Bankitalia mette a nudo i mali del nostro turismo: hotel di livello medio-basso, stagnazione delle presenze, eccessiva stagionalità

Bankitalia mette a nudo i mali del nostro turismo: hotel di livello medio-basso, stagnazione delle presenze, eccessiva stagionalità

I 3 stelle ancora in netta maggioranza. Dal 2000 i pernottamenti sono praticamente fermi intorno ai 36 milioni. E poi indici di utilizzo lordo dei posti letto più bassi rispetto a quelli nazionali. Le città d'arte crescono nella componente straniera e nella capacità di spesa, in riviera si registrano cali. "Nella riduzione della quota di introiti internazionali in provincia di Rimini potrebbe aver contribuito la minore operatività dell’aeroporto locale".

Nel rapporto sulla economia dell’Emilia Romagna (giugno 2017) pubblicato da Bankitalia, è contenuta una sintetica ma puntuale analisi dei problemi che affliggono il nostro turismo. I dati sui quali si basa la ricerca sono quelli ufficiali (non, per intenderci, quelli sfornati dall’Osservatorio turistico regionale) e si possono così riassumere:

il turismo straniero fa crescere le città d’arte più che la riviera. Il turismo emiliano-romagnolo segna un incremento dei pernottamenti, “anche per effetto della consistente ripresa registrata dalla componente straniera che si era ridotta l’anno precedente”, ma “diversamente da quanto registrato a livello nazionale, negli anni Duemila le presenze turistiche hanno ristagnato a causa del calo della componente italiana, prevalentemente diretta verso le località balneari. Tra i turisti stranieri è invece aumentata l’importanza delle città d’arte come meta”.

Stesse presenze dal 2000. I pernottamenti del 2015 si attestano intorno al 36 milioni, praticamente lo stesso dato del 2000. “La stagnazione dei pernottamenti in regione si pone in contrasto con gli incrementi osservati in media in Italia e nel Nord Est. Essa riflette la diminuzione della componente domestica (rappresentativa di circa i tre quarti del totale, a fronte del 51 per cento a livello nazionale) registrata durante gli anni della crisi, compensata dall’incremento di quella straniera, che ha peraltro interessato solo le province non rivierasche. Il peso di queste ultime sul totale dei pernottamenti di stranieri è arrivato a rappresentare il 28 per cento nel 2015, dal 19 del 2000”.

Offerta ricettiva medio-bassa. Il peso delle strutture alberghiere (in riviera ci sono i quattro quinti dei pernottamenti totali e il più alto numero di strutture ricettive e “complementari”) di livello medio-alto rimane ancora inferiore alla media nazionale. “Negli ultimi quindici anni l’offerta alberghiera regionale ha registrato un processo di ridimensionamento e riqualificazione che ha determinato una riduzione delle strutture con 1 e 2 stelle e un’espansione di quelle con 3 stelle e più. Tuttavia, nel confronto nazionale, la regione si caratterizza ancora per una netta prevalenza dagli hotel a 3 stelle, in cui si concentra il 63 per cento dei posti letto, a fronte del 21 in quelli di categoria superiore (47 e 40 per cento a livello nazionale, rispettivamente)”. I 4 stelle e oltre erano 261 nel 2000, sono saliti a 448 nel 2015.

Un turismo ancora troppo stagionale. “In regione è maggiore la stagionalità delle aperture, segnalata da indici di utilizzo lordo dei posti letto più bassi rispetto a quelli nazionali”. L’indice di utilizzo era del 30,8 nel 2000 ed è sceso a 26,6 nel 2015

Crescono i pernottamenti degli stranieri ma non la spesa e a Rimini l’aeroporto non aiuta. “L’espansione dei pernottamenti degli stranieri non si è tuttavia tradotta in un incremento della loro spesa, che nel 2015 ammontava a 1,6 miliardi di euro, in calo del 4,4 per cento rispetto al 2000. Sono diminuiti specialmente gli introiti nelle province della riviera, mentre nelle altre province, maggiormente interessate dai viaggi per vacanza nelle città d’arte, la spesa turistica è aumentata. Bologna, in particolare, ha beneficiato dell’organizzazione di mostre d’arte di elevato interesse culturale e della sua accresciuta accessibilità, su cui ha inciso l’espansione del numero di collegamenti aerei low cost presso il locale aeroporto e la realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Milano-Firenze. Per contro, alla riduzione della quota di introiti internazionali in provincia di Rimini potrebbe aver contribuito la minore operatività dell’aeroporto locale, in connessione con le difficoltà della precedente società di gestione dello scalo”.

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