Chi ci crede ancora nel turismo a Rimini? Santinato raduna una folla di albergatori

Chi ci crede ancora nel turismo a Rimini? Santinato raduna una folla di albergatori

“Rilancio o inesorabile declino? A voi la scelta”. Ieri all'hotel Savoia un incontro provocatorio e costruttivo al tempo stesso. Che ha demolito gli alibi: non è colpa degli altri se stiamo scivolando in basso nella indifferenza generale. “Si è persa per strada la capacità di essere innovatori, visionari, intraprendenti, coraggiosi”. Ed è diventato difficile porre i problemi e discutere liberamente. Cronaca di un pomeriggio scoppiettante. Che ha visto anche Maurizio Ermeti parlare da assessore e svelare le strategie di finanziamento della Regione per la riqualificazione alberghiera, in partnership con Cassa depositi e prestiti e Confidi.

“Chi ci crede ancora?” Difficile imbattersi in un incontro pubblico sul turismo che parta da una domanda del genere. Fra l’altro partecipatissimo (nella foto di Giorgio Salvatori) da un’ampia base di operatori (“non ho mai visto tanta gente ad un dibattito sul turismo a Rimini”, ha detto uno di loro). Poteva inventarselo solo Mauro Santinato di Teamwork. Da tempo “pungolo” pressoché solitario e voce fuori dal coro del ‘va tutto bene madama la marchesa e se non va non bisogna dirlo’.

Se non fosse stato per l’elegante hotel Savoia che ha ospitato l’evento, si sarebbe potuto pensare di trovarsi in una di quelle affollate assemblee degli anni 60 e 70 convocate per rivoluzionare qualcosa. Niente megafoni. Niente bandiere. Ma una bella scossa al corpaccione addormentato del turismo riminese, questo sì. Tutto in modo molto professionale, Santinato in abito blu e non con l’eskimo, un appuntamento preparato nei minimi dettagli, con una presentazione fiume iniziale, slide, video e immagini. Soddisfazione generale in sala perché qualcosa si muove.

Difficile anche raccontarlo un incontro del genere, abbastanza nuovo in tutto. Nella regia, perché svincolato dai soliti manovratori politici o di natura associativa, nella forma, ma anche nella sostanza e nei partecipanti.

Partiamo dall’affanno che si è impossessato del turismo riminese. Non è di oggi. Nemmeno di ieri. I problemi respiratori si aggravano alla fine degli anni 80. Il modello già in quegli anni mostra tutte le sue criticità. Poi peggiora. “Il turismo nelle aree mature” è il titolo di un convegno organizzato per Confindustria nel 1995, ha ricordato Santinato. Se era maturo allora oggi com’è? Poi gli anni 2000, contrassegnati “da spirito di rassegnazione”. C’è poco da girarci intorno, inutile allontanare l’amaro calice. Gli ignavi Dante li ha sbattuti nel vestibolo dell’inferno. E Santinato ha così riassunto la sfida: “Rilancio o inesorabile declino? A voi la scelta”.

Quindi l’elenco dei problemi. Il muro del pianto, come l’ha chiamato lui. Come dire: compiliamolo una volta per tutte questo cahiers de doléances, senza che le “zavorre” di cui si parla da decenni diventino sabbie mobili nelle quali sprofondare. Capiamo quello che non va per dedicarci a quel che va fatto. Via. “Di solito la colpa è sempre del Comune, della Regione, del governo, del ministro, dell’Enit, della tassa di soggiorno, degli eventi solo per giovani, dei vigili che fanno le multe, dei parcheggi che mancano, delle prostitute sulle strade, dei vu’ cumprà, dei campanellari, dei profughi negli alberghi, dei 4 stelle che praticano prezzi da 3, dei 3 che fanno i prezzi da 2…. Stamattina (ieri, ndr) sui giornali la colpa era di Airbnb. La colpa è di Booking, di Tripadvisor, dell’aeroporto che non funziona, di Trenitalia che non si ferma, dell’autostrada, del vicino che svende le camere, dei clienti che non vogliono più spendere, del personale che non si trova…”. La colpa è sempre degli altri. Domanda alla sala: “C’è qualcun altro che vuole aggiungere qualcosa?” Silenzio. Ma al momento del confronto un altro responsabile è saltato fuori: l’euro. Stupendo.

Santinato ha proseguito con flash fulminanti per illuminare i punti di debolezza. “Negli ultimi 30 anni sono stati costruiti due alberghi nuovi a Rimini, uno è questo (Savoia, ndr). Sono stato a Dubai di recente: da qui al 2022 hanno in programma di costruirne 744. A Rimini nel 1980 è stato raggiunto il numero più alto di alberghi, da quella data ad oggi ne sono stati chiusi più di 800. La nostra quota di turismo internazionale è modestissima, circa il 18%, negli anni 70 era superiore al 40%. A Jesolo ci sono un terzo degli alberghi di Rimini ma fanno quasi le stesse presenze e con una quota di turismo internazionale del 70%. I valori degli alberghi si sono dimezzati o ridotti ad un terzo rispetto a dieci-quindici anni fa. Attualmente ci sono 300 alberghi in vendita ma non li vuole nessuno. Un albergo di 30 camere vale meno di un appartamento, 300 mila euro. Infatti sono decine e decine quelli chiusi e abbandonati. Se ogni anno escono dal mercato strutture ricettive significa che un problema c’è”. In questo quadro cosa succede? Nulla. Non ci sono investimenti, la riqualificazione non decolla.

