Casini a Rimini: brivido per le banche, invece è venuto a festeggiare la Confartigianato (perché proprio Pierferdy?)

Casini a Rimini: brivido per le banche, invece è venuto a festeggiare la Confartigianato (perché proprio Pierferdy?)

Come mai il presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche per spegnere le 70 candeline della associazione di categoria a guida Gardenghi? Alla voce ceto medio produttivo e manovre elettorali, forse.

Pierferdinando Casini viene a Rimini. La notizia era nell’aria da qualche giorno e aveva fatto correre qualche brivido sulla schiena del mondo bancario riminese. “Pierfurby” è infatti il presidente della commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, che tanti dolori sta procurando a Maria Elena Boschi. Invece il suo viaggio in città non aveva a che fare con la carica che attualmente ricopre.
Questa mattina ha partecipato al Grand Hotel ai festeggiamenti per i 70 anni di Confartigianato a Rimini. Quasi quanti l’ex Dc bolognese ne ha trascorsi in politica. Settanta no, ma più di trenta si. Ha iniziato nella Balena bianca quando di anni ne aveva 25. Poi di acqua ne è passata sotto i ponti. Dc, Ccd, Udc, Ap-Centristi per l’Europa. Casini si è alleato con Berlusconi, con Monti e con Renzi.

Gardenghi si è quasi commosso. Non capita tutti i giorni di soffiare su così tante candeline insieme al candelabro che ha illuminato molte fasi della nostra Repubblica. Il presidente Mauro Gardenghi (pure lui sfoggia una invidiabile longevità di carica) ha dato il benvenuto a Casini insieme a tutto lo stato maggiore di Confartigianato: da Franco Ragonesi a Ivano Spallanzani, da Amilcare Renzi a Valeria Piccari, fino al sammarinese Gianfranco Terenzi, presidente del Wusme, nientemeno che l’Unione mondiale delle piccole e medie imprese.

Perché proprio Casini per la ricorrenza di Confartigianato? Non si sa. Mauro Gardenghi ha detto che “soffriamo pesantemente di una prolungata crisi economica e finanziaria senza precedenti e a soffrire è il ceto medio produttivo, condizionato da fattori esterni negativi. Ma senza ceto medio produttivo non c’è democrazia economica, a vantaggio di speculazione, monopoli ed oligopoli dominanti. E senza democrazia economica, la democrazia tutta va in crisi. Noi manteniamo ferma la nostra peculiarità, quella di difendere l’imprenditore, come individuo e come operatore economico, oltre a valorizzare la libera iniziativa privata”.

E Casini ha aggiunto che “è una strada senza ritorno quella che vede il progressivo disgregarsi dei corpi intermedi. La crisi dei partiti ha lasciato il campo a chi sta cercando di costruire un assetto democratico diverso, sarebbe stato e sarebbe più importante pensare di ricostruirli i partiti, fortificare le associazioni, luoghi dove la democrazia ha modo di esprimersi compiutamente. Ci lasciamo attrarre dal giudizio che piccoli, nella dimensione delle imprese, non si può essere, invece è la nostra storia e va rivalutata”.

Ceto medio produttivo e corpi intermedi sono forse i termini chiave per capire la trasferta di Casini a Rimini. Chi l’avrà convinto al lavoro anche in questa domenica che profuma già di Natale? Non si sa nemmeno questo. Ma le cronache politiche nazionali in queste settimane raccontano di una possibile alleanza in vista del voto della prossima primavera. Ap, il partito di Angelino Alfano (che ha deciso di non ricandidarsi e di scendere dalla giostra delle poltrone), si scioglie in due rivoli: uno torna alla casa di Berlusconi e uno prosegue l’avventura con Matteo Renzi dando vita ad una lista satellite del Pd (ma ci saranno anche altri satelliti). Per questo secondo gruppo si parla pure di Sergio Pizzolante (insieme al suo mentore Fabrizio Cicchitto ed altri) che potrebbe correre alle prossime elezioni proprio con la squadra di Casini. Se in terra emiliano-romagnola o salentina non è dato per ora sapere. L’amicizia e la collaborazione fra Gardenghi-Mussoni e Pizzolante è rodata e robusta. Non è riuscito a chiudere il cerchio sulle concessioni demaniali e la legislatura termina con un pugno di mosche in questa materia (fra polemiche feroci), ma l’amicizia resta.

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