Ci vuole tanto a ripulire l’antica edicola di via Dario Campana?

Ci vuole tanto a ripulire l’antica edicola di via Dario Campana?

Gli alberelli continuano a crescere sulla cuspide dell'edicola disegnata dall'ingegner Urbani, aghi di pini ed erbacce ricoprono tutto. Ne abbiamo parlato sette mesi fa, ma l'amministrazione comunale continua a voltarsi dall'altra parte. Su, un piccolo sforzo!

Questa rubrica, “occhi sulla città”, ha ottenuto alcuni risultati (ad esempio la sistemazione all’esterno della Caserma Giulio Cesare). Piccole cose, naturalmente, ma che contribuiscono a rendere un po’ più bella la nostra città. Oggi vi parliamo invece di un obiettivo non ancora centrato. Ci vorrebbe uno sforzo ridottissimo ma, forse perché poco “notiziabile” (non è un evento, non è un fila dritto, non è un chiringuito e non è nemmeno una passerella), l’amministrazione comunale continua a non interessarsene. Speriamo che, prima o poi, lo sguardo da piazza Cavour si allarghi alla vicina via Dario Campana.

E’ il 2 novembre 2017, giorno tradizionalmente dedicato ai defunti. Chi sfoglia le pagine di Rimini 2.0 con il mouse (o il track-pad), legge il nostro rammarico per la mancata manutenzione (del tutto ordinaria) dell’edicola ottagonale che dal 1870 protegge l’antica fonte romana al centro della rotonda Mozzoni in via Dario Campana (già “via dei condotti”). A proposito di defunti, scriviamo quelle poche righe per tentare di “rianimare” l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sul problema sopra accennato. Niente da fare: palpito empatico assente ed elettroencefalogramma piatto a dimostrazione di un interesse prossimo allo zero riguardo alle sorti della storica edicola. In quella occasione, a mo’ di pungolo, mostriamo la targa che ne attesta il restauro del 1991 avvenuto a carico dell’AMIR (Azienda-Municipalizzata-Industriale-Rimini). Crediamo che magari possa farsi strada qualche senso di colpa… Macché.

A quasi sette mesi di distanza dalla nostra denuncia, nessuno si è mosso, nulla è cambiato. Anzi, no: gli alberelli, attecchiti sulla cuspide dell’edicola disegnata dall’ingegner Urbani (1823-1879), sono cresciuti indisturbati con il vigore che si addice a intraprendenti “rampolli verdi” in cerca di luce.

Le immagini sono eloquenti. L’ammasso di aghi di pino e i piccoli alberi che spuntano perniciosamente sul cono dell’edicola risultano tutt’altro che estetici.

Come già sottolineato, a lungo andare le radici della vegetazione creano pertugi e infiltrazioni d’acqua non certo utili alla stabilità del manufatto. E pensare che con un minimo dispendio di personale e di energie si restituirebbe all’edicola ottocentesca la dignità che merita.

 

Come d’abitudine, documentiamo quanto andiamo dicendo grazie all’implacabile ausilio delle immagini. Circa ventisette anni fa, le tavole grafiche dell’architetto incaricato del restauro (l’intervento prevede il risanamento dell’intero edificio che mostra evidenti segni di deterioramento in varie zone del manufatto) rilevano, tra l’altro, più di un alberello nato tra i mattoncini. Non a caso. E’ indubbio che l’illustrazione del tecnico tenda a mettere in evidenza anche l’anomala fioritura arborea. Nella foto del ’91, scattata dopo la ristrutturazione, non si nota più la vegetazione che opprimeva l’edicola, ora ripulita e risanata nella struttura. In una foto in bianco e nero che abbiamo visionato in biblioteca, l’allora sindaco Marco Moretti si complimenta con i dirigenti dell’AMIR per il felice e meritorio intervento.

Vogliamo che torni così. Questa foto risale al 1991 ed è tratta dalla monografia “Le fontane di Rimini. Acqua da bere, acqua da vedere” di Pier Giorgio Pasini e Annamaria Bernucci. – Amir, 1993. Disponibile presso la Biblioteca Gambalunga

Per l’intera operazione di recupero, il preventivo prevedeva la cifra di 50 milioni di lire: una bella cifra; motivo in più per conservare il bene in oggetto in maniera decente; se non altro per rispetto agli sforzi e ai denari spesi agli inizi degli anni ’90. Le immagini scattate pochi giorni fa, se ancora non intonano il “de profundis” per le sorti dell’edicola, di certo non promettono nulla di buono. Che sia finalmente arrivato il momento di intervenire? Per quanto ci riguarda, noi non demordiamo.

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