“L’offerta alberghiera, ma anche tutto il comparto turistico più in generale, è la stessa di 50 anni fa”, Passa la foto di una camera di un hotel di Marina centro, 4 stelle. Tristissima. “Rimini è l’unica città al mondo che all’aumentare della domanda calano i prezzi. Rispetto a Sorrento a Rimini si devono fare tre presenze per fatturare quello che fattura Sorrento con una, e anche rispetto a Riccione ci sono 30 euro di ricavo medio in meno”.
Fatturati, altroché presenze. “Bisogna cominciare a guardare a quel che conta, la redditività vera delle imprese”.

Ancora? “Il cimitero delle colonie”. Passa sullo schermo la solita Murri. “Sapete quando avrebbe dovuto essere inaugurato il progetto della Rimini & Rimini? Nel 1994”.
Il commercio? Altre impietosi immagini fanno da sfondo: “Negozi suk e abusivi in spiaggia, i soliti parchi tematici e la solita spiaggia, è sparito invece il delfinario, già da tempo si era polverizzata la ricca offerta di discoteche. Ora abbiamo perso pure il mitico Zanza”.

Schiaffoni salutari. Assestati a fin di bene. Poi Santinato è passato all’elenco dei punti di forza. Non pochi. “Rimini è migliorata negli ultimi anni”, e via con la lista: la viabilità, il centro storico, piazza Malatesta, il Galli, il Fulgor…, il Borgo San Giuliano è molto animato e ricco di locali di qualità. Abbiamo una fiera e un palazzo dei congressi che hanno pochi rivali non solo in Italia, un entroterra meraviglioso, tre siti Unesco nel raggio di 50 chilometri, le eccellenze enogastronomiche, tanti eventi alcuni dei quali di grande successo, il piano della balneazione…”

Ma cosa ci manca? “In campo turistico in passato dire ‘sono di Rimini’ era come aver fatto la Bocconi. Abbiamo avuto il primo pub italiano, il Rose & Crown, la prima fiera dell’attrezzatura alberghiera, la prima cooperativa di albergatori, il Publiphono, la prima università del turismo, il Pio Manzù, il Blue line, abbiamo inventato il divertimentificio, c’è il Meeting, ci hanno paragonato a Ibiza, Miami e Las Vegas”. Fatta la lista delle “conquiste” risulta più chiaro il cosa ci manca: “Si è persa per strada la capacità di essere innovatori, visionari, intraprendenti, coraggiosi”, ha detto Santinato.

Occorre molto altro per rialzare la testa, ma prima di tutto una nuova passione. Un abbrivio personale prima che economico. “Che cosa posso fare io per cambiare in meglio la mia città? Ci credo ancora? Bisogna che l’offerta migliori, serve il ricambio generazionale, che la Regione investa più risorse nel prodotto che nella promozione, non è accettabile che gli alberghi passino di mano anno dopo anno e non vengano mai controllati e mantengano la stessa classificazione, va deciso che fare dei 300 alberghi chiusi, che degradano intere zone…, tutti d’accordo sul basta cemento, ma il problema è riqualificare l’esistente.” Occorre tutto questo ma non solo. Prima di tutto c’è da “ritrovare la fiducia”, quella che negli anni 60 faceva firmare le cambiali. Quindi è stato lanciato questo fantastico video: “La cambiale per noi riminesi è una cosa meravigliosa”.

La parola ai presenti. Chi ci crede ancora? A ruota libera sono partiti una decina di interventi, tutti molto sensati.

Da segnalare a parte quello di Maurizio Ermeti, presidente del Forum del piano strategico. Perché, come gli ha detto con una battuta Santinato, ha parlato “quasi come un assessore”, svelando addirittura i progetti della Regione. Anzitutto ha detto che “tutto il processo di cambiamento che sta caratterizzando la città deriva da un lavoro iniziato una decina di anni fa e che si chiama piano strategico, che ripartirà a breve con un nuovo percorso di partecipazione”. E una volta migliorato il centro, ha aggiunto, “siamo pronti per partire anche con la riqualificazione della parte turistica: dalla primavera del prossimo anno col parco del mare… poi ci vorranno 4-5 anni”.

