Come apre bocca lo querelano, Pecci (Lega): “non mi faranno tacere”

Come apre bocca lo querelano, Pecci (Lega): “non mi faranno tacere”

Prima a seguito delle accuse lanciate sull'inchiesta degli appalti di Tecnopolo e Acquarena, poi con la richiesta di chiarezza sul caso dell'autonoleggio Viserba Rent, il capogruppo della Lega è costantemente minacciato di querele da palazzo Garampi. E con lui la stampa che osa riferire il contenuto delle sue prese di posizione. Un consigliere di opposizione può svolgere il proprio compito? La stampa è libera o in libertà vigilata? Intanto oggi è un quotidiano nazionale ad occuparsi dell'immobile affittato ai camorristi.

A Rimini pare non si possano più scrivere le notizie “scomode” che riguardano palazzo Garampi. Minaccia querele il sindaco Gnassi per chi osa riferire il punto di vista del capogruppo della Lega, Marzio Pecci, sull’inchiesta Tecnopolo-Acquarena, che pure non è acqua fresca, perché vede la richiesta di rinvio a giudizio di 18 persone, fra cui tre dipendenti comunali, e tre stralci. Uno a Rimini, uno a Pesaro e uno a Bologna, e quest’ultimo vedrebbe due indagati, oltre al faccendiere Mirco Ragazzi anche il capo di gabinetto del sindaco e della giunta Sergio Funelli. Il quale una volta uscita la notizia ha chiarito di non “sapere nulla di questa vicenda nel merito e non avendo ricevuto, a due anni e mezzo di distanza, alcun tipo di comunicazione o informazione, ho comunque dato oggi, per doveroso scrupolo, mandato all’Avv. Moreno Maresi di Rimini di procedere agli accertamenti del caso, in primis sull’esistenza e eventualmente sullo stato dei procedimenti riferiti dalla stampa”. Era circa un mese fa, poi è calato il silenzio.

Minaccia querele, anzi assicura che chiamerà Marzio Pecci a risponderne in tribunale, l’assessore alla scuola Mattia Morolli. Ma un consigliere di opposizione ha ancora qualche libertà di espressione oppure no? E la stampa deve pubblicare solo le veline? E’ libera o in libertà vigilata?, come si domanda l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna in merito ad una vicenda che riguarda due testate reggiane? Perché nei fatti, anziché “avvalersi del diritto di replica”, c’è chi preferisce “scegliere le vie giudiziarie, illudendosi di rimborsi in denaro e di limitare la libertà di stampa con una causa per diffamazione che noi definiamo una querela temeraria”.

Nel consiglio comunale di ieri sera Pecci ha presentato una lunga interrogazione sulla vicenda dell’autoneleggio Viserba Rent. Sarà per la minaccia di querela ribadita anche in consiglio comunale da Morolli che praticamente nessuno ha riferito delle domande poste dal consigliere leghista? E sarà per le ventilate querele del sindaco che sui giornali non si legge più niente dei gravi fatti al centro dell’inchiesta Tecnopolo-Acquarena, che non è stato possibile approfondire nemmeno all’interno della commissione comunale di controllo e garanzia perché, come ha esternato nei giorni scorsi lo stesso Pecci, non c’è stata “la disponibilità del sindaco, del capo di gabinetto Funelli e delle altre persone a vario titolo coinvolte”?

“La salda posizione del secondo posto di Rimini nella graduatoria delle città criminali ha riaperto il tema della sicurezza nella città”, ha esordito Pecci richiamando il comunicato stampa diffuso sulla classifica del Sole24Ore sulla criminalità. “Da quando la Lega siede in Consiglio Comunale abbiamo osservato la mancanza di etica politica in diversi fatti: nel fallimento di Aeradria, ove risulta imputato il sindaco; negli appalti Tecnopolo e Acquarena che vedono coinvolti un faccendiere del PD ed il capo-gabinetto del Sindaco, oltre a dirigenti e funzionari comunali e adesso, dopo l’operazione contro la criminalità organizzata denominata “Hammer”, siamo costretti a denunciare pubblicamente, notizia che riteniamo fondata, che alcuni familiari, molto vicini ad un Assessore del comune di Rimini, siano i locatori dell’immobile ove veniva svolta l’attività oggetto di indagini da parte della DDA”. E poi ha aggiunto: “Oggi leggiamo sulla stampa che l’immobile locato a presunti appartenenti alla criminalità organizzata coinvolti nell’operazione Hammer appartiene alla famiglia dell’assessore Mattia Morolli il quale si dichiara estraneo ai fatti, ma ha il cattivo gusto di insultarmi su Facebook dichiarando: “.. vomitevole, imbarazzante strumentalizzazione del leghista Marzio Pecci verso la mia famiglia e anche io con loro, il consigliere verrà serenamente querelato. E insieme a lui chi in ogni modo diffonderà questa putrescente infamia”. Vomitevole per cosa? Per avere affermato che il fallimento di Aeradria e gli scandali di Tecnopolo e Acquarena violano l’etica politica? Imbarazzante strumentalizzazione? C’è forse nel comunicato il nome suo e della sua famiglia? Verrà serenamente querelato: quale sarebbe il reato commesso, quello di chiedere a chi ricopre incarichi pubblici di combattere l’illegalità? L’assessore Morolli mostra una grande confusione mentale”.

