Domenica di consigli d’urgenza: i leader europei per Grexit, a Rimini per il mercato ambulante

Domenica di consigli d’urgenza: i leader europei per Grexit, a Rimini per il mercato ambulante

Se non fosse che si spendono soldi dei cittadini ci sarebbe da ridere. Un consiglio comunale convocato d'urgenza, di domenica, per votare una deliber

Se non fosse che si spendono soldi dei cittadini ci sarebbe da ridere. Un consiglio comunale convocato d’urgenza, di domenica, per votare una delibera che si sarebbe potuta discutere e approvare anche durante la settimana. Ma adesso bisogna pagare gli straordinari a dirigenti e personale del Comune. Il sindaco ha dato una ulteriore prova della sua incapacità al dialogo (molto meglio ne è uscito l’assessore Sadegholvaad). Beccandosi insulti e fischi dagli ambulanti. Ecco la cronaca di un lungo pomeriggio campale. Che si chiude con una profonda spaccatura. E molti dubbi sul progetto imposto da Palazzo Garampi.

Fra i banchi della maggioranza e quelli della minoranza, sono stati soprattutto i banchi degli ambulanti ad essere protagonisti del consiglio comunale di oggi. E qualcuno ha ironizzato: a Bruxelles oggi si sono riuniti i capi di stato e di governo dei paesi dell’eurozona per trattare sulla Grecia. Decisamente una urgenza. A Rimini un consiglio comunale sullo spostamento del mercato ambulante. Che si sarebbe potuto fare anche lunedì, martedì o mercoledì, senza aggiungere spese per straordinari.
Ad un’amministrazione comunale che di domenica, accampando ragioni d’urgenza ferocemente contestate, chiama i consiglieri a decidere sullo spostamento del mercato ambulante, l’opposizione risponde presentandosi in aula in assetto… da spiaggia. Teli da mare, salvagenti, cappellini, stampini e secchielli. Toni agguerriti e polemiche violente, ma in tenuta da spiaggia.

La cronaca. Hanno risposto all’appello 28 consiglieri più il sindaco, fatto oggetto di cori da stadio da parte dei rappresentanti del mercato ambulante: “Buffone, buffone, buffone”.
Momenti caldissimi, soprattutto nella prima ora e mezza della seduta, quando il presidente del consiglio comunale, Vincenzo Gallo, ha chiesto in più occasioni agli agenti della polizia municipale di “accompagnare fuori coloro che impediscono lo svolgimento del consiglio”, mentre alcuni assessori scattavano foto all’indirizzo del pubblico (per identificare i “rivoltosi”?).
Duramente contestato anche Gallo, accusato di avere obbedito solo al sindaco nel convocare un consiglio con procedura d’urgenza senza l’oggettivo e fondato riscontro di queste ragioni. Fabio Pazzaglia ha chiesto le dimissioni del presidente del consiglio comunale: “Non c’è nessuna urgenza, avete fatto una scelta politica, e lei presidente ha anteposto al suo ruolo istituzionale quello politico, quindi finito questo consiglio lei dovrebbe fare un passo indietro”. Tutta l’opposizione, a partire da Giuliana Moretti (che è anche vicepresidente del consiglio comunale) e Eraldo Giudici, ha detto che il regolamento del consiglio comunale non è stato rispettato e il presidente è venuto meno al suo ruolo di garante. Oggi si è rivisto anche Alessandro Ravaglioli, in tenuta balneare, che ha tuonato: “Sono in consiglio comunale da 20 anni e non ricordo una doppia convocazione di questo tipo, neanche davanti ad urgenze di legge come l’approvazione del bilancio lo avete mai fatto”. Gennaro Mauro con cappellino e salvagente, un po’ striminzito rispetto alla stazza, ha aggiunto che “la maggioranza ha voluto sfidare e provocare una categoria di operatori”. Liliana Cingolani: “Oggi in Europa ci sono due grandi riunioni istituzionali d’urgenza, una a Bruxelles dove si discute di euro e Grecia, e l’altra a Rimini per lo spostamento del mercato”. Meglio buttarla sul comico.
Ma la richiesta ai banchi della maggioranza di sciogliere il consiglio comunale è caduta nel vuoto. Messa ai voti è stata respinta da 16 contrari (e 13 favorevoli).

