Ecco come Bologna vuole prendersi Fiera e aeroporto di Rimini

Ecco come Bologna vuole prendersi Fiera e aeroporto di Rimini

Il sindaco di Bologna vede la Fiera di Rimini "assillata dai debiti". E chiede una gestione unitaria con Bologna Fiere. In realtà i bilanci dicono che nel 2013 Bologna ha conseguito un risultato operativo negativo di 6,164 milioni di euro e Rimini positivo di 2,257 milioni di euro. Chiede anche l'integrazione fra i due aeroporti. In realtà Merola inizia a tirare sul prezzo. E' prossima la quotazione in borsa del "Marconi", società nella quale la Camera di Commercio di Bologna, maggiore azionista, incasserà una rilevante somma dall’offerta pubblica di vendita. L’operazione aeroporti si avvia all’attuazione, quale prima fase del progetto Bologna Holding.

Il Sindaco di Bologna Virginio Merola, pur favorevole ad una integrazione fra le fiere di Bologna e di Rimini, solleva il problema dell’eccessivo indebitamento di Rimini Fiera. In realtà, l’indebitamento non riguarda direttamente Fiera Rimini ma, per l’incrocio societario, il sistema fieristico congressuale.
A prima vista appare che l’aggregazione sponsorizzata dalla Regione e dal PD bolognese, ovviamente accettata dal PD riminese, é nella fase iniziale e che Merola inizia a tirare sul prezzo.
Certamente è lecito guardare in casa d’altri, ma a Merola va ricordato che Fiera Rimini opera in condizioni di assoluta tranquillità, mentre Bologna soffre la concorrenza di Milano e di Verona e attraversa una preoccupante crisi gestionale. Il Presidente Campagnoli deve fronteggiare un’agguerrita opposizione interna, condotta dal Prof. Roversi Monaco che rappresenta importanti soci privati.
In effetti, i soci privati di Bologna hanno tutte le ragioni per contestare Campagnoli, che già dominus delle fiere emiliane allorché era Assessore regionale, continua ad operare in assoluta solitudine.

I bilanci di Rimini e di Bologna pongono in evidenza il fatto che Rimini, pur riducendo i margini operativi, continua a rilevare indici positivi, mentre Bologna manifesta una drastica riduzione del ROS (capacità di generare reddito dalla vendita degli spazi fieristici) sceso dal 4,98% negativo del 2012 al 10,27% negativo del 2013 e del ROI (indicatore della profittabilità del capitale investito) sceso dal 1,33% negativo del 2012 al 4,84% negativo del 2013, ad ulteriore dimostrazione che i rilevanti investimenti attuati da Bologna si sono dimostrati non remunerativi.
Il risultato operativo (differenza fra valore e costo della produzione) è in linea con i suddetti dati, in quanto nel 2013 Bologna consegue un risultato negativo di 6,164 milioni di euro e Rimini un risultato positivo di 2,257 milioni di euro. Bologna riesce a contenere gli effetti negativi della gestione caratteristica con i proventi delle partecipazioni asiatiche mentre Rimini presenta un modesto utile, seppure ottenuto con la riduzione degli ammortamenti.

Rimini però, a prescindere da Merola, deve fare attenzione alle mire bolognesi: è prossima la quotazione in borsa dell’Aeroporto Marconi, società nella quale la Camera di Commercio di Bologna, socio al 50,55% e maggiore azionista con il 13,519% di Bologna Fiere, incasserà una rilevante somma dall’offerta pubblica di vendita. L’Aeroporto Marconi, socio di Bologna Congressi, ha già manifestato le sue ambizioni su Airiminum che, in tal modo, potrebbe conseguire un ottimo risultato finanziario.
L’operazione aeroporti si avvia all’attuazione, quale prima fase del progetto BOLOGNA HOLDING.
Ora il sistema fieristico può essere il secondo obiettivo, anche grazie alla protezione assicurata dalla Regione ed alla liquidità che la Camera di Commercio di Bologna, socio di riferimento dell’Aeroporto Marconi, potrà conseguire con la quotazione in borsa e la contestuale offerta pubblica di vendita.

I politici locali dovrebbero rendersi conto che ci avviamo alla competizione fra territori e, nel nostro caso, l’indotto economico creato dal sistema fieristico è certamente oggetto di desiderio dell’economia bolognese che é protetta dal sistema politico regionale, come è già avvenuto in passato con la costituzione di HERA.
Il modello HERA è alle porte: centro decisionale a Bologna, incarichi apicali agli ubbidienti politici locali e ulteriore spogliazione del territorio riminese.
La collaborazione riminese si è già manifestata: il Presidente di Rimini Fiera e Melucci si sono dichiarati favorevoli all’integrazione (Melucci addirittura si spinge alla quotazione in borsa!), mentre l’Assessore riminese Brasini rallenta sull’ipotesi di privatizzazione. Appare evidente che la corsa alla poltronissima è già partita, ma la gara deve essere sospesa fino alle prossime elezioni dal cui esito dipenderà l’autonomia riminese o la integrazione in Bologna Fiere.

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