Pecci non accetta che si tenti di “soffocare, con insulti e minacce, la richiesta dell’opposizione di trasparenza dei fatti emersi e, quindi, della sua totale estraneità. Le accuse e le minacce sue e dei suoi “amici di Facebook” le respingo, con fermezza, al mittente e gli dico che esse non mi intimidiscono, non mi feriscono e, soprattutto, non mi faranno tacere perché, da questi banchi, noi combattiamo la criminalità a 360 gradi compresa la criminalità dei colletti bianchi che in questa città sta crescendo ed è molto difficile da sradicare. Personalmente ho denunciato, a mezzo della stampa locale, il pericolo della criminalità organizzata già nel maggio del 2016 e da allora cosa ha fatto l’assessore Morolli per combattere il fenomeno? Noi combatteremo sempre perché vogliamo una città più giusta ove non ci siano rapporti privilegiati e premi per i furbi e soprattutto vogliamo una città bella e sicura. Non vogliamo chi, a parole, chiede trasparenza, etica, legalità e poi chiude occhi, orecchie e bocca”.

Quindi è partito con una mitragliata di domande, rivolte al sindaco:
“1) se (il sindaco, ndr) ha chiesto ai propri assessori di tenere comportamenti vigili nei confronti della criminalità organizzata;
2) quali iniziative ha assunto l’assessore Morolli per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata;
3) chi sono i proprietari dell’immobile di via Beltramini 55 Viserba ove veniva svolta l’attività di noleggio oggetto di indagine da parte delle forze dell’ordine della DDA di Bologna;
4) chi era il conduttore dell’immobile con l’insegna “Minimarket Viserba”;
5) chi ha sottoscritto la domanda presentata agli uffici SUAP per la variazione di attività economica da Minimarket ad autonoleggio;
6) quali attività amministrative ha compiuto l’Ufficio per autorizzare la variazione;
7) in quanto tempo è stata concessa l’autorizzazione;
8) se l’immobile è a norma con tutte le autorizzazioni/certificazioni comprese le eventuali certificazioni dei vigili del fuoco;
9) se i locali di via Beltramini 55 Viserba di Rimini erano idonei per l’attività di autonoleggio;
10) se l’attuale conduttore è il medesimo a cui è stato locato l’immobile per l’attività di Minimarket;
11) se dai contratti di locazione depositati presso gli uffici si evince l’ammontare del canone di locazione annuo;
12) quali informazioni e controlli hanno assunto gli uffici sulla regolarità della locazione;
13) quale istruttoria ha svolto il comune sui richiedenti la variazione di attività economica;
14) se l’attività di Minimarket Viserba e l’attività di autonoleggio sono in regola con il pagamento delle imposte e dei tributi locali”.

E’ lecito che un consigliere comunale ponga queste domande e che i giornali le riferiscano oppure è reato? Pecci ieri sera non ha ottenuto nessuna risposta a questi quattordici quesiti (il sindaco era assente). Prima ha preso la parola il vicesindaco Gloria Lisi per dire che “ai 14 punti forniremo risposta scritta e lascio la parola all’assessore Morolli per le integrazioni”.
L’assessore Morolli ha integrato così: “Confermo due cose, la prima è che la mia famiglia è vittima di questa situazione, la seconda che è vomitevole (quanto sostenuto da Pecci, ndr) e che ci vedremo nelle aule deputate in merito agli attacchi che lei ha fatto facendo passare i miei famigliari come correi di una cosa gravissima, lei (rivolto a Pecci, ndr) ne risponderà nelle sedi opportune”. E poi ha aggiunto una considerazione legata alla storia politica di Pecci: “Io non posso chiedere, visto che lei abita in un altro comune, qual è lo stato dei suoi immobili, ma lei è riuscito ad essere il candidato di centrodestra che ha avuto il maggior distacco dal sindaco vincente del centrosinistra, quindi è riuscito ad entrare nella storia di Rimini”. Morolli ha poi “ringraziato per la solidarietà arrivata in queste ore da tanti colleghi dell’opposizione“, per concludere ribadendo “che è una faccenda che mi vede personalmente estraneo e la mia famiglia è vittima, come dimostra la confisca dell’attività e non del bene, e poi c’è un aspetto di accuse mosse senza leggere le carte, senza discernere fra amministratore pubblico e familiare, che è grave a livello politico e della professione che lei da tanti anni esercita e ne risponderà civilmente e penalmente“.

“Non sono abituato a subire gli attacchi gratuitamente soprattutto da parte di chi approfitta della posizione di assessore”, ha replicato Pecci, che rivolto al presidente del consiglio comunale ha chiesto di poter dare lettura del comunicato inviato alla stampa “che l’assessore Morolli considera lesivo della sua onorabilità, visto che mi minaccia di querela per avere offeso lui e la sua famiglia”. Il consenso a leggere il comunicato Pecci non l’ha ottenuto (“in questa sede non si possono leggere gli articoli della stampa perché non finiremmo più e in questo modo non si farebbe il consiglio comunale ma un dibattito che va fatto in altre sedi”, è stata la motivazione della presidente Sara Donati). “Se l’assessore Morolli utilizza lo spazio per la risposta alla mia interrogazione minacciandomi azioni penali e civili questo significa che si cerca di impedire che io esponga il mio pensiero”, ha concluso Pecci.

Oggi è un quotidiano nazionale, La Verità diretta da Maurizio Belpietro, a dedicare quasi una intera pagina al caso: “Un autonoleggio fungeva da centrale del riciclaggio e polmone finanziario dell’organizzazione criminale. La proprietà dei locali è della famiglia Morolli, il cui figlio Mattia è il responsabile in giunta per la scuola.”

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