Ecco il nuovo cda di Carim (senza un rappresentante del mondo economico riminese)

Ecco il nuovo cda di Carim (senza un rappresentante del mondo economico riminese)

Dalla fine del commissariamento gli uomini del sistema Confindustria e delle categorie economiche sono tenuti lontani dai vertici della banca. Nella Cassa di Risparmio di Cesena le cose sono andate diversamente. Oggi entrano nel consiglio di amministrazione di Carim Guaitoli e Gardini.

L’altro ieri l’assemblea dei soci di Cassa di Risparmio di Cesena ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione: un rappresentante degli imprenditori locali c’è, si chiama Roberto Graziani, cesenate, proprietario della Graziani Packaging.
Vice presidente è Roberto Ghisellini, che da oggi avrà lo stesso ruolo anche in Carim, così come in entrambi i consigli ci sarà Matteo Bianchi, in Cariparma Crédit Agricole dal 2010. Questa mattina tocca infatti a Carim: alle 10 al Centro Congressi SGR gli azionisti daranno il via al nuovo corso. I giochi sono già ampiamente chiusi. Il consiglio di amministrazione di banca Carim, Anno Domini 2018, è formato da: Guido Corradi presidente, Roberto Ghisellini vicepresidente, Andrea Mora, Matteo Bianchi, Massimo Tripuzzi (che è anche direttore generale della Cassa di Risparmio di Cesena), Matteo Guaitoli e Attilio Gardini. In giornata si riunirà per la prima volta. Il collegio sindacale è presieduto da Paolo Alinovi e gli altri due componenti sono Stefano Lottici e Luca Mariani (supplenti Angelo Gilardi e Claudio Venturini). Direttore generale il riconfermato Giampaolo Scardone.

A Rimini la Fondazione Carim ha espresso due consiglieri, nessuno dei quali può essere visto come un esponente del mondo economico di questo territorio: si tratta infatti di Matteo Guaitoli e Attilio Gardini e saranno loro che porteranno il mattoncino riminese allo sviluppo della banca francese. Le disposizioni di Vigilanza puntano a “garantire che negli organi di vertice siano presenti soggetti dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire, opportunamente diffuse e diversificate, affinché ciascun componente possa contribuire ad assicurare un governo efficace dei rischi nella aree di operatività della Banca”. I componenti del cda devono avere competenze che vanno dalla “conoscenza del business bancario” alla “regolamentazione di settore” (tecnica bancaria, finanziaria, materia fiscale, antiriciclaggio ecc.), dalla “conoscenza dei territori presidiati della Banca e delle relative caratteristiche socio-economiche e di mercato” alla “conoscenza dei sistemi di controllo interno e delle metodologie di gestione e controllo dei rischi” fino agli “aspetti di corporate governance e dei processi di gestione aziendale”.

Gardini sfoggia un curriculum di tutto rispetto, molto più “normale” quello di Guaitoli. Il primo è docente di Econometria, giudice tributario e accademico delle scienze. E’ stato fra l’altro presidente del corso di laurea in Finanza e assicurazioni, in quello di statistica e informatica per le pubbliche amministrazioni, lo si è visto anche nel cda della Fiera di Rimini, sindaco revisore in società di capitali, ha fatto parte di comitati scientifici che vedevano anche la presenza di Banca d’Italia, si è a lungo occupato dell’osservatorio congressuale, ha al proprio attivo decine di pubblicazioni e articoli su riviste scientifiche. Già nel cda di Carim nel recente passato.

Guaitoli nel nuovo curriculum presentato in vista della assunzione della carica di consigliere di banca Carim (in quello uscente è stato vicepresidente), ha evitato di indicare tutte le consulenze svolte per vari istituti religiosi (come aveva fatto invece nel precedente curriculum, quando nel 2012 entrò nel cda, dove gli istituti religiosi comparivano ben 11 volte), dalle Maestre Pie alla congregazione delle suore di Carità, alle suore missionarie di Cristo. Dal punto di vista bancario la sua esperienza nasce in Fondazione, dove siede nel cda dal 2009 al 2012 (e dal 2006 nel consiglio generale della Fondazione stessa “designato dal Vescovo”), per poi passare in Carim col nuovo management che ereditò la banca dai commissari di Bankitalia e che a fine dicembre l’ha definitivamente passata nelle mani di Crédit Agricole.

E’ lecito chiedersi se il mondo economico riminese non avesse da esprimere quanto meno un curriculum al pari di quello di Matteo Guaitoli, e se la Fondazione Carim abbia almeno tentato la ricerca.
Di fatto, passata la burrasca legata al mancato ingresso degli uomini di Confindustria nel cda di Carim in occasione del rinnovo del 2015, cominciò un reciproco inseguimento fra Carim e industriali locali, fatto anche di riunioni ai massimi livelli e di resoconti per la stampa, con manifestazioni di interesse alla collaborazione profuse a piene mani. Ma al traguardo finale il nuovo cda di Carim a gestione Crédit Agricole non ha nemmeno una bandierina del mondo imprenditoriale. Debolezza del sistema economico riminese in termini sostanziali e quindi anche di rappresentanza? Cosa sia rimasto delle associazioni di categoria nella nostra città è un interrogativo che forse è venuto il momento di affrontare. Dal post-commissariamento solo un imprenditore ha fatto parte dei cda che si sono succeduti in Carim: Michele Marconi. Prima, invece, di imprenditori e uomini delle associazioni di categoria se ne sono avvicendati parecchi, una stagione che sembra essere stata spazzata via dalla bufera giudiziaria che si è abbattuta sui vertici della banca.

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