Asp Valloni Marecchia: la Lega presenta un esposto alla Corte dei Conti

Asp Valloni Marecchia: la Lega presenta un esposto alla Corte dei Conti

Pecci parla di "gravi irregolarità di gestione che hanno causato perdite di bilancio che non sono state ripianate e il Comune di Rimini non ha esposto nel proprio bilancio di previsione 2018 gli importi che serviranno a ripianare il debito della ASP".

Il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Marzio Pecci, ha depositato presso la Procura Generale della Corte dei Conti di Bologna un esposto contro l’Amministrazione comunale e l’ASP Valloni Marecchia “per la mala gestione del patrimonio dell’ente e per chiedere il commissariamento contabile del primo ed il commissariamento del secondo e per accertare le responsabilità degli amministratori e dei consiglieri comunali che hanno approvato la delibera di bilancio di previsione 2018”.
Spiega Pecci che “il consiglio di amministrazione dell’ASP Valloni Marecchia, dopo la fusione avvenuta il primo aprile 2016, è incorso in gravi irregolarità di gestione che hanno causato perdite di bilancio – di cui non si è potuto sapere l’ammontare – che non sono state ripianate”.
“Il comune di Rimini, che detiene il 76% del patrimonio dell’Ente Asp Valloni Marecchia, nonostante fosse a conoscenza della situazione finanziaria non ha vigilato sull’Ente e, fatto grave, non ha esposto nel proprio bilancio di previsione del 2018 gli importi che serviranno a ripianare il debito della ASP”, sostiene il capogruppo della Lega Nord. “In questo modo appare chiaro come il bilancio comunale sia privo dei requisiti di veridicità, correttezza e trasparenza che i revisori dei conti, invece, hanno garantito con la loro relazione. Inoltre, fatto ancor più grave, è che nessuno, dal Sindaco, al Direttore Generale, al Segretario Generale fino al Presidente dei Revisori dei Conti, ha voluto assumersi la responsabilità di fornire le spiegazioni sulle omissioni contabili e di gestione della ASP”.
“La Lega si è prodigata per ottenere, politicamente, i chiarimenti, ma né l’interrogazione in consiglio né la mozione sono serviti.
L’arroganza dei numeri, in consiglio comunale, della maggioranza ha impedito ogni chiarimento”, conclude Pecci. “E’ facile, dunque, comprendere come questo comportamento non sia diverso da quello tenuto dagli amministratori nella vicenda che ha portato al fallimento Aeradria. Pertanto per evitare che si disperda un ingente patrimonio, necessario per la cura dei cittadini anziani, viene chiesta, al Giudice contabile, la verifica sulla legittimità degli atti compiuti”.

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