Ha parlato quasi come un assessore regionale al turismo. “Fra le attività del piano strategico, a fianco dell’intervento sul parco del mare, uno dei progetti che arriverà in primavera, che non è ancora perfezionato ma ve lo voglio anticipare oggi perché così vi potete preparare, è una misura di supporto alla garanzia di finanziamento per gli investimenti legati alla riqualificazione alberghiera su progetti importanti”. Soldi non distribuiti a pioggia, però, ma mirati e legati ad opere decisive per lo sviluppo dei territori. “Esattamente quello che sta succedendo a Rimini: se qui parte un grande progetto pubblico come il parco del mare, gli imprenditori che lavorano all’interno di quest’area possono avere accesso a questo tipo di credito”.
In che modo? “Attraverso i Consorzi fidi, Cassa Depositi e Prestiti e la Regione Emilia Romagna, verrà data una copertura praticamente totale alla richiesta di finanziamento degli operatori. Se un albergatore vuole riammodernare la propria struttura alberghiera può andare in banca col proprio business plan, ma a differenza di quello che accadeva prima (la banca lo guardava e gli diceva sei già arrivato al limite), potrà accedere attraverso una controgaranzia che arriva fino all’80% dell’investimento. Se chiedo 1 milione, 800 mila euro sono controgarantiti da un sistema che lega Cassa Depositi e Prestiti, la Regione e i Confidi, che si ripartiscono il rischio e garantiscono all’operatore la possibilità di avere accesso a quel finanziamento”. Secondo Ermeti la Regione potrebbe “arrivare a dare il restante il 20% a fondo perduto”. Miraggi, realtà? Vedremo.

Non solo. Ermeti ha detto che “questa è una proposta che nasce dal piano strategico: siamo stati noi ad andare a parlare con Cassa Depositi e Prestiti a Roma, che ha negoziato l’intervento con la Regione, la quale aveva già fatto una misura di questo genere per l’industria e una parte dell’artigianato e abbiamo praticamente adeguato la proposta agli albergatori”.
Di quali cifre si parla? “La capacità di ‘tiraggio’ di questo progetto può arrivare per la Regione fino a circa 150 milioni di euro e la capacità di chiedere il finanziamento per ogni operatore, al momento nella bozza di progetto arriva fino a un massimo di 1 milione di euro, ma noi in base alle esigenze che riteniamo di avere sul nostro territorio, stiamo chiedendo di portarli fino a 3 milioni”.

L’albergatore che ha preso la parola dopo Ermeti ha elegantemente demolito il castello dei denari a fondo più o meno perduto: “Una città turistica che voglia avere un futuro non può basare le proprie imprese sui finanziamenti che devono pioverci dall’alto, la priorità deve essere quella di ricostruire delle imprese remunerative e stimolare l’amministrazione a diminuire i posti letto”.
E Santinato: “Se da domattina ci fosse qualche milione di euro a fondo perduto sapremmo come spenderlo? Avremmo visione, idee, progetti? Sapremmo cosa chiede oggi il mercato, o come dovrebbero essere le imprese per fare business?” E poi ha ironizzato: “In questi giorni avrete letto sul giornale la questione strategica, vitale: pensione completa sì pensione completa no…, questo è il dibattito, ma se siamo ancora a questo punto sarebbe bene guardare un po’ di più a quel che succede nel mondo”.

Fra le voci dalla platea anche quella di Fabrizio Fabbri (Up Hotel): “Non abbiamo un prodotto di valore oggi a Rimini, tranne poche strutture che possono offrirlo, si continua a sopravvivere coi clienti di una volta che piano piano vengono meno. Io ci credo ancora e soprattutto mi diverto nel fare questo lavoro”.

Gran finale di Giuliano Ghirardelli: “Porto la testimonianza di uno che abita a San Giuliano mare da tanto tempo e che ha visto non un declino ma una sconfitta completa di una località, che negli ultimi anni ha perso più di venti alberghi. In via Briolini ci sono decine di alberghi chiusi già in pieno degrado, e probabilmente a causa di questo hanno chiuso gran parte dei negozi sul lungomare di via Ortigara, e anche il tabaccaio. A San Giuliano è sorta una darsena straordinaria ma nonostante questo c’è un cimitero di piccoli alberghi. Se a San Giuliano la situazione è questa, cosa devono fare a Bellariva dove la colonia Murri è abbandonata da decenni? Ho detto questa cosa in un piccolo dibattito in cui era presente un assessore del nostro Comune, di quelli che contano: non avessi mai accennato al problema delle colonie abbandonate! Se ne è avuto subito a male, piccola testimonianza del fatto che un vero dibattito, la possibilità di sollevare qualche critica, a Rimini sta toccando il punto più basso, non c’è la possibilità di un discorso franco come avveniva in passato. Non a caso se siamo in tanti qui oggi è perché abbiamo capito che con Mauro Santinato noi potevamo discutere liberamente, cosa alla quale non siamo più abituati”.
Ghirardelli ha proposto che l’incontro di ieri possa diventare un appuntamento mensile di confronto con l’obiettivo di “fare sempre più pressione”. Smuovere, discutere, confrontarsi senza paura di dire che il re è nudo. Il sasso è lanciato. Quello che non avveniva più da anni dopo la stagione, cioè un vero “tavolo” (seppure molto allargato) di lavoro sul turismo, lo si è visto ieri. Apparecchiato dal basso.

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