Facciamo un po’ di chiarezza sulla Bolkestein (e le sorprese non mancano)

Facciamo un po’ di chiarezza sulla Bolkestein (e le sorprese non mancano)

Se il ddl diventerà legge darà un vantaggio a chi è attualmente concessionario, a meno che l’Europa ...

La direttiva, la sentenza della corte di giustizia Ue e il ddl Costa creano un combinato disposto di difficile interpretazione. Il professor Roberto Maria Brioli ci guida nei meandri di una vicenda che sta appassionando Rimini. L’ipotesi che emerge è che in diversi casi decideranno i tribunali e che i piani spiaggia dei Comuni potranno avere un peso decisivo.

“Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente”. La frase, attribuita, forse erroneamente, a Mao Tse-tung, inquadra bene la questione della direttiva Bolkestein che da anni vivacizza “il dibattito” a Rimini.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza – evitando gli “accademici da Bar Sport” – con l’ingegner Roberto Maria Brioli, un’autorità per quel che riguarda le problematiche del demanio. Brioli è stato infatti per oltre vent’anni “ingegnere erariale”, ricoprendo la carica di direttore del demanio dell’Emilia-Romagna e Marche, all’epoca chiamato Compartimento del Territorio, ha insegnato questi temi all’università ed è consulente di importanti realtà, come diversi porti turistici italiani, che insistono su proprietà demaniali.
“La questione è dibattuta da decenni – esordisce il professor Brioli -. Chi aveva concessioni demaniali a scopo turistico ricreativo, nel caso di Rimini parliamo di bagnini e chioschisti, ha sempre avuto un trattamento diverso, secondo alcuni di favore, rispetto ad altre concessioni demaniali. Per loro valeva il principio di insistenza, cioè chi aveva una concessione l’aveva praticamente a vita. Nel caso dei bagnini riminesi le concessioni passavano agli eredi come un diritto di proprietà. Poi è arrivato Frits Bolkestein, il commissario europeo per il mercato interno della Commissione guidata da Romano Prodi, che nel 2004 ha presentato la sua direttiva, poi approvata nel 2006. Va subito detto che la direttiva riguarda la libera concorrenza, e non solo il demanio, e la transfrontalierità”.

Le immagini sono di Giorgio Salvatori/Archivio fotografico Apt Servizi Emilia Romagna

Cosa stabilisce questa direttiva?
“Che deve essere tutelata la libera concorrenza in tutte le attività che hanno a che fare con situazioni di guadagno. Stabilisce poi che le procedure per assegnare concessioni pubbliche, da cui consegue un guadagno, devono essere trasparenti, non discriminanti e devono garantire parità di trattamento a tutti i partecipanti. Quindi deve essere fatto un concorso, o un bando di gara o un’asta per assegnare queste concessioni”.

Quindi per le concessioni si deve andare all’asta, e tutti gli operatori economici devono avere la stessa possibilità di operare?
“Sì, ma con delle eccezioni. La Corte di Giustizia europea nel luglio 2016 ha emesso una sentenza che stabilisce dei principi. Il primo è che le concessioni demaniali marittime non possono avere rinnovo automatico. Su questo punto l’Italia si è già inserita, concedendo una proroga che non è un rinnovo. Una carta che è stata giocata con una certa abilità. Il secondo principio è che per far valere questa norma è necessario che l’interesse transfrontaliero sia certo. In caso contrario si andrà ad una verifica caso per caso. A questo punto vengano elencati dei parametri per stabilire questo interesse transfrontaliero, cioè deve essere valutata l’importanza economica di una concessione demaniale. Un conto è essere titolare di decine di concessioni demaniali, cioè si è di fronte ad una notevole importanza economica, un conto è avere la concessione di un piccolo bagno. Poi va valutato il luogo su cui insiste la concessione demaniale, e in questo caso Rimini ha sicuramente una valenza europea e transfrontaliera, infine vanno valutate le caratteristiche tecniche dell’appalto di gara”.

Cosa succederà quindi?
“Detto che nel 2020 le aste dovranno essere fatte, ipotizzo un gran lavoro per i giudici. La direttiva stabilisce infatti che sia necessaria la parità di trattamento, ma la sentenza dice che va fatta una valutazione caso per caso. Inoltre il disegno di legge delega al Governo presentato dal ministro agli affari regionali Costa, in attesa di diventare legge, suggerisce che la concessione venga prorogata se c’è ancora in corso un ammortamento, cioè se sono stati fatti degli investimenti sulla concessione. Quindi sarà il giudice nazionale – immagino del Tribunale riminese, anche se il disegno di legge non lo precisa e potrebbe essere competenza del TAR – che dovrà verificare, valutando la direttiva e la legge italiana che mette alcuni paletti, se una concessione potrà essere messa all’asta o no”.

