Bolkestein “congelata”, la Lega si prepara a incassare il voto dei balneari

Bolkestein “congelata”, la Lega si prepara a incassare il voto dei balneari

La decisione del governo gialloverde di prorogare di 15 anni l’applicazione della direttiva, per gli stabilimenti balneari è ben più di un regalo di Natale. E' destinato a pesare parecchio anche nelle urne.

Applausi dal sindacato italiano balneari e da Cna balneatori. La decisione del governo gialloverde di “congelare” la Bolkestein, con una prorogare di 15 anni nell’applicazione della direttiva, per gli stabilimenti balneari è ben più di un regalo di Natale, è destinato a pesare parecchio anche nelle urne. E infatti il Pd rosica.

Cominciamo dalle dichiarazioni di giubilo. “Apprendiamo che, finalmente, si è aperto uno spiraglio nella ‘battaglia’ degli imprenditori balneari italiani per veder riconosciuto il diritto ad esistere e a continuare a lavorare nell’interesse del Paese”. Così Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (aderente a Fipe-Confcommercio). “Aspettiamo, naturalmente, di vedere la norma per un giudizio definitivo. Ma, fin da subito, possiamo dire che la notizia fornita dai capogruppo della Lega viene accolta con grande sollievo e soddisfazione dalle 30.000 famiglie di balneari con 100.000 addetti diretti. Finalmente per gli imprenditori balneari italiani si intravede la fine di un incubo durato nove anni: quello di non avere più il lavoro e le proprie aziende; per il Paese di perdere un importante fattore di forza del nostro ‘Made in Italy’.” L’associazione di categoria ringrazia poi “tutte le Forze politiche parlamentari che hanno ben compreso la drammaticità della situazione e ascoltato il grido di dolore di questa parte così importante dell’economia italiana”, ma in particolare ringrazia “il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, Gian Marco Centinaio, per l’impegno profuso nel mettere in sicurezza questo importante comparto del nostro turismo”.

Cambia la sigla ma non la sostanza, passando a Cna Balneatori, che “esprime forte soddisfazione per l’intesa raggiunta al Senato fra le forze politiche che consente per i prossimi 15 anni di escludere l’applicazione della Direttiva Bolkestein dal comparto delle imprese balneari. Un primo importante passo avanti che va nella direzione sostenuta da sempre da CNA per fornire una risposta positiva a 30.000 imprese turistiche balneari italiane che, per troppo tempo, si sono trovate in una condizione di profondo malessere e di incertezza per il futuro a causa dell’incombente rischio di non ottenere il rinnovo della concessione proprio a causa della Direttiva Bolkestein”. Per concludere che “CNA Balneatori è pronta a lavorare al tavolo tecnico promosso dal Ministro Centinaio per arrivare, in modo condiviso con le associazioni delle imprese, ad una soluzione definitiva che consenta la messa a punto di una legge di riforma in grado di restituire piena serenità al futuro di tutto l’attuale comparto, di far ripartire gli investimenti e di creare opportunità per nuove iniziative imprenditoriali su spiagge tuttora disponibili”.

Centrodestra e centrosinistra non hanno combinato nulla, lo “strano” governo Conte sì. Perché ci sia qualcosa da festeggiare l’ha spiegato bene un balneatore della Versilia, Emiliano Favilla, fra l’altro con una storia politica a sinistra: “15 anni di proroga alle concessioni demaniali, non è il massimo che potevamo auspicare, ma è comunque un risultato importante che dà la possibilità di prendere ossigeno per continuare la lotta fino a ritrovare certezza e continuità. Dopo una varietà di governi che si sono susseguiti dal 2006, dal governo Prodi (centro sinistra) quando è apparsa la Bolkestein, al governo Berlusconi (FI e LEGA) che con il pretesto della Bolkestein ci tolse garanzie e diritti tra i quali quello d’insistenza”. Poi arrivò “il governo dell’ammucchiata Monti avverso anche lui e tutti gli altri che seguirono di centro sinistra, Letta, Renzi, Gentiloni non vollero dare un segno di riconoscimento tangibile a questo settore se non delle mini proroghe per temporeggiare fino al 2020”. E invece, adesso… “Se va in porto la manovra governativa in discussione, per l’ironia della sorte, la svolta ci sarebbe con questo “strano” governo Conte (tanto avverso alla nomenclatura) composto da M5S e LEGA. Un governo che vive tante contraddizioni e molte delle quali non condivisibili, almeno dal sottoscritto che però, a differenza degli altri governi, bisogna riconoscere che riesce a dare delle risposte concrete a diverse questioni sociali, quindi, non solo sulla vertenza delle piccole imprese familiari balneari”.

