Acquarena, altro non c’è. Nel 2013 venne firmato un Protocollo sugli appalti pubblici tra tutti i soggetti affinché, nel determinare l’assegnazione dei lavori, venisse considerata l’offerta economicamente più vantaggiosa piuttosto che il massimo ribasso. Col trasferimento del prefetto Palomba si è bloccato tutto, ad oggi il tavolo ad hoc non è stato convocato. Nei prossimi giorni cercheremo di riattivare questo canale. La mia impressione è che a vari livelli ci si sia seduti e non si abbia la consapevolezza della gravità della crisi. Eppure ci sarebbe un enorme lavoro da fare: sicurezza antisismica, a partire dal patrimonio pubblico, riqualificazione alberghiera…. Al di là dei proclami Rimini sembra una città ferma. I nostri lavoratori edili, formatisi e cresciuti in questa provincia, dopo avere acquisito competenze se ne sono andati, spesso all’estero.
Il settore delle costruzioni è stato importantissimo per l’economia riminese ma le sue storiche imprese si sono ridimensionate o sono scomparse e nel frattempo si è affacciato sulla scena qualche avventuriero…

Il 18 dicembre sarete in piazza per lo sciopero nazionale con le altre sigle sindacali.
Da più di un anno e mezzo un milione di lavoratori edili è in attesa del rinnovo del contratto nazionale di settore. Chiediamo, fra le altre cose, aumenti salariali in linea con gli altri settori, finalizzati anche ad aiutare una ripresa dei consumi al servizio del Paese. La difesa e la riforma delle Casse Edili a tutela di tutti i lavoratori, contro il lavoro nero e per sostenere le imprese più serie contro la concorrenza sleale e il dumping. Ma anche più sicurezza sui posti di lavoro, contro gli infortuni e gli incidenti mortali che, drammaticamente, crescono ogni giorno di più.

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