Comunità cristiane di base? Progressisti che non vogliono l’ora di religione, chiedono Ius soli, aborto e agenda LGBT

Comunità cristiane di base? Progressisti che non vogliono l’ora di religione, chiedono Ius soli, aborto e agenda LGBT

A Rimini dall’8 al 10 dicembre si terrà il seminario nazionale delle “Comunità cristiane di base”. Chi sono? Un gruppo di modernisti che detesta la dottrina cattolica e che vorrebbe dettare alla Chiesa l’agenda ultra-progressista.

Sembrerà assurdo, forse quasi un paradosso, ma siamo in un tempo in cui va di moda definirsi cristiani. Attenzione, dico definirsi, non esserlo. C’è un enorme differenza sostanziale. Mai come oggi, infatti, il termine cristiano viene bistrattato, abusato, stravolto. Insomma, tutti sono cristiani, tutti si attribuiscono questa etichetta, però le chiese sono sempre più vuote. Quante volte abbiamo sentito affermare dal saccente di turno: “Io sono per l’aborto e per i matrimoni gay, ma lo dico da cristiana eh”. Come se fosse un rafforzativo e non, come è in realtà, una palese contraddizione in termini, frutto di un’ignoranza pazzesca. Il pressapochismo predomina e sforna un esercito di cristiani a caso, per modo di dire, senza identità, senza contenuto, senza giudizio, senza un perché. Senza senso. Come uno che racconta di tifare in modo sfegatato per il Milan e poi esulta quando a segnare sono i neroazzurri. Tant’è che non è raro di questi tempi imbattersi in catechiste “cattoliche” (o almeno dovrebbero esserlo, ma così si definiscono) che sui social si lasciano affascinare e avvolgere dalla propaganda LGBTQI con arcobaleni annessi. Le ho viste con i miei occhi e non sono poche. Dalla dottrina al love is love. 



Già adesso la confusione all’interno della Chiesa è tanta e solo chi è “disinformato in buona fede” può negarlo. Ci mancavano, a questo punto, solo le fantomatiche “Comunità cristiane di base” che si ritroveranno a Rimini dall’8 al 10 dicembre in occasione del loro seminario nazionale. Le cosiddette “Cdb” sono nate negli anni sessanta-settanta, si sono sviluppate in Europa e anche in Italia. Dicono che non intendono creare un’altra Chiesa, ma credono nel concetto di una Chiesa “altra” rispetto a quella istituzionale. In poche parole l’obiettivo è quello di ribaltare e snaturare la Chiesa Cattolica. Il loro campo d’interesse è vasto. Si va dalla rielaborazione della liturgia in chiave ecumenica, inclusiva e dialogica, fino alla retorica LGBT moderna, ovvero quella che Monsignor Negri definisce omoeresia.

 Ma c’è dell’altro.

Le Comunità cristiane di base sono molto attive dal punto di vista politico. Date le premesse, potete già immaginare il seguito. Le Cdb si battono per dire no all’ora di religione nelle scuole (tra l’altro facoltativa), definiscono sul proprio sito “follia oscurantista” il semplice fatto di schierarsi contro l’aborto, da loro considerato un “basilare diritto delle donne di decidere sul loro corpo”. Qualcuno dovrebbe ricordare a queste “comunità cristiane di base” che 16 giorni dopo il concepimento, nel feto, c’è già un cuoricino che inizia a battere. Sempre sul loro sito definiscono l’obiezione di coscienza dei medici che non vogliono praticare l’aborto “un’imposizione della propria visione morale, moralista e ipocrita, prossima all’omissione di servizio pubblico”. Arrivano addirittura ad affermare che essere obiettore è “una scelta comoda”, perché “si lavora anche di meno”.

Continuo a spulciare sul loro sito, nonostante sia convinto di essermi imbattuto in un sito almeno dall’apparenza palesemente fake. Invece è tutto vero. Alle comunità cristiane di base mancano proprio le basi. 

Basta visitare gli ultimi post presenti sulla loro pagina Facebook ufficiale per capire che i problemi non finiscono qui. Si va dal sostegno al movimento ultra-femminista “Non una di meno”, al tifo per la legge sul testamento biologico, passando per la loro allergia nei confronti di tutti quei cattolici e non che si battono contro il totalitarismo gender. C’è anche l’esaltazione della “teologia della liberazione”, la definizione dei dogmi come “inutile fardello”, fino ad arrivare alla partecipazione al culto luterano della festa della riforma. Non poteva mancare, infine, la condivisione della recente sparata di Michela Murgia, secondo cui “Il concetto di patria ha fatto solo danni. Cominciamo a parlare di Matria” e la forsennata propaganda per far approvare lo Ius Soli.



Giusto per capire il calibro degli appuntamenti e quanto c’azzecchino col cattolicesimo, venerdì 8 dicembre sarà tenuto l’incontro “Il Cristianesimo è eresia” da don Ferdinando Sudati, sacerdote della diocesi di Lodi e da Giancarla Codrignani, già parlamentare della Sinistra Indipendente. Sempre venerdì sera ci sarà l’incontro “Dialogo su don Milani” (amatissimo dai progressisti), tenuto dalla nipote stessa di don Milani, Valeria Milani Comparetti e da Sergio Tanzarella, docente presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. 

Insomma, mentre ognuno si costruisce il suo “cristianesimo” a piacere, sarebbe necessario che qualcuno ricordasse a tutti questi signori che non esistono cattolici progressisti e cattolici conservatori. Esistono i cattolici e i modernisti. E come diceva il Papa, San Pio X, il modernismo è la sintesi di tutte le eresie.




I Cdb definiscono il no all’aborto “follia oscurantista”

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Cdb definiscono l’obiezione di coscienza “imposizione della propria visione morale, moralista e ipocrita, prossima all’omissione di servizio pubblico”

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