Con la giunta Gnassi le liste d’attesa per alloggi Erp sono aumentate del 40%

Con la giunta Gnassi le liste d’attesa per alloggi Erp sono aumentate del 40%

Sotto la guida di un'amministrazione comunale di centrosinistra che spende nel welfare circa 40 milioni di euro l'anno, schizzano in alto, come non era mai successo prima, le liste d'attesa per gli alloggi Erp. Ecco i numeri e la soluzione che, con stile un po' gesuitico, lancia Cesare Mangianti. Un comunista in sonno all'Acer.

Mentre nascono nuovi sportelli di accompagnamento all’abitare e il Comune di Rimini spende circa 40 milioni di euro l’anno per il welfare, si allunga paurosamente la graduatoria per gli alloggi Erp. Sempre più famiglie in lista d’attesa per un alloggio. Succede sotto la giunta di centrosinistra (stando alle bandierine che sventolano) Gnassi e con assessore al welfare Gloria Lisi, espressione del mondo cattolico diocesano. Entrambi, sindaco e vice, impallinati proprio su questa debolezza dal consigliere di “Fare comune” Fabio Pazzaglia. Che ha parlato di fallimento della giunta su questo importante tema sociale. I dati non lasciano dubbi.
Le domande ammesse alla graduatoria dal Comune di Rimini al 30 settembre scorso sono state 1902, un numero altissimo e in crescita. A marzo erano 1847, 1362 a settembre del 2011 e cinque anni prima (settembre 2006) 1390. Come si vede, dal 2006 al 2011 l’incremento è stato contenutissimo. Poi è esploso. Sono mancate le risposte ad un problema in crescita. E intanto il tempo passa. A quando una soluzione per smaltire il “carico”?
Va detto che l’ingente aumento del numero delle domande potrebbe essere imputato in parte anche ad una modifica regolamentare. Sino al primo semestre 2013 ad ogni aggiornamento semestrale le domande correlate di ISE scaduto venivano escluse. Molti dei richiedenti esclusi non ripresentavano poi domanda o perché non più interessati o perché non intravedevano la possibilità di ottenere una assegnazione. Della serie: anche la speranza ha un limite. Il regolamento approvato dal consiglio comunale nel 2013 ha introdotto invece una revisione triennale e di conseguenza molti richiedenti non più interessati all’assegnazione di un alloggio Erp (a volte anche emigrati) rimangono in graduatoria sino alla revisione fatta d’ufficio. L’aggiornamento si farà nel marzo di quest’anno (anche se le verifiche dei requisiti e l’aggiornamento della dichiarazione ISE continuano ad essere fatte puntualmente) e a quel punto si vedrà se la graduatoria subirà un ridimensionamento. Ma la piaga della drammatica questione abitativa c’è tutta.
Senza dare troppo nell’occhio, rinchiuso nel fortino dell’Acer, dove da dieci anni tace sulle materie che da amministratore comunale lo vedevano spesso e volentieri sulle barricate, Cesare Mangianti ha messo nero su bianco una proposta che suona come un “suggerimento” a Palazzo Garampi. Chiede al Comune di Rimini di “verificare la possibilità di ricavare alloggi nel centro storico della città”, il che permetterebbe di “offrire una risposta ad oltre 1.900 domande” e darebbe “un contributo di presenze in controtendenza rispetto allo spopolamento del centro che vede, non a caso, le chiusure di diversi esercizi commerciali”, oltre a consentire “una riqualificazione, sia pure parziale, di alcune aree del centro proprio nel momento in cui l’Amministrazione comunale si sta adoperando per il recupero di luoghi della città, a partire dal Teatro Galli, dalla Rocca e dalle piazze”. Anche se con uno stile un po’ gesuitico, Mangianti dà tutta l’impressione di voler indicare una strada. Anzi di più, perché i suoi consigli vanno dall’abitazione, al commercio passando per l’urbanistica.
Il tema l’ha sollevato nella conferenza degli enti lo scorso dicembre e l’ha scritto nel bilancio preventivo 2016 di Acer. Perché carta canta.
Andandolo ad incontrare al secondo piano della palazzina che ospita il quartier generale di Acer, però, si fa un’amara scoperta: ha appeso la politica e la vis polemica al chiodo. Allontana ogni giudizio politico sul presente. Anche nel curriculum che ha depositato in Acer e che si può leggere sul sito internet dell’Azienda casa, ha bandito ogni riferimento alla politica: menziona solo la laurea in lettere moderne, l’esperienza di professore di lettere all’Alberghiero e pure all’estero, e poi dal 2006 la carica più alta nell’Acer. Fine. Nemmeno un cenno alla presidenza del consiglio comunale che ha assunto nel 2003 e men che meno il ruolo di capogruppo di Rifondazione comunista, la candidatura alla Camera per la Sinistra Arcobaleno.
“Da quando sono qui non ho mai fatto un intervento legato al partito, tranne anni fa una volta sullo stadio e un’altra sulla abolizione delle Province”, si vanta. “Acer è il gestore delle politiche abitative decise dalle amministrazioni comunali”, puntualizza. E non è una puntualizzazione da poco. Della serie: io eseguo. Tranne poi mandare messaggi nemmeno tanto in codice agli amministratori comunali che non brillano nella soluzione del problema casa.
“Noi lavoriamo in base alla legge, nella fattispecie la n. 24 rivista nel dicembre 2013, che dice una cosa importante: le amministrazioni comunali e le Asp possono avvalersi degli Acer, per assurdo potrebbe capitare che i comuni della provincia di Rimini decidessero di gestire in proprio le politiche abitative”, chiarisce ulteriormente. Si lascia scappare solo che “questa impostazione a mio parere non è molto bella”, ma subito dopo aggiunge che però “nei fatti il 99% dei comuni si affidano ad Acer perché funziona bene”. E quell’1% che manca all’appello non è in provincia di Rimini.
“Nel 2001 la Regione fece una scelta molto positiva, decise di finanziare “case sociali” a canone calmierato (una media di 350 euro) andando incontro alle esigenze delle giovani coppie con uno stipendio basso, che quindi non potrebbero permettersi di comprare la casa. Ma all’epoca non c’era la crisi, che invece in seguito ha colpito pesantemente soprattutto questo tipo di famiglie, ovvero due stipendi da mille euro ciascuno e uno o due figli”. Morale? “Oggi sarebbe necessario avere più case Erp (140 euro al mese circa come media di “affitto”) per rispondere all’impoverimento che si è verificato”.
Acer a breve consegnerà i 58 alloggi di Tombanuova: un parto lungo e difficile se si considera che gli appalti vennero fatti nel 2006 (“prima del mio arrivo”, dice Mangianti). Offerte al ribasso e fallimenti delle imprese hanno allungato i tempi.
“Rimini vive un’emergenza abitativa fortissima, c’è bisogno di alloggi e noi ci diamo da fare: di recente ne abbiamo anche comprati tre all’asta dal Tribunale”. Ma la coperta è sempre troppo corta. E Acer non ha il boccino in mano. “Noi siamo bravi”, sorride, “ma siamo un ente a servizio dei Comuni”. E’ il ritornello. Ai tempi d’oro, quando era ancora il compagno Cesare, avrebbe tuonato contro il sindaco. Che non aiuta i poveri, che la sinistra è un’altra cosa, che con lustrini e paillettes, feste e rotatorie non si fa la rivoluzione. Ma ora è diventato più inglese del compagno Corbyn.

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