Camporesi alza il velo sui monopolisti degli allestimenti fieristici

Camporesi alza il velo sui monopolisti degli allestimenti fieristici

Forniture espositive: un mercato totalmente in mano ad un socio privato di Rimini Fiera.

Che fine fa la libera concorrenza se la Fiera, società a maggioranza pubblica, permette solo a sue società collegate di "mangiare" la ricca torta degli allestimenti di Fiera e Palas?

Le attività di noleggio, commercializzazione, vendita e messa in opera di stand fieristici sono esclusivo appannaggio di una società che fa parte del sistema Rimini Fiera. Se così stanno le cose, la concorrenza, e la possibilità di accesso per i privati che operano in questo settore, sono praticamente inesistenti. E’ il contenuto della interrogazione che Luigi Camporesi (Obiettivo civico) rivolge al sindaco e all’assessore Brasini nel consiglio comunale odierno (inizio ore 18,45).
“Rimini Fiera SpA ha costituito come unico socio la società Fiera Servizi Srl, entrambe presiedute la Lorenzo Cagnoni. Quest’ultima è socia per il 51% della società Prostand Exhibition Services Srl, che esercita le attività di noleggio, commercializzazione, vendita e messa in opera di stand espositivi, arredi, ecc. Soci della società Prostand Exhibition Services, a maggioranza pubblica, sono: Fiera Servizi Srl per il 51% e Pro.Stand Srl (soggetto privato) per il 49%”. La società va a gonfie vele. Oltre 11 milioni di euro di fatturato nel 2015, più 92% rispetto all’anno prima, con un utile di 45.356 euro. “La società Prostand Exhibition Services, pur con cinque amministratori, non ha dipendenti e l’attività è effettivamente esercitata dal socio privato Pro.Stand Srl, nel cui cda siedono persone che figurano anche nel consiglio di amministrazione di Prostand Exhibition Services. La Pro.Stand Srl vanta per l’esercizio 2015 un fatturato 14.443.428 di euro, con un utile di 14.958 euro. La società ha cinque amministratori che percepiscono ciascuno un compenso mensile di 4 mila euro”.
A partire da questo quadro, Camporesi solleva “perplessità e interrogativi”, ma in parte lascia che a rispondere siano i documenti di Pro.Stand Srl, e principalmente la relazione al bilancio 2015: “La crescita del fatturato deriva da un mercato che tende progressivamente alla scomparsa dei principali competitori storici”. E non è poi tanto difficile capirne i motivi, ma Camporesi – continuando a citare dalla relazione, li mette in bocca alla stessa Pro.Stand Srl: “Dal punto di vista commerciale e societario continua la collaborazione con Rimini Fiera sul mercato emiliano-romagnolo, attraverso il veicolo della società Prostand Exhibition Services, titolare di un accordo di fornitura in esclusiva con Rimini Fiera SpA per tutte le forniture di allestimenti e si avvale in esclusiva di Prostand per garantire tale accordo di fornitura.”.
Secondo Camporesi, “l’accordo fra Fiera Servizi SpA e il socio Pro.Stand Srl non solo sembra impedire l’ingresso nel mercato di nuovi operatori, ma avrebbe già prodotto, come sembrerebbe esposto dalla stessa Pro.Stand Srl, la scomparsa dei principali competitori storici”. Attraverso un meccanismo che funzionerebbe così: “Fiera Servizi Srl, il cui unico socio è Rimini Fiera SpA, attribuisce alla società a capitale misto pubblico e privato Prostand Exhibition Services la fornitura esclusiva dei servizi, e quest’ultima società si avvale del socio privato Pro.Stand Srl per garantire l’accordo di fornitura”.
Un ruolo assai vantaggioso quello del fornitore unico, così descritto nella stessa relazione al bilancio: “Prostand all’interno della regione Emilia-Romagna non potrà più esercitare direttamente la propria attività commerciale che è stata demandata esclusivamente alla partecipata PES”. E ovviamente la società Pro.Stand Srl si ritiene “ampiamente compensata dall’accordo in esclusiva per la fornitura dei servizi allestiti a Prostand Exhibition Services e quindi a Rimini Fiera SpA”.
Camporesi conclude che “la situazione creata da Rimini Fiera SpA, società a partecipazione maggioritaria pubblica, sembra essere in violazione del Codice degli Appalti Pubblici, ed anche con la concreta possibilità che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato apra un’istruttoria per la presenza di fatti lesivi o restrittivi della concorrenza. In tal caso, le sanzioni possono arrivare al 10% del fatturato dell’impresa, fino ad un massimo di 5 milioni di euro, non esclusa l’adozione di eventuali provvedimenti cautelari”.
Domanda finale rivolta al sindaco di Rimini: “In qualità di azionista di riferimento della holding fieristico congressuale, intende assumere provvedimenti per porre fine a situazioni verosimilmente illegali e comunque palesemente in ostacolo alla libera concorrenza?”

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