E’ scontro al “Fellini”: Airiminum blocca l’accesso alla sede dell’Aeroclub

E’ scontro al “Fellini”: Airiminum blocca l’accesso alla sede dell’Aeroclub

Lo scontro, già arrivato in tribunale, fra la società di gestione del Fellini e lo storico Aeroclub, ieri ha vissuto il suo momento clou. Perché una sbarra (azionata dal personale di Airiminum) impedisce l'accesso alla sede, che è anche scuola di volo. Enac ha intimato ad Airiminum di cessare le ostilità, ma il braccio di ferro continua.

Sabato 9 luglio ore 9.30. L’appuntamento con Fabio Falsetti, per parlare dell’attività dell’Aeroclub, è davanti alla sede all’interno del “Fellini”. Mi dirigo a piedi, dopo avere parcheggiato la moto. Stranamente la segretaria dell’Aeroclub è ferma a circa 200 metri dalla sede, all’interno della sua auto davanti ad una sbarra che non va né su né giù sorvegliata e azionata dal personale dell’aeroporto. Parla al telefono in maniera concitata. Alle 10 arriva anche Falsetti. Pure lui si ferma davanti alla sbarra. Che non si apre. Mi avvicino per capire cosa stia accadendo. Il presidente prima parla animatamente dal finestrino con l’addetto dell’aeroporto messo lì per alzare e abbassare la sbarra. Falsetti scende dall’auto e si dirige verso la persona che ha ricevuto l’ordine di non aprire a chi deve recarsi all’Aeroclub. Mi vede e dice: “E’ venuto in un bel momento! Ci risiamo con questa storia. Mi impediscono di entrare a casa mia. Ora mi faccio dire da questa persona, che sta eseguendo degli ordini, nome e cognome e faccio un’altra denuncia”. Farsi dire nome e cognome non è semplice ma alla fine ci riesce. “Io faccio il mio lavoro, sto eseguendo degli ordini”, ripete l’addetto davanti ad un presidente che comincia a ribollire e non solo per il sole che picchia. “Questa mattina c’è il presidente (così lo definisce, ndr) Corbucci al terminal…”. Come dire: vada a parlare con lui. Ma i rapporti fra i due, Falsetti e l’ad di Airiminum Leonardo Corbucci, sono tesisissimi e già approdati in tribunale, e a parlare con Corbucci Falsetti non ci va. La discussione continua. Poi il presidente dell’Aeroclub raggiunge la segretaria che si è già diretta verso gli uffici della polizia di frontiera per sporgere una nuova denuncia. Non è aria per l’intervista con Falsetti. Ma al pomeriggio la musica è la stessa. L’appuntamento è alle 14.30 ma il varco con “posto di blocco” è sempre lì e la sede la si raggiunge solo a piedi perché così ha deciso Airiminum.

Cosa sta succedendo? E’ una storia che inizia lo scorso anno. Airiminum chiede il pagamento di un canone d’affitto di 40 mila euro, ma secondo l’Aeroclub non ha titolo per pretendere nulla. Anche perché si trova sul territorio della Repubblica di San Marino e la Segreteria di Stato con delega ai Trasporti lo ha già certificato. Airiminum ha in animo di concretizzare un progetto che prevede anche la trasformazione di tutti i parcheggi a pagamento. Ma la cosa importante, forse decisiva, è che la direzione regionale di Enac è più volte intervenuta (e lo ha fatto anche ieri mattina per iscritto) per dire molto chiaramente che Airiminum deve cessare immediatamente di ostacolare l’Aeroclub, e consentire il libero accesso all’area che occupa, peraltro pagando un canone d’affitto alla stessa Enac. Lo dice Enac, non un signor nessuno, eppure Airiminum gli ostacoli li pone eccome. La sbarra ha continuato infatti a rimanere chiusa per l’Aeroclub nella giornata di ieri nonostante l’ordinanza Enac.
L’Ente Nazionale per l’aviazione civile ha già chiarito con note ufficiali che l’Aeroclub ha pieno diritto di occupare l’area e di accedervi, che il rapporto di concessione è fra Enac e Aeroclub e di conseguenza il braccio di ferro di Airiminum è del tutto ingiustificato.
La situazione si è aggravata circa un mese fa, quando Falsetti un giorno sale in macchina per andare a casa e si trova davanti una sbarra che nessuno vuole aprire (dovrà farlo un agente della polizia di frontiera). Da li parte una denuncia querela nei confronti della società di gestione del Fellini e il “duello” da quel momento in poi si fa sempre più duro.
Una ventina di giorni fa, quando è diventato di dominio pubblico lo scontro a suon di carte bollate fra Aeroclub e Airiminum, quest’ultima ha detto: “Abbiamo avviato una procedura legale per riuscire ad ottenere dall’Aeroclub un credito di circa 40 mila euro”.
Il presidente dell’Aeroclub ha un diavolo per capello: “Premesso che non ho mai avuto riscontro della procedura legale che sarebbe stata aperta, di certo noi non dobbiamo nulla alla società di gestione per l’occupazione del suolo, come ben sanno Corbucci e Fincato, basterebbe che leggessero la corrispondenza intercorsa con Enac, che lo scorso marzo ha informato il gestore che nulla poteva pretendere dall’Aeroclub Rimini. Noi abbiamo una concessione diretta da Enac e operiamo su un’area sulla quale Airiminum non ha “giurisdizione”  in quanto affidata alla Repubblica di San Marino. Piuttosto questo divieto che ci stanno imponendo è illegittimo, lo definirei una vessazione, e ci sta causando anche danni economici ingenti, circa 2 mila euro per ogni giorno di inattività. E consideri che il tira e molla va avanti da ormai troppo tempo”.
Secondo l’Aeroclub l’obiettivo di Airminum sarebbe duplice: “Per quello che si può comprendere fino a questo momento, da un lato trasformare tutti i parcheggi a pagamento, ad eccezione di alcuni destinati alla polizia. Un progetto che viene giustificato in nome di un dovere di controllo sulla sicurezza delle persone che transitano nell’aeroporto. Non vorrei che la società di gestione pensasse di costringere i soci e i fruitori dell’Aeroclub a lasciare l’auto nel parcheggio, pagando 3,50 euro l’ora. E dall’altro lato ottenere da noi il pagamento di un canone di affitto che si aggirerebbe fra i 30 e i 40 mila euro l’anno. Una pazzia”. Per inciso, va detto che nella lunga storia dell’aeroporto di Rimini è la prima volta che si verifica una rottura di questa portata. Ed è una storia che parte dalla fine degli anni 20: “L’Aeroclub ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita dell’aeroporto di Rimini e non ci faremo calpestare da un gestore che si comporta da padrone dello scalo. Forse vuole costringerci ad andare via per attuare su queste aree piani che con l’attività di un aeroporto hanno poco a che vedere. E forse l’accanimento nei nostri confronti deriva dal fatto che siamo rimasti l’ultimo presidio “riminese” del Fellini”.

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