Dal Teatro di Poletti a quello di Gnotti

Dal Teatro di Poletti a quello di Gnotti

Chissà se Luigi Poletti, progettista del Teatro Galli, starà seguendo i lavori che interessano la sua creatura. Sua? E chissà se fra gli attenti osser

Chissà se Luigi Poletti, progettista del Teatro Galli, starà seguendo i lavori che interessano la sua creatura. Sua? E chissà se fra gli attenti osservatori ci saranno anche quelli del teatro com’era dov’era. Com’era dov’era? Tutta un’altra storia rispetto all’opera che sta prendendo forma.
Migliaia di metri cubi di cemento armato, tonnellate di acciaio e, da ultimo, finalmente anche un po’ di legno (nelle capriate recentemente posizionate).
Alla faccia dei kom’eristi di Rimini Città d’Arte, quelli del “restauro filologico”, Gnassi e Totti, gnotti gnotti, stanno rifacendo il Teatro Galli “come cavolo gli pare”, “dove cavolo gli tira”!, costi quel che costi (non solo economicamente) durante e, soprattutto, dopo la realizzazione!

C’è chi pensa che piuttosto che il rudere com’era sia meglio il teatro di Gnotti come non era. Ma chi pensa veramente si chiede: non avremo perso una grande occasione? Con i soldi che si stanno spendendo (secondo il Comune di Rimini già oltre 25 milioni di euro) non si sarebbe potuto realizzare un Teatro e un complesso architettonico da far diventare “belle” tutte le notti riminesi? Tanto per gradire, mettete a confronto il retro del progetto vincitore del famoso concorso sul Galli e quello gnottesco. Vi prudono le mani? Ecco, pensate se Poletti potesse mettere le mani su Gnotti!

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