Bagnino, vuoi lo sconticino sulla TARI? Metti su una staccionata in legno

Bagnino, vuoi lo sconticino sulla TARI? Metti su una staccionata in legno

Il Comune conferma uno striminzito 6% di agevolazione tariffaria, in cambio di un’altrettanto simbolica miglioria ambientale. Invece Viareggio offre fino al 50% di riduzione della tassa, in cambio di rifiuti da mandare direttamente a recupero.

Nascondere i cassonetti con schermature di legno, per ottenere uno sconto sulla TARI. E’ quello che devono fare i bagnini stante il nuovo regolamento della tariffa raccolta rifiuti, che in ogni modo prevede la riduzione solo a partire dal 2018, e in misura limitata al 6%.
Un 6% di cui il Comune di Rimini si fa bello, mentre la concorrenza – cioè altri comuni turistici e balneari, come Viareggio – non badano a schermature in legno ma chiedono qualcosa di molto più impegnativo come il recupero rifiuti, dando in cambio riduzioni della tariffa dal 20 al 50%.

Approfondiamo nei dettagli. Il 3 giugno scorso l’assessore all’ambiente della giunta Gnassi, Anna Montini, trillava contenta in una nota scritta: “Ad oggi, in particolare nella zona sud ma non solo, svariati operatori hanno deciso di aderire a questa proposta, andando a coprire i contenitori, a loro forniti per la raccolta differenziata dei rifiuti, con apposite schermature, amovibili, in legno, realizzate secondo le linee guida indicate dall’Amministrazione. Questa adesione al progetto non solo formale bensì concreta, sia da parte dei bagnini sia dei gestori dei bar-ristoranti in spiaggia, testimonia una rinnovata sensibilità”.
La Montini, ricercatrice universitaria specializzata in economia dell’ambiente, e cresciuta nei primi anni Novanta nella celeberrima NOMISMA, ricordava poi “l’applicazione di una riduzione della tariffa Tari, a partire dal 2018, alle attività produttive, commerciali o di servizi che dimostrino non solo di aver introdotto ulteriori sistemi per ottenere una maggiore raccolta differenziata (e anche in questo gli operatori balneari hanno introdotto diffuse migliorie), ma anche di essersi impegnati per un maggior decoro urbano, proprio attraverso le schermature dei contenitori, soprattutto, per quanto riguarda la spiaggia, in riferimento a quelli all’ingresso degli stabilimenti”.

Ma se andiamo a verificare, la realtà non è poi così rosea come dipinta da palazzo Garampi. Il Comune, nell’aggiornare il regolamento della TARI, ha puntato ad andare all’incasso, concedendo alle categorie economiche balneari giusto la conferma del 6% già vigente, a condizione che vengano schermati i cassonetti.

Nella relazione del dirigente del settore passata in consiglio comunale, si legge che: “le raccolte differenziate presso le innumerevoli attività economiche presenti sul territorio comunale traggono origine da progetti avviati dal Comune, in sinergia col gestore del servizio, oltre un ventennio fa. In questi anni dopo aver raggiunto ammirevoli risultati in termini di percentuali di raccolta differenziata, si è recentemente registrata una battuta di arresto”; “all’epoca, in fase di sperimentazione e poi di avvio del progetto, erano stati previsti incentivi, nella forma di riduzioni tariffarie della tassa rifiuti, a chi si fosse adoperato in tal senso. Ora, considerato che da normativa europea, nazionale e regolamentare la raccolta differenziata non costituisce più un virtuosismo bensì un corretto e civile modo di vivere ed operare, non risulta aver più alcun senso il riconoscimento di un incentivo, che si vuol però mantenere nei confronti di chi, oltre ad effettuare la dovuta raccolta differenziata, si adopera a favore del decoro e dell’abbellimento dei luoghi cittadini”. Conclusione, vengono mantenute “le vigenti riduzioni tariffarie del 6% solo per il 2017, anno nel quale dovranno essere attivate le nuove attività volte principalmente al mantenimento e rafforzamento delle raccolte differenziate ma soprattutto, e questo è l’elemento di novità, a contribuire al decoro cittadino mediante accorgimenti quali ad esempio la predisposizione di schermature atte a nascondere dalla vista i contenitori dei rifiuti. Dal 2018 l’incentivo verrà mantenuto solo a coloro che avranno adottato tali accorgimenti”.

