Consiglio ai vigili: il cane di sabbia non sporca, invece…

Consiglio ai vigili: il cane di sabbia non sporca, invece…

La cagna e il cucciolo modellati con la sabbia non lasciano "regalini". Il busker non dissemina la città di cartoni, come fanno invece alcune attività commerciali nel centro cittadino. E non pare sia responsabile della sosta selvaggia. Insomma, care divise, c'è parecchio lavoro da fare anche senza dedicarsi agli artisti di strada.

Giovedì 8 novembre. Quasi tutti i giornali locali lanciano la notizia: “Polemica tra la Polizia Municipale e il primo cittadino di Rimini. Le vigili denunciano il Sindaco”. L’ormai noto episodio vede protagonisti il Sindaco Gnassi e le due vigili alle prese con un artista di strada. Pare che quest’ultimo, sprovvisto di autorizzazione per esercitare la propria arte sulla pubblica via, stesse insudiciando la pavimentazione del corso d’Augusto. Il Sindaco esorta (si dice) le suscettibili vigili a concentrarsi maggiormente sul via vai di mezzi motorizzati che stanno transitando, non senza creare qualche apprensione tra i pedoni, in pieno centro (isola pedonale), piuttosto che sul povero “busker”.

Le “solerti”, appena rientrano alla base, redigono una relazione per denunciare l’invasione di campo del Sindaco. E’ notizia di ieri che il Primo Cittadino è formalmente indagato dalla Procura della Repubblica. Come finirà? Al momento, non è dato saperlo. Tra le certezze, invece, si segnalano accese polemiche, scontri all’ultimo inchiostro, diffide, ripicche e vecchie ruggini che invadono l’attualità cittadina. Come siano andate veramente le cose, non è argomento che ci appassioni più di tanto. Ci limitiamo a fare un paio di considerazioni direttamente scippate dalle labbra di molti cittadini che si sono confrontati sull’argomento. La sintesi di tanto origliare? L’artista di strada in questione, diversamente da molti colleghi muniti di strumenti musicali (non sempre all’altezza del pentagramma), se non altro non inquina acusticamente i padiglioni auricolari dei passanti.

La cagna e il cucciolo modellati con la sabbia, differentemente da quelli in carne, ossa e pelo, non avrebbero lasciato sui sampietrini della via nessun genere di “regalino”. Restando in argomento, la presunta sporcizia sabbiosa sparsa dal lavoro dallo scultore è niente a confronto di quella prodotta dal noto e incontrastato defecatore seriale: il barbone che tutti, in centro, ben conoscono. Che dire, poi, dei cartoni abbandonati contro una colonna dei portici di piazza Tre Martiri? Chi gestisce il negozio difronte, quel sabato mattina (ore 11) in cui è stata scattata la foto, non è affatto felice del “dono colà depositato”. Dalla natura degli scatoloni, si sarebbe potuto risalire al colpevole? Chissà…
Di sicuro non appartengono ad alcun “busker”: la cedrata è fuori moda.

Si rileva con preoccupazione che molte signore, a pomeriggio inoltrato, non si azzardano più a frequentare l’area del mercato coperto. A causa di molteplici episodi di molestie da parte di un gruppo di sbandati che staziona in piazzale Gramsci, la zona è considerata piuttosto malsicura. Il nostro giornale, ha più volte acceso i riflettori sulla questione per segnalare la scivolosa china verso cui sta andando Rimini. Non a caso “Il Sole 24 Ore” regala ogni anno le ben note classifiche che vedono la nostra città sul podio. Niente male.
E pensare che ciclicamente torna in auge la favoletta della “insicurezza percepita”.

La cittadinanza, tuttavia, sembra maggiormente attenta agli aspetti davvero concreti, alle multe per violazioni serie e gravi, piuttosto che a quelle per il cedolino di sosta scaduto o ad altre “perditempo”. A proposito di quelle opportune: tutti i giorni, specialmente in determinati orari, via Panzini diventa veramente problematica per le soste (queste sì, pericolose) di auto. Quella strada, deputata al traffico scorrevole, in doppia carreggiata, improvvisamente si dimezza a causa delle auto ferme. Si mormora, a causa di un (innocente; ndr) esercizio commerciale. Conseguenze? Scarti improvvisi verso sinistra, possibili tamponamenti, interruzione della fluidità del traffico, intralci e inevitabili file. I “vaffa” si sprecano.
Se qualcuno ha mai visto un vigile da quelle parti, lo preghiamo di segnalarcelo. A noi non è mai successo, pur transitando spesso in via Panzini. Una disdetta.

Per concludere, nell’affaire del terroso scultore, più che il codice, forse sarebbe stato preferibile consultare il (desueto) libro del comune buon senso. Invece, per i motivi che troppo spesso vedono Rimini in cronaca nera nazionale, speriamo di finire presto in fondo alla classifica che “Il Sole 24 Ore” stila periodicamente. Per il momento ci accontenteremmo di retrocedere fino alla serie C.

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