Fondazione Carim: 19 voti contrari al previsionale 2015. Vasini spiega perché

Si è svolta ieri pomeriggio l'assemblea dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che all'ordine del giorno aveva anche il parere sul d

Si è svolta ieri pomeriggio l’assemblea dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, che all’ordine del giorno aveva anche il parere sul documento programmatico previsionale 2015. Su 56 presenti, ben 19 sono stati i voti contrari e dunque la minoranza interna tutta compatta. Molti anche gli assenti, ma quel che emerge è che la spaccatura continua ad essere marcata. Quello che segue è l’intervento di Alfonso Vasini, che non fa sconti nell’analisi dei problemi aperti e che si conclude con l’appello al rispetto del patto per una Fondazione forte e unita. Rimini 2.0 ospiterà volentieri anche ogni altra presa di posizione sul tema.

Continua la fase di transizione, come dice il Presidente Pasquinelli, ma temo che sarà una fase ancor più incerta ed aleatoria a causa della palese inerzia della Fondazione a porvi fine, piuttosto che della sfavorevole congiuntura esterna che egli porta a giustificazione.

Tale inerzia sembra confermata dalla stessa lettera del Presidente del 13 ottobre scorso e dalla relazione odierna del Vice Presidente Leo Cagnoli in cui il “percorso verso una nuova e diversa stagione” è lastricato di mere enunciazioni, le stesse che ci sono state ripetute più volte, ma che non hanno avuto riscontro concreto finora:
– la migliore gestione del patrimonio, onde garantire un equilibrio economico e finanziario più solido;
– la rivisitazione delle attività istituzionali affinché meglio corrispondano alle istanze della comunità locale in costante evoluzione;
– la speranza in una futura prossima adeguata remunerazione del capitale investito nella società conferitaria.

Con riguardo alla partecipazione al capitale di Banca Carim appunto, è diffusa la sensazione che la Fondazione non sia in grado di esercitare con la necessaria tempestività, competenza ed autorevolezza l’ azione di guida e di controllo che le è propria, tanto che si verificano alcuni fatti che suscitano preoccupanti perplessità. Mi riferisco in particolare:
– all’avviso di convocazione dell’assemblea di Banca Carim portante tra gli argomenti all’odg: “azione di responsabilità” senza specificare nei confronti di chi e per quali ragioni tale azione dovrebbe essere promossa. Questo argomento mi risulta essere stato poi revocato grazie ad un tardivo quanto opportuno rigurgito di buon senso. Mi domando quale opinione si sarà fatta Banca d’ Italia leggendo nel frattempo la Gazzetta Ufficiale;
– alle notizie che di quando in quando appaiono sulla stampa circa contatti in corso con altre Casse di Risparmio della Regione in prospettiva di ventilate operazioni di aggregazione. Notizie sulle quali la Fondazione tace inopinatamente, così come tace sull’esito dell’incarico affidato a Mediobanca che mi risulta essere già pervenuto alla Fondazione.
– alle iniziative di alcuni azionisti di Banca Carim tese pare ad alienare le proprie azioni sul libero mercato a qualsiasi prezzo. In assenza di un regolamento che detti le condizioni delle negoziazioni, questi fatti espongono la Fondazione al rischio di svalutazione della propria partecipazione. Pare anche che tale regolamento non esista a tutt’oggi, a differenza delle altre Casse che vi hanno opportunamente provveduto.
– alle voci che dicono che il CDA della Banca non sempre sia coeso nelle sue decisioni, che i suoi rapporti con il socio di riferimento non siano dei più collaborativi e che tutto ciò si rifletta negativamente sul “sentiment” della struttura sottostante.
In conclusione si percepisce la sensazione e si insinua il dubbio che la Banca, in queste condizioni, possa prestare il fianco, magari inconsapevolmente, ad azioni speculative dagli scopi più reconditi.

Un altro Ente importante partecipato dalla Fondazione è Uni.Rimini che mi risulta essere molto esposto finanziariamente e nei cui confronti dovrebbe essere esercitato un più rigoroso controllo, specialmente ora che Leo Cagnoli ne è diventato il Presidente.

È inevitabile che, se corrispondenti al vero e se mal governati, alcuni dei fatti di cui sopra finiranno per incidere sulla consistenza del patrimonio della Fondazione e sulla sua capacità operativa, mentre gli altri ne lederanno il prestigio istituzionale.

Per quanto riguarda il Documento previsionale 2015 non ho molto da dire, se non che constatare che esso sembra la fotocopia di documenti del recente passato analoghi per natura e contenuti, sui quali ho già espresso il mio parere. Osservo soltanto che si continua ad attingere alle ormai esangui risorse per sostenere le erogazioni a favore della comunità, carenti oltretutto del dovuto rendiconto come ripetutamente ed invano richiesto, ed a sperare in qualche “provento straordinario” non meglio individuato.

Caro Presidente, si avvicina la scadenza del tuo mandato e l’ aria che si respira all’interno della Fondazione continua ad essere pregna di incomprensioni e di ostilità, la cui eco sarà giunta anche agli Organi di controllo (MEF e Banca d’Italia).
Credo sia tuo interesse, oltre che tuo dovere, consegnare al tuo successore una Fondazione finalmente riappacificata. Tu hai un debito verso di essa e verso i suoi soci che rimanda a quel patto solenne scritto e sottoscritto l’ 1 giugno 2013, che tu non hai onorato. Fa si che l’ “incipit” di quel patto, “Per una Fondazione forte ed unita”, che proprio tu hai voluto scrivere di tuo pugno, sia rispettato. Nel frattempo confermo il parere a cui ho fatto sopra riferimento, come parere contrario.

Alfonso Vasini

COMMENTI

DISQUS: 0