Dreamini si prepara al voto: “Comune malato di bulimia, urgente riattivare leve di sviluppo”

Dreamini si prepara al voto: “Comune malato di bulimia, urgente riattivare leve di sviluppo”

“Perché nel bilancio del Comune di Rimini non c'è traccia dei 46,5 milioni di euro garantiti da lettera di patronage per l'operazione Palas?” Ieri ser

“Perché nel bilancio del Comune di Rimini non c’è traccia dei 46,5 milioni di euro garantiti da lettera di patronage per l’operazione Palas?” Ieri sera l’associazione Dreamini si è riunita per iniziare a stendere il programma elettorale. E Mario Ferri ha messo sul piatto anche un tema di peso come quello del mutuo chirografario che la società “Rimini Congressi” ha acceso con Unicredit e relativa costituzione di pegno a favore della banca pari al 52,56% delle azioni di Rimini Fiera. Lettera di patronage (firmata anche dal presidente della Provincia) che continua ovviamente a incombere anche sulla giunta Gnassi e tanto più a seguito dell’inchiesta della magistratura. “Nel bilancio del Comune continua a mancare la fideiussione di 46,5 milioni di euro. La lettera di patronage è una forma di garanzia assimilabile alla fideiussione perché sia nel caso di Aeradria e sia in quello del Centro Congressi vengono assunti obblighi per garantire la solvibilità della società partecipata”. A parte che lo stesso Ferri in occasione della presentazione del “libro bianco sulla Fiera” ha sostenuto che la lettera di patronage non può essere rilasciata per garantire un debito già esistente, resta il fatto che questo “debito” non figurerebbe neppure nell’ultimo bilancio di Palazzo Garampi e questa, ha tagliato corto Mario Ferri, “è una violazione di legge”.

Parlare di programma elettorale in questi giorni la dice lunga sull’aria che tira. “Pezzi” del sistema Rimini stanno crollando e sul fronte politico si aspetta ormai un voto che i più prevedono anticipato, con un Pd in seria difficoltà e in mezzo ad un grande fermento civico.
Le linee guida di Dreamini non sono ancora completamente definite (anche perché restano aperte ai vari contributi che stanno arrivando) ma le prime tracce lasciano immaginare la strada che si intende battere. La visione di fondo l’ha sintetizzata Bruno Sacchini: “Riattivare dinamiche di sviluppo”. E’ questa la stella polare, che illumina anche il secondo punto fermo: “Sanare la principale malattia che affligge l’amministrazione comunale, che è quella di spendere soldi per alimentare se stessa, in una sorta di bulimia istituzionale e clientelare. Occorre invece investire per permettere alla città di tornare a crescere”.

Rimini è oggi una “città stanca, in crisi, segnata da troppi fallimenti, con una classe dirigente azzerata dalle inchieste giudiziarie”. Ma ad essere piegata è anche “la borghesia riminese”, con un chiaro riferimento al terremoto che si è abbattuto su Carim.
“Urge una ripresa della città dal punto di vista economico e propositivo”, ha detto Mario Ferri.

Se questo è lo scenario, forse il momento più buio per Rimini dal dopoguerra ad oggi, il programma di Dreamini punta all’essenziale e ai piloni portanti. Anzitutto alla “condivisione diffusa”. Ci rivolgiamo – dicono – “a soggetti di diversa provenienza partitica per convergere su obiettivi condivisi da tanti”. In gioco c’è la tenuta sociale ed economica di una città. In una parola, la possibilità di un futuro.

“Anzitutto ci poniamo il problema degli investimenti pubblici, propedeutico allo sviluppo e alla occupazione”, ha scandito Mario Ferri. “Il bilancio comunale degli investimenti è assai deludente”. Cosa pensa di fare Dreamini? Si parte con “viabilità e ambiente”, dove il primo dei due temi sulla bilancia va inteso anche come accessibilità, dal punto di vista generale, alla città, “per migliorare la vivibilità di residenti e turisti”. Dreamini dice dove intende andare e marca la distanza dalla giunta Gnassi: “Anche il piano programma degli investimenti del Comune punta sulla viabilità, concentrando però tutto sulle piste ciclabili e sull’asse mediano. Nulla o quasi per gli assi di penetrazione, dove si prevede solo un investimento di 400 mila euro, il 5% di quello che viene complessivamente investito per la viabilità”.

Di passaggio ce n’è anche per il “consulente principe di Errani”, cioè per Aureliano Bonini, il quale ha sostenuto che il mare grigio non spaventa i turisti. “Affermazione incredibile”, ha detto Ferri, “perché il mare grigio non incoraggia certo l’investimento da parte dei soggetti privati”.

L’altro asse, per dirla in termini viabilistici, è quello della sicurezza e legalità: “Consideriamo le spese per la sicurezza come un investimento”. C’è bisogno di poter vivere la città al centro, in periferia e al mare, e a qualunque ora del giorno e della notte, quindi “lotta alla prostituzione, alla microcriminalità, alle infiltrazioni mafiose”.

Viabilità, ambiente e sicurezza “sono le precondizioni per favorire gli investimenti dei privati”.

L’investimento del pubblico ha invece bisogno di scelte chiare per il reperimento delle risorse. Se fino ad oggi si è pensato di salvare aeroporto e sistema fieristico-congressuale con sempre maggiori iniezioni di denaro pubblico, il fallimento di questa strategia deve far cambiare passo. “E’ vero che aeroporto e Fiera sono indispensabili per l’economia locale, ma questo non vuol dire che per mantenere in vita queste strutture ci si debba dissanguare”. La strada maestra è quella della privatizzazione, che permette di chiudere le falle finanziarie, acquisire nuove risorse e assicurare lo sviluppo del territorio. Con una battuta, il quadro è stato dipinto così: “Negli ultimi anni gli enti pubblici si sono svenati per lucidare le poltrone di chi ha condotto il gioco, che sono poi espressione del consociativismo e della cattiva spesa”.

Aggregazione fra le fiere emiliano-romagnole? “La Fiera di Rimini in campo regionale è un’eccellenza, Bologna non se la passa bene e non è un caso che Bologna, la Regione e Melucci abbiano propugnato la fusione. La Fiera di Rimini anche in un periodo di crisi dimostra di saper tenere, il problema è l’enorme debito che si è creato per la costruzione del nuovo Palas e gli errori si pagano”.

Hera. “Bisogna assolutamente uscire da Hera, è inaccettabile e inconcepibile vestire la casacca dell’azionista e, nel contempo, di chi dovrebbe tutelare l’utente”.

Nel piano degli investimenti il Comune ha annunciato per il 2016 il nuovo lungomare da realizzare col project financing. Attenzione, risponde Mario Ferri, “il project financing è uno strumento operativo per soggetti pubblici adulti, mentre l’amministrazione comunale di Rimini ha dimostrato di non esserlo già in diversi casi”. Leggasi Novarese e lungomare degli archistar abortito sotto il regno Ravaioli-Melucci e seppellito da Gnassi. “Un imprenditore serio non perde tempo e denaro a fare progetti per un’amministrazione debole”.

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