Per la cronaca, l’agevolazione prevista nel 2018 “consiste nella riduzione della tariffa del 6% per la superficie fino a mq 5.000, e del 15% per l’eventuale residua superficie oltre i mq. 5.000”, ma solo se siano state fatte le schermature oltre che i diversi cestini per la differenziata. L’agevolazione può anche essere aumentata, nel caso che l’attività commerciale dimostri di conferire rifiuti in modo industriale. Occorre infatti una verifica precisa, che siano stati fatti investimenti tali da agevolare la raccolta da parte del gestore, e tali comunque da assicurare “rilevanti quantità di rifiuto” (ma la quantità non è specificata), di conseguenza “significative entrate derivanti dal recupero o riciclo dei rifiuti sotto forma di materie prime secondarie”. In questi casi le riduzioni vanno dal 10% al 20%.

Inoltre, al Comune era stato chiesto dai bagnini, in pratica, uno sconto nel caso di accorpamenti degli stabilimenti. Ma questo avrebbe causato una notevole diminuzione del gettito tributario, quindi gli uffici hanno confezionato un nuovo comma 2 dell’articolo 4 del regolamento, che suona così: “Per attività svolte in locali od aree date in concessione, sono soggette al tributo le singole superfici oggetto di concessione, anche se riunite e gestite da società, consorzi od altre forme di aggregazione”.

Fin qui la situazione a Rimini. Che cosa succede in altre città turistico-balneari?
Prendiamo ad esempio Viareggio. Il regolamento TARI, vigente dal 2015 e emendato pochi mesi fa, appare più favorevole alle categorie economiche, pur chiedendo loro un impegno ambientale maggiore rispetto alla “vecchia” raccolta differenziata, e cioè conferire i rifiuti in modo che possano essere avviati al recupero.

Vediamo il testo del regolamento della località balneare toscana. “1. La tariffa dovuta dalle utenze non domestiche può essere ridotta, relativamente alla quota variabile, a consuntivo in proporzione alle quantità di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero nell’anno di riferimento. […] 3. Per le utenze non domestiche che, con appositi impianti interni all’azienda, provvedono al riutilizzo di scarti di produzione nello stesso ciclo produttivo, riducendo di fatto la produzione dei rifiuti assimilati agli urbani, è prevista una riduzione fino ad un massimo del 50% della quota variabile della tariffa […] 4. La misura di tali riduzioni verrà calcolata sulla base della quantità effettivamente avviata al recupero secondo le percentuali di seguito indicate: fino al 10% nessuna riduzione; dal 10,01% al 30% riduzione del 20%; dal 30,01% al 50% riduzione del 30%; dal 50.01% al 70% riduzione del 40%; oltre il 70,01% riduzione del 50%”. Avete letto bene: dal 20 al 50% a seconda delle quantità di rifiuti avviabili al recupero”.

Sembra di poter tirare così la conclusione: Rimini ha il braccio corto nelle riduzioni della TARI, e conferma un 6% poco più che simbolico, a patto che il bagnino metta su una staccionata di legno e la dipinga. Viareggio non dà il contentino ma punta decisamente a passare dalla differenziata al recupero, dando in cambio riduzioni di tariffa fino al 50%. Quale dei due comuni è più lungimirante e “sostenibile”?

Fotografia: una delle schermature per i cassonetti dei rifiuti realizzata in uno stabilimento balneare (fotografia Comune di Rimini)

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