Che ci fa il Wwf fra i partner del Jova Beach Party che minaccia il Fratino?

Che ci fa il Wwf fra i partner del Jova Beach Party che minaccia il Fratino?

La più grande associazione ambientalista figura fra i partner del Jova Beach Party. Ha deciso questa collaborazione per "far arrivare il messaggio che la spiaggia non è solo un luogo di vacanza, divertimento e di passaggio, ma un ecosistema unico e prezioso, un habitat soffocato oggi da rifiuti di ogni genere ma soprattutto dalla plastica". Non è paradossale che per tutelare un "ecosistema unico" si utilizzi un evento che porta i concerti in ambienti con specie tutelate, già ampiamente provati da ogni tipo di inquinamento? Italia Nostra: "Abbiamo inoltrato un appello al cantante ma senza ricevere risposta".

Che c’azzecca il Wwf col Jova Beach Party? Anche per la tappa riminese dell’evento fra i vari partner spunta la famosa associazione per la difesa dell’ambiente e delle specie a rischio. Come il Fratino. Forse è uno scherzo. No, non lo è. Sul sito nazionale del Wwf c’è una sezione dedicata al JBP: “Una grande opportunità per sensibilizzare e promuovere una cultura amica dell’Ambiente”. Ma l’ambiente, almeno quello in cui ha nidificato il fragile e indifeso trampoliere, cioè la zona marina fra Rimini e Riccione, secondo il calendario programmato ospiterà il rumoroso e affollatissimo concerto il prossimo 10 luglio. Jovanotti si comporterà come ha già fatto in altri casi simili? A Fermo e a Ladispoli i concerti sono saltati: “a Fermo, d’accordo con Lipu e Wwf, per suonare aspetteremo che il Fratino finisca di nidificare e poi parta, all’inizio di agosto, ce ne sono sei; e lo stesso faremo a Ladispoli dove ce ne sono due di Fratini, sono famosi, si chiamano Fra e Tino”, scherzò Lorenzo Cherubini in un colloquio radiofonico con Fiorello.

Il logo del Wwf cerchiato in rosso

“Ci siamo impegnati in questa bella avventura perché, da subito, abbiamo creduto in Jovanotti e nel team che sta lavorando per organizzare le tappe del Jova Beach Party, professionisti seri e competenti che hanno dimostrato grande rispetto e sensibilità per l’ambiente”, si legge sul sito del Wwf. “E lo abbiamo fatto chiedendo misure di tutela chiare e puntuali. Queste misure sono state applicate in modo così rigoroso che una tappa del tour, quella di Ladispoli, è stata cancellata proprio perché le soluzioni fino a quel momento prospettate non garantivano gli standard di tutela prefissati, su una specie fragile come il fratino sulla cui protezione il WWF ha lavorato (e continuerà a lavorare) tantissimo”. Per la collaborazione con Jovanotti “WWF Italia non percepisce un euro”, viene precisato. E si cita anche il caso di Marina di Cerveteri dove “è stata trovata una soluzione alternativa”. Il Wwf vede nella collaborazione con il Jova Beach Party l’opportunità “di promuovere su un pubblico molto ampio la mobilitazione su un tema cruciale per il futuro del nostro Pianeta: l’inquinamento da plastica che sta affogando i nostri mari e le nostre spiagge”. E punta a “far arrivare il messaggio che la spiaggia non è solo un luogo di vacanza, divertimento e di passaggio, ma un ecosistema unico e prezioso, per noi e per le specie che lo frequentano, un habitat soffocato oggi da rifiuti di ogni genere ma soprattutto dalla plastica, ridurne il consumo, raccoglierla e smaltirla è urgente e necessario”. Non è paradossale? In un “ecosistema unico”, già ampiamente soffocato, ci spariamo anche concerti da 30 o 40mila persone?

Vignetta di Franco Sacchetti

Da noi contattato, l’ufficio stampa centrale del Wwf per ora si limita a dire di avere in corso “delle verifiche” sull’evento di Rimini. Mentre restiamo in attesa di conoscerne gli esiti, e soprattutto di sapere se il concerto si terrà oppure no il 10 luglio, arriva la ferma protesta di Italia Nostra.

Italia Nostra Rimini non ci sta. “L’evento speciale di quest’anno sulle spiagge riminesi di Miramare del Marano non è il fitto calendario di concerti di artisti più o meno celebri, ma è la presenza di una specie rara e protetta di uccello, il fratino, che ha scelto un’area che ha particolari caratteristiche ambientali, uniche sulla costa della nostra provincia”, scrive in una nota. “Lascia perplessi la mobilitazione del Comune in difesa di questo animale contro i pochi avventori della spiaggia muniti di cani che minacciano i pulcini. Ben più devastante ci sembra l’organizzazione di un evento che i primi di luglio porterà 40mila persone in quella zona, completamente sprovvista di strutture e servizi per accogliere una tale massa. L’iniziativa di Jovanotti e la Beach Arena hanno mostrato di essere sgradite a molte comunità in diverse parti d’Italia che del loro ambiente e territorio hanno rispetto. Italia Nostra Rimini ha inoltrato un appello al cantante al quale però non ha ricevuto risposta. Riteniamo che sia necessario organizzare eventi di tale portata in stadi e strutture adeguate sia per servizi sia per sicurezza, cosa che l’area individuata non può garantire ai partecipanti, alla comunità residente e alla sua stessa conservazione. Questo modo di ‘valorizzare’ il territorio è quanto di più lontano ci possa essere da uno sviluppo duraturo e sostenibile. Le spiagge libere e naturalizzate non sono luoghi vuoti da occupare con il mordi e fuggi. Sono spazi che vedono la presenza di comunità umane che le apprezzano e che permettono alla natura di ritagliarsi i propri ambiti. Luoghi che hanno molte potenzialità per un’idea alternativa di turismo e che invece si vogliono continuamente deprimere”.

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