L’apice del clima arroventato lo si è toccato quando il sindaco ha preso la parola, salutato con un “vai a casa!”. Gnassi ha sostenuto che “c’è un pezzo di città che aspetta che approviamo questo progetto e che non si può rimandare ancora”, mentre ha motivato la convocazione d’urgenza con la giustificazione che “le opere sono già state appaltate e se non avviamo i lavori sul parco archeologico, il teatro e la piazza non si faranno mai. L’operazione è lunga e va conclusa prima della riapertura delle scuole”. E se questa è l’urgenza cosa sarebbe cambiato convocare il consiglio la settimana prossima e non di domenica? Anche perché, hanno detto Eraldo Giudici e Carla Franchini, far lavorare dirigenti e personale del Comune in un giorno festivo comporta costi aggiuntivi. L’esponente del movimento 5 stelle ha evocato il danno erariale e riferendosi al sindaco ha detto che il “capriccio del principe non è una motivazione” (e per tutta risposta il sindaco ha dato alla Franchini della “ducetta”). Tamburini (5 stelle) ha bollato come “arrogante” l’atteggiamento della giunta “in questa legislatura, che è quello di voler risolvere i problemi di forza”. Diversi consiglieri hanno abbandonato l’aula prima di entrare nel dibattito sulla delibera (Franchini, Moretti, Pazzaglia e altri).
Se il consiglio comunale di oggi si dovesse leggere con gli occhiali delle elezioni amministrative del prossimo anno, forse al Pd qualche preoccupazione dovrebbe venire: 430 famiglie di ambulanti e oltre 1000 attività commerciali del centro storico come reagiranno alla “forzatura” della giunta Gnassi sul mercato ambulante? Per Gioenzo Renzi, Gnassi è venuto meno anche alla promessa elettorale fatta agli ambulanti: “Il sindaco è andato a chiedere i voti agli ambulanti sul mercato”. E poi: “Per il vostro progetto sbagliato pagherà tutta la città e un mercato non più remunerativo finirà con lo svilirsi e verrà occupato dagli extracomunitari”. Solo “terrorismo psicologico” secondo il Pd Simone Bertozzi.
Nel merito, emendamenti e sub-emendamenti, interventi, polemiche e proposte a iosa, ma la maggioranza non si è schiodata di un filo. Renzi ha chiesto un momento di sospensione e di non andare avanti coi diktat. Ma la delibera è passata con 16 voti favorevoli, 1 astenuto e 6 contrari. La nuova area mercatale, anche attraverso un emendamento della giunta, è compresa fra corso d’Augusto fino piazza Tre martiri, via IV Novembre, via Dante, via Castlefidardo, i piazzali Gramsci e Santa Rita, l’area ex Padane. L’utilizzo di Piazza Tre Martiri, che resterà a libero uso per otto settimane all’anno, sarà limitato a sedici banchi, che dovranno essere allestiti in accordo con l’apposito “Abaco degli arredi del centro storico”.

 

Le 5 regole di un buon mercato

Un mercato deve essere: 1) accorpato, 2) accessibile, 3) con una mobilità agevolata, 4) di dimensioni adeguate, 5) sostenibile. Le cinque regole di un buon mercato le ha elencate il consigliere grillino Gianluca Tamburini. E valutare il progetto dell’amministrazione comunale con questi criteri apre alcuni dubbi. “Fatemi capire perché il vostro progetto è la soluzione migliore e le nostre proposte non sono sostenibili”, ha chiesto Tamburini. Dopo tante polemiche, a mettere in fila alcuni paletti ci ha pensato il dirigente alle attività economiche Remo Valdisserri:
“Il trasferimento aumenta l’accessibilità al mercato, la nuova collocazione sarà meglio servita dal trasporto pubblico rispetto a quella attuale e aumentano i parcheggi a disposizione e i percorsi ciclabili”. Ma alla questione cruciale, cioè quella relativa all’impatto economico, il dirigente ha risposto senza mezzi termini che “è complesso dare oggi una risposta, si potrà fare un consuntivo solo fra un anno e più”. Non è un particolare, ovviamente, di poco conto. Valdisserri ha aggiunto che “la potenzialità attrattiva penso non venga modificata perché si tratta di un trasferimento nel medesimo ambito (centro storico)”. Penso. Bisognerà verificare. Segno che non tutto è così scontato come ha invece sostenuto l’assessore Jamil Sadegholvaad, il quale ha comunque respinto le soluzioni indicate da Renzi (area Settebello) e Giudici-Bonori (Borgo San Giuliano) nel primo caso perché la zona non è del Comune ma di Ferrovie dello Stato e nel secondo perché non in grado di contenere i 350 banchi da spostare. All’assessore va dato atto di avere tenuto, in un clima già incandescente, un profilo pragmatico e senza il minimo accenno alle polemiche, cosa che proprio non riesce di fare al sindaco, che anche oggi ha dimostrato di farsi mal sopportare da tanti.

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