Come sarà che Sant’Antonio, arrivato a Rimini, si è messo a predicare agli asini?

Come sarà che Sant’Antonio, arrivato a Rimini, si è messo a predicare agli asini?

Domenica scorsa, a Messa ai Paolotti (anche noi Cattolici Apostolici Romagnoli frequentiamo i sacramenti), mi son reso conto a un tratto delle sottili

Domenica scorsa, a Messa ai Paolotti (anche noi Cattolici Apostolici Romagnoli frequentiamo i sacramenti), mi son reso conto a un tratto delle sottili allusioni politiche contenute negli affreschi dedicati al Santo: il miracolo della predica al somaro in Piazza Tre Martiri, il miracolo dell’omelia ai pesci sul ponte della Resistenza.
Consistenti, queste allusioni, nel fatto che Sant’Antonio, arrivato a Rimini, resosi conto che eravamo ignoranti come le bestie, invece che a noi Riminesi scelse di predicare direttamente a loro, alle bestie.
Tesi confermata dal fatto che le due scritte in latino sopra e sotto gli affreschi contengono ben quattro errori di grammatica.
Che sarà anche colpa della vulgata medioevale, ma la carica simbolica rimane.
Quasi a conferma che il problema di questa città non è né imprenditoriale né finanziario né politico né tantomeno religioso, bensì culturale.
Consistente in un deficit di conoscenza (anzi di desiderio di conoscenza) che, a parte clientele e vischiosità elettorali, ha sempre reso approssimative e strafalcione, anche se non precarie, tutte le maggioranze politiche formatesi dal dopoguerra in poi.
Nel senso che, non ponendosi neppure il problema di quale fosse l’identità e l’anima della città (dato che il problema era solo vincere e vinceremo, governare e governeremo, lottizzare e lottizzeremo), buona parte delle derivate amministrative sono state, se non dannose, per lo meno incongruenti ai fini d’uno sviluppo qualitativo, non solo quantitativo, della città.
Vedi ad esempio il caso Trc, progetto megalomane e assolutamente inutile, anzi nocivo, che però nessuno è riuscito a fermare.
In quanto voluto sia dal nordismo imprenditoriale targato Lega (e prima ancora dall’Ncd del ministro Lupi) sia dall’egemonismo sinistrorso di marca Bolognista.
In una congiunzione più incestuosa che astrale che fa capire il perché dei successi elettorali dei 5 Stelle oggi, a scapito sia del centrodestra che del centrosinistra.
Con noi Riminesi a far da carne da cannone per interessi altrui.
Ma adesso che la nuova giunta è venuta alla luce, il condizionamento esercitato dalla lista Pizzolante sul Gnassi 2 potrà finalmente por fine a tutto questo.
Alleluia!

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