Rincorre l’assessore regionale al turismo Andrea Corsini. “Bene l’intesa sulla proroga per 15 anni delle concessioni balneari, ma perché il Governo non l’ha inserita in una legge specifica, per affrontare e risolvere una volta per tutte anche le altre questioni che riguardano queste imprese? Il problema va preso di petto, nella sua globalità, e ciascuno deve fare la propria parte. Noi, come Regione, apriremo un bando da 25 milioni di euro per sostenere gli investimenti degli operatori della filiera turistica”, commenta a proposito della intesa. “E’ un classico, si tampona l’emergenza senza però aggredire il problema in modo strutturale. E’ da quattro anni che sosteniamo la necessità di approvare una riforma organica del settore. Che parte, naturalmente, dalla proroga o da un periodo transitorio di lunga durata. Ma non voler affrontare il tema con una legge quadro, ma solo con un emendamento generalizzato, vuol dire non affrontare altre questioni fondamentali per la categoria”. Però, come sa bene Corsini, il governo Gentiloni ha lasciato gli stabilimenti balneari con un pugno di mosche in mano. “Non si può non affrontare il tema, ad esempio, del nuovo calcolo per determinare i canoni, oppure non occuparsi del riconoscimento del valore economico dell’impresa balneare. Oppure, ancora, non affrontare il tema dell’abbattimento degli assurdi e spropositati canoni pagati dai pertinenziali, che bisogna concordare con l’Europa”, prosegue Corsini. “Stiamo attenti – ammonisce – perché ricorrere a pericolose scorciatoie senza affrontare l’insieme dei problemi nel modo corretto si corre il rischio di portare il nostro Paese a subire una pericolosa procedura di infrazione da parte della Ue, che implicherebbe una salatissima sanzione economica. Che pagherebbero ancora una volta i cittadini italiani. Noi, come Regione stiamo facendo la nostra parte e siamo pronti a sostenere gli investimenti degli operatori balneari nell’ambito del prossimo bando per le imprese della filiera turistica, che è finanziato con 25 milioni di euro. Ma bisogna che il Governo, dopo l’approvazione dell’emendamento di proroga, si metta in testa di approvare rapidamente la legge quadro di riordino del settore, così come hanno fatto da tempo diversi Paesi europei, per dare finalmente certezza definitiva ad un settore fondamentale per l’economia turistica nazionale”.

La Regione ci mette 25 milioni per sostenere gli investimenti. “Ancora una volta l’Emilia-Romagna si conferma una Regione all’avanguardia, che investe nel suo territorio e dimostra con fatti concreti di essere un esempio per il Paese, di fronte ad un Governo che promette e non mantiene e anzi rischia di non dare certezze ai cittadini e alle imprese balneari». A stretto giro dice la sua anche la consigliera regionale riminese del Pd Nadia Rossi, ben consapevole della partita politica che si è aperta sulla proroga di 15 anni e che soprattutto la Lega di Salvini potrebbe capitalizzare alle prossime tornate elettorali, compresa quella della Regione. “Oggi di fatto abbiamo approvato un sostegno per il settore turistico costiero e non ci limitiamo ad iniettare risorse o a spot elettorali, ma l’obiettivo della Regione Emilia-Romagna è quello di garantire sostenibilità e competitività ai suoi territori. Con questa legge andiamo a consolidare una politica industriale rispetto ad un settore ritenuto da tutti strategico ma mai trattato come tale. Ci sono state troppe mancanze a livello di politica del turismo di fronte ad un patrimonio indescrivibile per qualità e quantità di materie prime naturalistiche e artistiche, un tesoro che il mondo ci invidia. La nostra Regione in questo senso, con la riforma sulla promo-commercializzazione prima e con questo intervento a favore dell’innovazione del prodotto ora, segna un cambio di passo rispetto al mercato turistico e al suo rilancio”.
Le ripercussioni dei 25 milioni di euro (davvero pochi se si considerano anche solo tutte le strutture ricettive della costa che avrebbero bisogno di essere riqualificate) saranno da verificare alla prova dei fatti, ma di certo pensare che si avvii l’innovazione del prodotto spiagge su larga scala con le incertezze legate alla Bolkestein è pura utopia.

COMMENTI

DISQUS: 0