“E’ rimasto solo lo scheletro”, ma non è Carim: oggi in prima pagina

“E’ rimasto solo lo scheletro”, ma non è Carim: oggi in prima pagina

Non se ne conosce l'identità né la causa della morte. E' stato trovato in un fosso a San Giovanni in Marignano. Ufficializzato l'addio di Scardone, convinto di lasciarci una banca migliore. "Terrazzi abusivi al Borgo, scatta la prima demolizione": come non ricordare che dai borghigiani è venuta la battaglia contro le mura trivellate e le passerelle? Non toccateci la domenica, reclamano i commercianti. Ma nemmeno la villa del Duce, tuona Renata Tosi.

“E’ rimasto solo lo scheletro”. Sulle prime verrebbe da pensare a Carim, di cui i due quotidiani locali pubblicano oggi la dichiarazione d’addio del direttore Scardone. Invece no, lo scheletro è di un cadavere, non si sa nemmeno se uomo o donna né la causa della morte, trovato in un fosso a San Giovanni in Marignano (nella foto del Carlino mentre viene sparsa calce viva). Secondo il Corriere di Rimini sarebbe di “un giovane”.

Scardone insiste: “Lascio una banca migliore” e “nel 2015, quando sono diventato direttore, la Carim era in piena crisi” (Carlino). O non ha capito o finge di non capire che non ci lascia nulla. Si dice “ex Carim” non per caso. C’era la Cassa di Risparmio di Rimini e non c’è più. “Giampaolo Scardone, da ieri, non è più il direttore generale della Carim. La notizia era nell’aria, e nel pomeriggio di ieri è arrivata l’ufficialità”, scrive il Carlino. Più che nell’aria era già su Riminiduepuntozero dal 4 settembre. Capolavoro di comunicazione da parte di Crédit Agricole: Scardone lascia «per perseguire altre opportunità professionali: lo ringraziamo per quello che ha fatto». Buon viaggio. Anzi, bon voyage.

Sempre dal Carlino, “Terrazzi abusivi al Borgo, scatta la prima demolizione”. Sarebbero “a rischio dehor, manufatti e giardini di una decina di case”. Che succede? “Al proprietario della casa viene contestato il fatto che le opere siano state realizzate senza permesso di costruire, su area pubblica e per di più vincolata essendo a pochi metri dal canale che passa sotto il ponte di Tiberio e lungo il porto antico”. Per l’avvocato Andrea Mussoni, che assiste diverse famiglie di via Marecchia, si tratta di «un provvedimento paradossale, così come è paradossale tutta la vicenda. Per la casa in questione è stata fatta la richiesta di condono per i manufatti esterni nel 1986. Richiesta accolta nel 2000 dal Comune, che ha poi revocato il condono alla proprietà (nel frattempo cambiata) nel 2013», «cosa intende fare il Comune? Abbattere anche parte del condominio che si trova in via Marecchia? O il pilone del ponte di via Mille, che rientra anch’esso nella fascia di rispetto?».
Come leggere questa vicenda? Tenendo anche presente che dai residenti del Borgo è venuta la “battaglia” anti-passerelle e anti-trivellamento delle mura malatestiane (con annesso esposto alla Procura)? Ma se vengono considerate da demolire opere “su area pubblica e per di più vincolata essendo a pochi metri dal canale che passa sotto il ponte di Tiberio e lungo il porto antico”, che dire delle passerelle?
La notizia è anche sul Corriere di Rimini: “Abusi edilizi demolizione al via”.

E poi “coro di no dei commercianti alla proposta del governo di chiudere i negozi nei giorni festivi“: Non toccateci la domenica, e la nipote del Duce tappa la bocca alle donne del Pd: “Mussolini infedele? Pensate a Togliatti”. Commenta il sindaco Tosi: «È una polemica patetica. Per noi è motivo di orgoglio il fatto che sia diventata un luogo molto apprezzato per celebrare le nozze». E aggiunge: «Fosse stato per il Partito comunista la villa sarebbe stata demolita. Era il luogo di villeggiatura del Duce ed è proprio per questo che è cominciata l’attività turistica».

Dalla prima del Corriere di Rimini segnaliamo: “Vent’anni dalla morte di Battisti, riminese ‘adottivo'” e “Riccione prepara il G20 spiagge 2019”.
Il primo cittadino di Cattolica, Mariano Gennari: «Se c’è un pizzico di amarezza che mi porto a casa a conclusione della tre giorni è che gli unici due comuni della riviera romagnola presenti a Bibione dei cinque invitati fossero Cattolica e Riccione» (Carlino: “Nasce il partito delle spiagge”).

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