Dietro il miraggio del TRC alla Fiera c’è la dichiarazione di guerra alla mobilità privata

Dietro il miraggio del TRC alla Fiera c’è la dichiarazione di guerra alla mobilità privata

Sfera di cristallo per il nuovo anno: la giunta Gnassi parla di “convergenza” fra i vari mezzi di trasporto, ma in realtà il PUMS appena adottato punta a non aumentare i parcheggi in centro. E promette ciò che non può mantenere.

Inizia il 2019, anno centrale per il secondo e ultimo mandato amministrativo di Andrea Gnassi come sindaco di Rimini, e quali sono le promesse di palazzo Garampi alla cittadinanza? Pochi giorni fa il primo cittadino ha acceso un fuoco d’artificio annunciando il prolungamento del TRC dalla stazione alla Fiera per 70 milioni: è qualcosa di realistico, oppure un miraggio? Oggi certamente non è possibile rispondere alla domanda, ma possiamo rifarci all’esperienza degli ultimi otto anni per avere almeno una pietra di paragone fra i “desiderata” e le concrete realizzazioni.

Quando ha lanciato la campagna elettorale del 2011 per la conquista della fascia tricolore, Gnassi intravedeva nella sua sfera di cristallo i seguenti traguardi:

copertura wireless libera e gratuita per tutti i cittadini ed i turisti entro la fine del 2011;

inaugurare la nuova Casa del Cinema entro il 31 ottobre 2013;

restauro del Teatro Galli completato entro il 2014;

entro il 2013 ripavimentata la seconda parte di Corso d’Augusto (piazza Cavour/Ponte di Tiberio);

impianti sportivi, spese per investimenti di 1.000.000 all’anno per il decennio 2011-2021;

ogni anno diminuzione del 10% del traffico da auto;

asse di via Roma completato entro il 2012;

rendere definitivamente pedonabile il Ponte di Tiberio nel 2014;

entro il 2016 i parcheggi attualmente compresi tra centro e borghi passeranno da 2270 a 5538 e sarà triplicata l’odierna offerta dei parcheggi di attestazione e/o scambiatori, arrivando a una disponibilità complessiva di 17.500 posti;

entro il 2016 offerta di 1500 posti nei nidi (contro i 960 attuali);
e tanti altri che tralasciamo.

Non facciamo la rassegna analitica di tutto ciò che non è stato fatto, o che è stato fatto con ritardi di anni – ciascun lettore lo può fare da sé. Osserviamo solo che molte delle promesse del centrosinistra di otto anni fa riguardavano la mobilità, e lo stesso accade anche alla vigilia del nuovo anno con il PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile, appena adottato dalla giunta.
Un documento i cui obiettivi – rimasti pressoché nascosti alla pubblica opinione – meritano di essere sottolineati e paragonati con i dati della cruda realtà.

Citiamo dal PUMS: TPL (cioè trasporto pubblico locale, il servizio gestito da Start Romagna, direttamente e/o in appalto): «obbiettivo specifico fondamentale: incremento di velocità commerciale del Trasporto pubblico fino a 25 km/h».
Due osservazioni telegrafiche: a Ravenna già nel 2016 la velocità commerciale degli autobus è di 26,7 km/h (fonte: elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati Istat), quindi non si vede che senso abbia l’obiettivo riminese di qui a vari anni. Tanto più che, secondo il sito ufficiale del TRC, la stessa metropolitana di costa, che secondo Gnassi doveva essere pronta entro il 2017, pur viaggiando su sede propria e non mista, è annunciata con una velocità commerciale «di circa 26km/h» (fonte) cioè più lenta dei bus ravennati e di solo un chilometro/ora in più dell’obiettivo generale. Inoltre, il PUMS appena partorito da palazzo Garampi sembra non tenere in considerazione la triste realtà che invece è leggibile – pur con caratteri piccolissimi – sul bilancio START: nel 2016 si è verificato «un aumento di alcuni costi diretti del servizio e un peggioramento del servizio erogato (aumento dei tempi di percorrenza)», cioè la velocità commerciale diminuisce di anno in anno, pur non essendo fornite al pubblico le cifre anche perché, secondo START, non sono disponibili «misurazioni oggettive» perché «in assenza di un sistema AVM di localizzazione satellitare affidato all’azienda (ora solo a Forlì)». Per non parlare del fatto che la quantità di servizio di trasporto pubblico erogato, a Rimini è diminuito di 93.272 km più altri 30.547 km nei servizi sub-affidati.

Sosta e parcheggi. In questo capitolo il PUMS definisce il seguente obiettivo: «contribuire alla riduzione degli spostamenti in auto all’interno dell’area urbana e in particolare di quella storica o a maggiore vocazione turistica»; infatti, nella tabella degli obiettivi (vedi schermata del documento) gli «stalli totali parcheggi nel centro storico» sono previsti stazionari, né in aumento né in diminuzione rispetto ai «circa 3.700 esistenti».

Del resto nel documento affidato dalla giunta Gnassi all’Agenzia Piano Strategico di Ermeti, per costruire le linee di fondo del PUMS, si legge che l’amministrazione farà di tutto per rendere la vita difficile alle auto (cioè ai cittadini che si muovono privatamente per andare al lavoro, comprese le mamme che portano i figli all’asilo) e persino alle moto, nonché per scoraggiare in generale l’accesso al centro storico. Citiamo dal documento: pag. 19: «Ridurre il tempo massimo di sosta delle auto in maniera proporzionale alla vicinanza al centro»; pag. 21: «Riduzione parcheggi centri storici»; pag. 38: «Le politiche relative alla sosta dovrebbero promuovere l’aumento dei prezzi per il parcheggio e per non più di 3 ore per disincentivare l’andare al lavoro (quindi lasciando la macchina ferma in centro per tutto il giorno) con l’autoveicolo privato e revocare i pass concessi alle mamme dell’asilo Baldini (più di 100 pass) per parcheggiare dentro l’asilo stesso»; pag. 39: «Via i motorini»; ibidem: «Limite di tempo 3 ore (per i parcheggi, ndr) e costi più alti dei Ticket bus»; pag. 40: «Rendere i parcheggi più costosi dei biglietti del TPL»; ibidem: «Tariffe della sosta per disincentivare la sosta dei lavoratori»; «Ridurre e spostare verso l’esterno del centro la sosta»; «Meno abbonamenti e meno parcheggi».

Di suo l’assessora Frisoni ha dichiarato che l’obiettivo della giunta è la «convergenza» fra «la pedonalità, la mobilità ciclabile, il trasporto pubblico, la mobilità veicolare automobilistica privata, nuove forme di mobilità condivisa» per «dare risposte sostenibili ai sempre più crescenti bisogni di spostamento di cittadini e turisti»: ma quello che abbiamo appena citato dal documento dell’Agenzia di Ermeti allegato al PUMS non è una «convergenza» bensì una dichiarazione di guerra. E la promessa anno 2011 del candidato Gnassi di portare la dotazione di posti auto fra centro storico e borghi a quota 5.538? Una promessa che sembra essere stata auto-rottamata, con buona pace di riminesi e turisti costantemente alla ricerca di parcheggio.

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