Flussi e riflussi aeroportuali: Ryanair in Emilia Romagna e il suo ritorno a Rimini

Flussi e riflussi aeroportuali: Ryanair in Emilia Romagna e il suo ritorno a Rimini

Nel gennaio 1998 Aeradria ebbe a Dublino il primo incontro con i responsabili della compagnia aerea irlandese. Poi arrivarono Forlì e Bologna. Nel ritorno di Ryanair al "Fellini" va considerata una partita gestita dal curatore fallimentare di Aeradria, che ha chiuso la vertenza e recuperato 650mila euro dalla compagnia. Che viene annunciata di nuovo a Rimini dal 2018. Gli albergatori fanno sapere di essere pronti a fare la propria parte. Basterà?

Negli ultimi cinque anni il traffico low cost, nazionale e internazionale, in Italia e nella nostra regione è rispettivamente aumentato del 40% (da 58.124.000 a 81.288.000) e del 36% (da 3.401.556 a 4.639.481).

I “voli senza fronzoli” negli scali regionali
Nel 2011 il traffico totale nei 4 aeroporti regionali ha registrato un movimento di 7.345.182 passeggeri, di cui il 46% low cost. Nel 2016 (3 aeroporti) su un movimento passeggeri di 8.087.382, quelli low cost hanno rappresentato il 58%. Nel quinquennio la variazione percentuale della tipologia “senza fronzoli” nei quattro aeroporti è stata la seguente: Bologna: +87%; Parma: -28%; Forlì: -100%; Rimini: -96%.
Quanto alle compagnie low cost che operano negli aeroporti regionali, non c’è vettore che li conosca meglio di Ryanair, come risulta da una breve storia sul passato, presente e futuro.

Il passato
Rimini – Nel gennaio 1998 Aeradria ebbe a Dublino il primo incontro con i responsabili della compagnia aerea irlandese. A partire dal giugno dello stesso anno, iniziò il collegamento con Londra la cui attività cessò nel 2001, per riprendere il collegamento con Londra nel 2008.

Forlì-Bologna – Ryanair iniziò l’attività con il collegamento Forlì-Londra-Forlì nel novembre del 2001. Il buon risultato del traffico convinse la compagnia a creare la base operativa a Forlì, alla condizione che venissero installati per l’assistenza al volo le migliori apparecchiature. L’Ente Nazionale Assistenza Volo (E.N.A.V.) soddisfò quanto richiesto da Forlì e, per evitare i sorvoli sull’abitato della città, provvide ad installare un nuovo sentiero luminoso per consentire gli atterraggi nella direzione Forlimpopoli-Forlì. Successivamente seguirono le trattative per l’installazione della base operativa (luglio 2007) che prevedeva inizialmente 8 collegamenti, per arrivare gradualmente a 16.
Nel febbraio 2008, ultimate le trattative, SEAF di Forlì doveva sottoscrivere l’accordo con Ryanair. Prevalse, purtroppo – anche a seguito della presa di posizione dell’allora sindaco di Bologna Cofferati, importante socio dello scalo bolognese, il quale dichiarò che tutti i voli low cost dovevano operare sullo scalo di Bologna – un incomprensibile ripensamento da parte degli amministratori forlivesi, ma comprensibile per la SAB che non consentì il buon fine dell’accordo, in quanto la società dell’aeroporto di Bologna, socia di maggioranza dello scalo forlivese, nel marzo 2008 abbandonò l’aeroporto di Forlì, portandosi a casa Ryanair che, nel novembre 2008, iniziò la sua attività nello scalo regionale.

Il presente
Bologna – Dal 2011 al 2016 il movimento complessivo dei passeggeri low cost è aumentato dell’89% (da 2.382.760 a 4.512.7549), e la percentuale sul totale dei passeggeri è passata dal 41% al 58%.
Attualmente i programmi di Ryanair prevedono settimanalmente 42 collegamenti: 8 nazionali e 34 internazionali. I voli complessivi sono 235, di cui 70 nazionali. Il totale settimanale dei posti offerti è pari a 44.415. Considerando una percentuale media di riempimento del 75%, il movimento passeggeri settimanale è di circa 33.300.

Parma – Soppresso il volo per Londra, le tratte nazionali settimanali sono 2: Cagliari, 3 voli; Trapani, 6 voli. Si può prevedere che nel corso della settimana il movimento passeggeri di Ryanair sia di circa 1.300.
Nell’anno in corso si può stimare che il totale del traffico low cost di Ryanair nei due aeroporti possa raggiungere un movimento di circa 1.800.000 passeggeri, che rappresenta il 39% del movimento low cost.

Rimini – “Siamo lieti di annunciare un nuovo piano di crescita siglato con Airiminum e il nostro ritorno all’aeroporto di Rimini, dal quale, il prossimo anno, lanceremo nuove rotte…” Questo il recente annuncio del responsabile commerciale della compagnia irlandese.
A prescindere dai “salvatori della patria” – il cui elementare compito è quello di portare traffico nell’aeroporto in cui si opera – riteniamo che se è stato possibile riprendere il rapporto con Ryanair, un ringraziamento vada rivolto al curatore fallimentare di Aeradria, Prof. Renato Santini, la cui transazione ha consentito di chiudere la vertenza e recuperare (cosa non facile) 650mila euro dalla compagnia.
Nel 2016 il movimento passeggeri low cost (19.486) ha rappresentato l’8,2% sul totale di 236.918.

