Carim, il Fondo interbancario interessato agli Npl ma non alla banca

Carim, il Fondo interbancario interessato agli Npl ma non alla banca

E secondo il Sole 24 Ore il fabbisogno complessivo per l'aumento di capitale potrebbe aggirarsi tra i 200 e 250 milioni, più del doppio di quanto pianificato lo scorso anno.

Secondo il Sole 24 Ore “a Rimini il fabbisogno complessivo potrebbe aggirarsi tra i 200 e 250 milioni, più del doppio di quanto pianificato lo scorso anno”. E se così dovessero andare le cose, la Fondazione Carim rischierebbe una irrilevanza di fatto. Intanto per domani pomeriggio è convocata l’assemblea della Fondazione e all’ordine del giorno c’è un’informativa su Carim.
Il fabbisogno di cui parla oggi il quotidiano economico riguarda ovviamente l’aumento di capitale. Il “Sole” mette in una nuova luce la notizia diffusa ieri, ovvero che il Fondo interbancario non parteciperà alla ricapitalizzazione della Cassa di Risparmio di Rimini, così come a quelle di Cesena e San Miniato. “Potrà invece prendere parte al salvataggio delle tre casse regionali in difficoltà intervenendo, ad esempio, sul deconsolidamento dei crediti deteriorati. E’ questo il profilo dell’operazione che sarebbe allo studio del braccio volontario del Fondo interbancario di tutela dei depositi”. In buona sostanza, e semplificando al massimo, il Fondo è disponibile ad acquistare gli Npl ma vuole tenersi lontano dalla banca.  La cessione degli Npl è un affare per chi li compra ma non per chi li vende, come ha argomentato di recente su questo foglio online il prof. Gardini, che non a caso ha anche criticato la mancanza di una “strategia di gestione attiva dei collaterali” da parte di Carim, portando ad esempio la Banca popolare di Milano, che “ha avviato una strategia che valorizza direttamente sul mercato gli immobili in garanzia, evitando le procedure giudiziarie e, in tal modo, punta a recuperare una massa notevole di posizioni (circa 18 miliardi di crediti nominali) evitandone la cessione che, come è noto, è molto onerosa”.

Nella decisione del Fondo interbancario di rimanere fuori da una partecipazione diretta nella ricapitalizzazione, gioca anche l’ammontare della somma a sua disposizione, non più di 400 milioni di euro, “troppo poco per pensare di rafforzare il patrimonio dei tre istituti”. Confermato invece l’interesse di Cariparma-Credit Agricole alla acquisizione delle Casse di Risparmio di Rimini e Cesena.

Secondo il Sole 24 Ore nel caso di Rimini il Fondo agirebbe dunque in qualità di “investitore sugli Npl, magari in abbinata con Atlante. Non è escluso che l’investimento del fondo volontario passi attraverso la partecipazione a un veicolo che rilevi i crediti deteriorati a prezzi più alti rispetto a quelli che i fondi specializzati in Npl sono oggi disposti a offrire”.

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