Ex Delfinario: il nuovo concessionario dovrà demolire tutte le opere abusive

Ex Delfinario: il nuovo concessionario dovrà demolire tutte le opere abusive

L'amministrazione comunale ha ufficializzato l'avviso pubblico: le domande devono pervenire entro il 23 marzo, tempi dunque molto stretti. Ecco cosa prevede e chi si trova in pole position per gestire quella struttura. Che manca anche dell'allaccio alla fognatura.

L’amministrazione comunale ha pubblicato l’avviso per concedere l’utilizzo dell’ex Delfinario. Sull’immobile sono state realizzate opere abusive che vanno dalla realizzazione di servizi igienici ad una nuova rampa per l’accesso alla vasca spettacoli, e poi uffici, vasche di lavorazione del pesce, una tettoia su fronte del fabbricato e tanto altro. “L’immobile non potrà essere utilizzato se non previa demolizione delle opere abusive”, si legge nel bando. C’è anche un altro obbligo: l’allaccio alla pubblica fognatura. L’ex Delfinario è stato riconsegnato dal curatore fallimentare al Comune di Rimini, in quanto titolare delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo, dopo le ben note vicende, ovvero il fallimento della società concessionaria dichiarato dal Tribunale di Rimini nel 2018 e la successiva decadenza dalla concessione demaniale.

“E’ interesse dell’Amministrazione Comunale riqualificare l’immobile mediante assegnazione a terzi, per lo svolgimento di attività ambientali, culturali, sportive e del tempo libero a soggetti che non perseguano fini di lucro”, e al fine “di riqualificare l’area e valorizzare l’identità del territorio”, ritiene opportuno assegnarlo “in concessione mediante avviso pubblico”. L’assegnazione riguarda un periodo di sei anni. Possono concorrere associazioni di volontariato, di promozione sociale, imprese sociali, associazioni e società sportive dilettantistiche, fondazioni e comitati “purché costituiti con atto scritto” e “altri soggetti privati che non perseguano scopo di lucro”. Il termine per presentare le offerte è il 23 marzo. E’ stata prevista una postilla significativa: “Qualora venga presentato un progetto non conforme agli strumenti urbanistici ma che, secondo i criteri di seguito indicati e per l’interesse pubblico perseguito si ritiene meritevole di accoglimento, l’Amministrazione comunale si riserva la facoltà di adottare le procedure necessarie per renderlo conforme alla strumentazione urbanistica; la conformità agli strumenti urbanistici non costituisce, pertanto, criterio di valutazione“.

Fra i criteri più importanti di cui l’amministrazione terrà conto, ci sono: “contenuti, capacità attrattiva, di innovazione e qualità del progetto presentato”, “attinenza dell’attività proposta ad esprimere identità e valori del territorio”, ed “esperienza pregressa nel settore proposto”. Un punteggio inferiore per la “programmazione di iniziative rivolte al pubblico” e “previsione di laboratori per bambini e scuole”. Risulterà aggiudicatario il soggetto o i soggetti – specifica il bando – che avranno conseguito il maggior punteggio, mentre in caso di parità di punteggio verrà considerato vincitore il concorrente che avrà presentato per primo la domanda di partecipazione. Chi otterrà l’ex Delfinario dovrà pagare il canone annuale (per il 2020 2.446,50 euro) e l’imposta regionale sulle concessioni dei beni del demanio marittimo (pari al 5% del canone).

Non è un segreto che il Club Nautico e la Fondazione Cetacea, che in tal senso hanno sottoscritto un protocollo di “gentlemen agreement”, puntino alla gestione dell’ex Delfinario. L’hanno dichiarato in una conferenza stampa quasi un anno fa. L’obiettivo dichiarato è quello di ricavarci l’ospedale delle tartarughe, la scuola di vela e un polo per la difesa dell’ambiente marino. Progetto ambizioso, che adesso arriva al giro di boa. Sui tempi per poter vedere l’ex Delfinario in una nuova veste e destinazione, invece, ancora non si può ipotizzare nulla.

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