Carim ci spiega l’ovvio ma nessuno recita il mea culpa

Carim ci spiega l’ovvio ma nessuno recita il mea culpa

Curiosa intervista del direttore generale dello storico istituto di credito riminese, che ha ripreso a respirare grazie ad un assegno di 25 milioni di euro staccato dal Fondo interbancario. Senza il quale avrebbe avuto il destino segnato. Vero che l'antica preghiera del Confiteor non la conosce più quasi nessuno, ma si spera che qualcuno ne riscopra l'importanza.

Rassegna stampa. Sabato 4 novembre (appena trascorsa la commemorazione dei defunti). Intervista al direttore di banca Carim sul Resto del Carlino, che non passa inosservata. “La nuova Carim è già ripartita” e “la banca più solida dopo l’accordo con Crédit Agricole”. Colpiscono i caratteri grandi prima di leggere domande e risposte. E sono concetti in parte all’insegna dell’ottimismo a oltranza e in parte ovvi.
Si torna a respirare. Certo, ma grazie ad un primo assegno da 25 milioni di euro che ci ha messo il Fondo interbancario. La banca è stata salvata dall’intervento di Tesoro e Bankitalia ed ha così evitato il fallimento. Non era la sola in questa situazione, com’è noto, ma questo è l’incubo che ci lasciamo alle spalle grazie al salvagente lanciato da altri. Ora “può guardare con grande fiducia al futuro”, dice Scardone. “Oggi la banca è più solida”. Bella forza. Ma saranno altri a dare le carte.
Domanda: in questi anni diversi clienti hanno lasciato la banca per i finanziamenti negati. Risposta: “Ne abbiamo persi, anche se meno di quel che temevamo”. Quanti? E poi: “Eravamo costretti dalla situazione…” Situazione che non è certo piovuta dal cielo. Scardone dice anche che “siamo e resteremo la banca leader di Rimini”, ma se così sarà il merito andrà tutto a Crédit Agricole. Lo riconosce anche lui: “Lo saremo sempre di più, grazie a Crèdit Agricole”.

Il bilancio 2017? Tradotto: l’ultimo gestito dai banchieri di Rimini che risultati darà? Sorvola anche su questo Scardone: “E’ un anno che non fa testo, viste le operazioni in corso”. E ti pareva che facesse testo! “Dal 2018 la Carim tornerà a fare utili”. Grazie ad altri timonieri. Eventualmente. E i soci che si sono visti praticamente azzerare il valore delle loro azioni? “… dovrebbero capire che senza questa operazione le conseguenze sarebbero state molto più negative, per tutti”. E lo capiranno di certo, ma chi devono ringraziare per l’azzeramento? “Una volta completata l’integrazione con Crédit Agricole, sono convinto che si troveranno meccanismi di tutela anche per gli azionisti”. Vedremo.
Anche l’ultimo accenno col quale il direttore dipinge un futuro migliore sottolinea una grandeur che da tempo non appartiene più allo storico istituto di piazza Ferrari: “Di sicuro la Carim entra in un gruppo solidissimo, che ha 52 milioni di clienti di cui 3,5 solo in Italia, e controlla l’11% del mercato bancario nella sola Emilia Romagna”. Anche Carim è stato un gruppo solidissimo. Ora deve appoggiarsi allo “straniero” per continuare ad avere un futuro. Avevamo una banca. Ma nessuno a Rimini recita la vecchia e semplicissima preghiera del Confiteormea culpa, mea culpa, mea maxima culpa. Se non proprio ripetuto tre volte, basterebbe almeno una.

Fotografia: nel satirico fotomontaggio di Lussi Pagammo, il presidente di Carim Sido Bonfatti consegna su di un piatto d’argento lo storico istituto di credito di Rimini all’Ad di Cariparma Credit Agricole Giampiero Maioli

COMMENTI

DISQUS: 0