Insomma, ci sarà lavoro per i tribunali, che già sono abbastanza intasati…
“Presumo di sì. Ma il ddl Costa prevede anche altri aspetti interessanti, sempre che diventi legge. Il primo è che la durata delle concessioni andrà da un minimo di 12 ad un massimo di 30, calcolati sulla base degli investimenti che saranno fatti sulla concessione e del tempo necessario all’ammortamento. Poi stabilisce, e questo è un aspetto particolarmente interessante per l’attualità riminese, che se ci sono dei piani spiaggia innovativi promossi dal pubblico (Comuni e Regioni), il bagnino o il chioschista che vi aderisce non è obbligato a mettere la concessione all’asta, perché questa verrà rinnovata per “tot” anni sulla base dell’investimento che è stato fatto. Infine, altro aspetto interessante, le nuove concessioni verranno assegnate con il criterio dell’offerta che non è economica – ci saranno infatti tariffe demaniali “fisse”, ma valuta altri aspetti come la “proficua utilizzazione della concessione”, l’uso che ne verrà fatto favorendo l’utilizzo pubblico, le tariffe che saranno applicate, l’impiego di attrezzature non fisse ma amovibili ecc. ecc.”.

Sembrano criteri “interpretabili”, più che leggi inflessibili?
“Bisognerà valutare quale sarà l’interpretazione autentica di queste definizioni. Ad esempio come “attrezzature non fisse” nel ddl viene specificato che vanno considerate opere amovibili anche quelle fisse, ma che possono essere demolite o spostate. Cioè in pratica tutte. E questo, se il ddl diventerà legge, è un particolare che va a favore dello status quo”.

Sembra che ci siano altri aspetti che giocano a favore della situazione attuale…
“Sono tutte cose di cui avremo certezza col tempo e se il disegno di legge non sarà molto modificato. Ma al momento ci sono alcune ipotesi che sembrano favorire la situazione attuale. Ad esempio le procedure di selezione per queste gare. Verranno infatti messe a confronto i servizi offerti, i prezzi praticati, le strutture impiegate, le iniziative e gli eventi preventivati, l’utilizzo pubblico, i servizi per i disabili, i servizi per gli animali domestici… Ma l’aspetto importante è che saranno valutate la capacità tecnica e professionale acquisita. Cioè chi ha sempre fatto il bagnino registra un punto a suo favore. La legge dice che questo aspetto si accorda con il diritto comunitario, ma su questo punto l’interpretazione sarà discussa, perché il diritto comunitario sancisce che tutti i soggetti economici possono partecipare alla gara”.

Il ddl Costa individua anche degli indennizzi per chi uscirà da questa attività…
“Il ddl specifica che il concessionario uscente ha diritto ad un indennizzo basato sul valore commerciale dell’azienda, che comprende anche il valore delle attrezzature, delle strutture e dei manufatti. Il nuovo concessionario potrà subentrare solo se darà i soldi dell’indennizzo e se si impegnerà a mantenere la forza lavoro che gestiva il concessionario uscente”.

Insomma, una procedura “conservativa”…
“Vedremo. Il ddl afferma inoltre che nella legge sarà stabilito il numero massimo delle concessioni che si possono ottenere, però questo cozza con l’aggregazione degli stabilimenti di cui si è parlato in questi anni. Da un lato si vogliono favorire le aggregazioni, dall’altra queste aggregazioni devono essere fatte da soggetti economici diversi. Un punto debole della legge è che il concessionario può cedere a terzi il diritto e, per come è scritto, sembra possa farlo nei confronti di chiunque, vanificando le procedure di selezione che erano state stabilite in precedenza. Cioè io che ho fatto il bagnino per una vita sono agevolato nell’ottenere la concessione in base al criterio di professionalità, ma poi potrei cedere questa concessione a chi voglio”.

Altri aspetti particolari della riforma?
“Il titolo concessorio potrà essere allungato se si effettuano investimenti su aree pubbliche esterne alla concessione. Quindi in presenza di una modifica del piano spiaggia, che riguarda ad esempio anche il lungomare, verrà allungata nei fatti la concessione. Ma attenzione, ripeto: stiamo parlando di un disegno di legge che deve essere ancora approvato dal parlamento, quindi le valutazioni finali andranno fatte in seguito. Inoltre non va dimenticato che esiste il federalismo demaniale, quindi nella pratica ogni Regione potrà riscrivere le regole”.

Il suo giudizio finale sulla direttiva e le contromosse attuate dall’Italia?
“Non ho giudizi. Osservo. Il ddl punta a difendere la peculiarità nazionale, cioè chi ha le concessioni. Nel 2020 comunque si faranno le gare e su questo punto non si discute. Se il ddl diventerà legge si può dire che darà un vantaggio a chi è attualmente concessionario, a meno che l’Europa non dica che si tratta di un escamotage, ma la sentenza della Corte Europea del luglio 2016 ha aperto diversi spiragli. Quello che probabilmente succederà nei casi controversi è che decideranno i giudici se una concessione può essere prorogata o deve andare all’asta”

Si parla sempre e solo di bagni e chioschi di spiaggia. La Bolkestein riguarda altre concessioni demaniali?
“In alcuni casi, come ad esempio le zone date in concessione per attività sportive, non si capisce ancora molto. Anche qui andrà analizzata l’interpretazione autentica del termine “turistico-ricreative”. Per le altre concessioni, come ad esempio i porti turistici, la Bolkestein incide poco, perché normalmente sono concessioni molto lunghe che andranno all’asta quando scadranno.

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