Il futuro
Bologna – Nel triennio 2014-2016 il traffico passeggeri low cost è aumentato del 53%, media annua 18%. Se, in via prudenziale, per il prossimo triennio 2017-2019 si considera un aumento medio annuo dell’8%, i passeggeri low cost potrebbero salire a circa 5.800.000.

Parma – Il consuntivo 2016 low cost ha registrato 167.115 passeggeri di movimento. Considerando un aumento medio annuo del 7%, si può prudenzialmente valutare che alla fine del prossimo triennio il movimento passeggeri potrebbe salire a circa 205.000.

Forlì – Nel settembre del corrente anno dovrebbe svolgersi la nuova gara d’appalto per la gestione dell’aeroporto, che nel 2012 (chiuso nell’aprile 2013) totalizzò un movimento di 257.321 passeggeri low cost. Al momento è problematico fare previsioni per il triennio 2017-2019 non conoscendo quali proposte verranno formulate in sede di gara.

Rimini – Nel marzo 2018 Ryanair dovrebbe riprendere l’attività sul nostro aeroporto. Qualora venissero ripristinati i collegamenti effettuati nel 2011 con Gran Bretagna, Germania e Svezia – le cui tratte prevedevano: Londra 3 voli settimanali; Liverpool (marzo-ottobre) 4 voli settimanali; Francoforte 2 voli settimanali; Stoccolma (marzo–ottobre) 6 voli settimanali – il movimento dovrebbe registrare circa 107.000 passeggeri.
Prudenzialmente, alla fine del triennio (2019) si può prevedere che il movimento passeggeri low cost (Ryanair e altri vettori) possa attestarsi su circa 137.000 passeggeri.
Ad esclusione dei risultati gestionali 2018 e 2019 dell’aeroporto di Forlì, secondo le stime sopra considerate e relative ai tre aeroporti, si può valutare che in regione alla fine del triennio 2017-2019 il movimento passeggeri low cost possa attestarsi su circa 6.145.000 (+32% rispetto al 2016) così suddiviso: Bologna 94%: Parma 3,5%; Rimini 2,5%.

La richiesta di contributi. Chi paga?
“Sarà difficile aumentare i voli su Rimini, dalla Germania e da altri paesi strategici per la Riviera, se non riceveremo il concreto sostegno economico di operatori privati e istituzioni.” (intervista della presidente di Airiminum 2014 del 06/05/2017).

In merito alla richiesta fatta dai nuovi gestori è opportuno fare alcune considerazioni.
Prima dell’inizio del traffico low cost (1998), dal 1977 al 1997 (20 anni) Aeradria ha effettuato, con risorse proprie e bilanci in attivo, azioni di co-marketing con i tour operator (che nei paesi scandinavi, Finlandia, Belgio e Lussemburgo raddoppiavano quanto previsto per le campagne inserzionistiche) per una spesa di 16,164 milioni di euro (euro 5,43 per passeggero arrivato in quel periodo).
La società Novaport Italia, terza classificata nella gara dell’agosto 2014 per la gestione dell’aeroporto, aveva previsto nella sua offerta per i primi 5 anni di gestione (2015-2019) 16,3 milioni di euro per “spese commerciali (incentivi alle compagnie aeree)”.
Le nuove norme della Commissione europea per aeroporti con traffico inferiore a 3 milioni di passeggeri consentono di effettuare investimenti pubblici “senza falsare la concorrenza” (ricerca di mercato e/o gara per la scelta del vettore per nuovi collegamenti).

Si ritiene che la soc. Airiminum per avere vinto la gara con il massimo del punteggio, abbia previsto nella sua offerta anche gli incentivi (quanti?) alle compagnie per incrementare il traffico.

“Siamo molto soddisfatti… e noi operatori faremo la nostra parte… A questo punto ci aspettiamo un apporto anche da parte della Regione e delle altre istituzioni.” Così ha affermato la presidente dell’associazione albergatori di Rimini il 22/07/2017.
Avrebbe fatto bene la presidente, assieme a Confindustria-Rimini, a fare la propria parte quando nominarono i loro rappresentanti (entrambi vice-presidenti) nel consiglio di amministrazione di Aeradria.
Considerato che le istituzioni stanno già “facendo la loro parte” non solo nel settore del turismo, si accontenteranno la presidente e l’a.d. della società di gestione dell’aeroporto del solo contributo privato (speriamo che ci sia) per evitare che senza soldi di privati e istituzioni i voli low cost diventino un miraggio?
Ma, soprattutto, quando finirà la storiella che per gestire un servizio pubblico vinto mediante gara da un privato debba arrivare il contributo delle istituzioni?

COMMENTI

DISQUS: 0