Editoria: la maxi fusione potrebbe avere sviluppi locali

Editoria: la maxi fusione potrebbe avere sviluppi locali

Il nuovo gruppo Espresso/Itedi guarderà con interesse alla Romagna. Potrebbe verificarsi una piccola rivoluzione che avrà conseguenze sulle testate r

Il nuovo gruppo Espresso/Itedi guarderà con interesse alla Romagna. Potrebbe verificarsi una piccola rivoluzione che avrà conseguenze sulle testate riminesi.

La fusione tra Gruppo Espresso e Itedi rappresenta un evento storico nel panorama editoriale italiano e potrebbe avere conseguenze anche a livello locale.
E’ stato infatti creato un gruppo editoriale che controlla quasi il 20% del mercato nazionale e che riguarda testate prestigiose. Il Gruppo Espresso comprende infatti il quotidiano Repubblica, l’omonimo settimanale, un’importante catena di giornali locali, radio e svariati siti d’informazione. Itedi invece è la società che pubblica i quotidiani La Stampa e il Secolo XIX, oltre ai loro addentellati multimediali. Nell’operazione sono coinvolte famiglie che hanno rappresentato e rappresentano un’importante fetta della storia del nostro Paese: gli Agnelli (Elkann), i De Benedetti e i Perrone.
Una fusione che comporta anche l’uscita del gruppo FCA (ex Fiat) da Rcs (Rizzoli Corriere della Sera), in cui deteneva il pacchetto azionario di maggioranza relativa. Quindi – oltre a creare un nuovo gruppo editoriale che avrà un fatturato di 750 milioni di euro, 5,8 milioni di lettori e 2,8 milioni di utenti nell’informazione on line – questa fusione significa anche che a Rcs verrà meno il principale azionista che in diverse occasioni ha ricapitalizzato il gruppo in difficoltà.
Insomma un terremoto per il mondo dell’editoria che, come detto, potrebbe avere anche ripercussioni locali. Sul mercato romagnolo infatti opera da decenni il Corriere di Romagna che esce in abbinata con il quotidiano La Stampa e di cui il gruppo Espresso possiede un’importante quota nella società proprietaria della testata.
E’ presto per capire cosa succederà alla storica cooperativa giornalistica nata dalle ceneri del gruppo Longarini. Gli accordi definitivi per la fusione Espresso/Itedi andranno infatti definiti entro il 30 giugno 2016 e il perfezionamento dell’operazione avverrà entro il primo trimestre del 2017.
Ma è difficile pensare che un gruppo della forza di quello appena creato tra Espresso/Itedi, non consideri un bacino d’utenza come la Romagna, con oltre un milione di abitanti e un’economia ancora vitale nonostante anni difficili. Altro aspetto da considerare è che a capo del gruppo ci sarà Monica Mondardini, romagnola orgogliosa di esserlo.
Se si considerano poi le indiscrezioni seguite all’accordo, appare probabile un interessamento del gruppo per la Romagna. Per La Stampa (che diffonde in Romagna un buon numero di copie) infatti si prevede un futuro di giornale regionale, mentre Repubblica dovrebbe diventare l’autentica testata nazionale, da affiancare ai numerosi giornali locali del gruppo.
E c’è anche un motivo geo-strategico che fa pensare alla Romagna come punto di interesse per l’editoria nei prossimi mesi. Se si tiene come punto di riferimento la via Emilia, emerge come nelle importanti realtà di Reggio Emilia, Modena e Bologna ci sia già un mercato sostanzialmente bipolare, con il Gruppo Espresso da una parte e il Resto del Carlino (Gruppo Riffeser) dall’altra. Agli altri attori restano marginali quote di mercato.
Da tempo gli esperti ripetono che, a livello locale, gli attuali consumi di quotidiani cartacei permetteranno l’esistenza di sole due testate. Nelle province romagnole viviamo invece in una situazione tripolare e nel caso specifico riminese abbiamo visto, in tempi recenti, la contemporanea esistenza di quattro giornali locali. Una situazione difficilmente sostenibile, considerato l’attuale numero di lettori, che infatti ha portato all’uscita del mercato recentemente di una testata, mentre le altre vivono momenti di difficoltà. A questo proposito la situazione ad oggi più difficile appare quella de La Voce di Romagna. La vecchia società editrice guidata da Gianni Celli è fallita e adesso sono i figli di Celli che continuano le pubblicazioni del giornale con qualche difficoltà. Sul futuro di questa testata potrebbero pesare anche gli esiti dell’inchiesta in corso sulla passata gestione e anche il fallimento in discussione che, pur riguardando il passato, potrebbe avere qualche conseguenza sul futuro. Va anche annotato che negli anni scorsi c’erano stati degli incontri tra i manager del gruppo Espresso e La Voce. Sempre a proposito de La Voce da segnalare che la testata è nelle disponibilità di un istituto di credito che intende esercitare i suoi diritti. Questo significa che la testata dovrebbe essere messa in vendita, con tempi e modi da definire.
In un clima di grandi cambiamenti quindi la Romagna potrebbe diventare un punto di interesse nel panorama editoriale italiano. E un’entrata su questo terreno della nuova corazzata editoriale, con la sua potenza, sconvolgerebbe gli equilibri (o disequilibri) esistenti.
Infine, sempre in tema di editoria, mercoledì è stata approvata in prima lettura dalla Camera la riforma del settore che prevede il mantenimento dei contributi pubblici. Anche in questo caso è troppo presto per poter individuare linee di sviluppo certe, perché saranno decisivi i decreti attuativi che stabiliranno nei particolari quante risorse ci saranno a disposizione e chi potrà riceverle. Il dato di fatto è che i contributi pubblici, dati per finiti, continueranno a essere erogati. Da notare che la struttura complessiva della legge sembra aver allargato le maglie rispetto a criteri molti più rigorosi di cui si è parlato in questi ultimi mesi. (f.f.)

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