Ecco il macchinoso piano di protezione civile per 36 metri di passerella galleggiante

Ecco il macchinoso piano di protezione civile per 36 metri di passerella galleggiante

La giunta (e non il consiglio comunale) ha licenziato la delibera relativa al piano della protezione civile necessario per la gestione della passerella galleggiante del "progetto Tiberio". In caso di rischio idraulico dovrà mettersi in moto una macchina complessa che prevede anche l'impiego di "almeno 4 operatori qualificati", reperibili h24 e per 365 giorni l'anno.

La passerella galleggiante di 36 metri per 3 (ancora “parcheggiata” alla banchina), che secondo palazzo Garampi regalerà una vista mozzafiato del bimillenario ponte di Tiberio, in caso di rischio idraulico il fiatone lo farà venire agli addetti alla sicurezza, che si troveranno alle prese con una mole di lavoro impressionante. Lo prevede il piano della protezione civile che l’amministrazione comunale di Rimini si è vista costretta a redigere (20 pagine) a causa delle prescrizioni poste dalla Autorità di Bacino. Deve infatti essere garantito “il normale deflusso delle acque, anche in caso di piene improvvise, adottando tutti gli accorgimenti necessari per evitare danni a cose e/o persone” e pertanto spetta al Comune “predisporre una sezione specifica del piano di protezione civile del Comune, nella quale siano individuati i responsabili e gli operatori e sia esplicitata almeno la procedura di sgancio del pontile galleggiante e di gestione delle rampe mobili”. Una procedura che contempla anche “verifiche periodiche finalizzate al buon funzionamento degli organi di sgancio e delle relative procedure di gestione, anche in assenza di fenomeni alluvionali, per monitorare la funzionalità dell’opera e la verifica dei dispositivi di sicurezza“. Vanno gestiti pure “i rischi residui”, nel caso ad esempio di un “evento alluvionale di piena straordinaria che rendesse impossibile accedere in sicurezza al sito per eseguire le manovre di sgancio della passerella”.

“La passerella è in grado di galleggiare e scorrere verticalmente lungo i pali di ancoraggio grazie ai collari guidapalo assecondando l’eventuale rialzo dell’acqua anche in occasione di eventi straordinari. Il deflusso delle acque non è pertanto ostacolato poichè l’acqua può scorrere al di sotto dei galleggianti della passerella e attraverso gli spazi tra di essi. Tuttavia, al fine di garantire il regolare deflusso delle acque in caso di piene improvvise con eventuale trasporto di materiali è previsto che la passerella galleggiante venga sganciata da uno dei vincoli e accostata in sponda sinistra e qui nuovamente vincolata, in condizioni di scenari straordinari”, si legge nella relazione.

In caso di codice arancione (allerta idraulica e costiera) dovrà essere organizzato il presidio “con monitoraggio continuo dell’evoluzione dei fenomeni meteo e del livello idrometrico del Fiume Marecchia e del Porto Canale“. Se al codice arancione si dovesse aggiungere il superamento della soglia 2 (indica il passaggio di una piena significativa, con diffusi fenomeni di erosione e trasporto solido) al Ponte Verucchio, dovrebbe scattare l’apertura della passerella entro 6 ore (dal superamento). Il codice arancione con superamento della soglia 2 sul ponte della Statale 16, farebbe invece scattare l’apertura della passerella entro 3 ore.

Il “piano” prende in esame i dati idrometrici raccolti in un periodo temporale che va dal 2001 al 2017 nei due punti in questione. Emerge che la soglia di preallarme (2) all’altezza del ponte sulla statale 16 si è verificata in 19 casi e a Ponte Verucchio in 14, mentre la soglia di allarme (3) è stata violata in 3 occasioni al primo punto di osservazione e in una nel secondo. Solo “gli eventi in soglia 3 hanno comportato uno sversamento dell’acqua all’interno del parco Marecchia”.

Lo sganciamento della passerella comporta operazioni che il piano della protezione civile descrive nei minimi dettagli (a partire dalla chiusura dell’accesso alla rampa di piazza Pirinella e quello delle scale di via Bastioni settentrionali) e che dovranno essere svolte da “almeno 4 operatori qualificati, abilitati per attività di ormeggio portuale e fluviale, con buona capacità per operare in situazioni di condizioni ambientali meteoavverse e manualità per gestire nodi nautici”. Il modello operativo firmato dal dirigente del Comune di Rimini della “Unità progetti speciali con ruolo di coordinamento delle emergenze di protezione Civile” chiarisce che dovrà essere incaricato “idoneo soggetto da reperire sul mercato, che dovrà garantire non solo la reperibilità 0-24 per 365 giorni/anno ma anche almeno una operazione di manutenzione periodica all’anno per mantenere in efficienza gli apparati”.

Il Piano della Protezione Civile comunale è stato approvato dal consiglio comunale, mentre la “sezione specifica” del piano della Protezione civile relativa alla passerella è stata approvata solo dalla giunta comunale, alla vigilia di Ferragosto, assenti il sindaco e gli assessori Pulini, Frisoni e Rossi Di Schio. E’ ormai trascorso un mese dalla annunciata inaugurazione inizialmente prevista per il 21 luglio.

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