Fondazione Carim: 30 soci chiedono un’assemblea sullo stato delle finanze

Fondazione Carim: 30 soci chiedono un’assemblea sullo stato delle finanze

Pare che una trentina di soci della Fondazione Carim (e fra questi anche nomi molto in vista) abbiano chiesto la convocazione urgente di una assemblea

Pare che una trentina di soci della Fondazione Carim (e fra questi anche nomi molto in vista) abbiano chiesto la convocazione urgente di una assemblea generale, con l’obiettivo di approfondire il tema dello stato delle “finanze” dell’ente di Palazzo Buonadrata guidato da Massimo Pasquinelli (nella foto). E pare che lo abbiano fatto con una lettera consegnata ai vertici della Fondazione agli inizi di dicembre, quindi nei giorni immediatamente successivi alla dichiarazione di fallimento di Aeradria (che ha in Banca Carim, controllata dalla Fondazione, il principale creditore della società di gestione del “Fellini”) da parte del Tribunale di Rimini, ma forse senza che fra i due fatti si debba necessariamente rinvenire una coincidenza.

Non trapela nessuna volontà di rottura e nemmeno di polemica dietro a questa iniziativa, ma solo l’esigenza di garantire al meglio il futuro della Fondazione. Va detto che non era mai accaduto prima che i soci della Fondazione si spingessero tanto avanti, di fatto manifestando una preoccupazione molto concreta. A quanto pare un certo numero di soci sembra temere che si possano esaurire le risorse finanziarie, e con esse anche le azioni a sostegno del territorio e in diversi settori: arte, istruzione, assistenza, sviluppo locale eccetera.
Se infatti per il 2014 la Fondazione erogherà risorse complessive per 1 milione e 900 mila euro (pari a quella del 2013 ma di molto inferiori alla somma erogata nel 2012, che era stata di oltre 1 milione di euro in più), lo farà in parte attingendo ai fondi riservati all’attività istituzionale accantonati negli esercizi precedenti.

D’altra parte nella loro relazione al documento programmatico previsionale 2014, i revisori dei conti erano stati molto chiari ed avevano posto una serie di paletti. Stando ai risultati economici del primo semestre 2013 di Banca Carim, non sono previsti dividendi per la Fondazione nell’esercizio 2014. Nel 2014 dovranno anche essere rimborsati 7,25 milioni di euro dei 10 milioni (i restanti 2,72 milioni nel 2017) relativi al finanziamento acceso per la sottoscrizione dell’aumento di capitale di Banca Carim.
Il collegio dei revisori ha quindi messo nero su bianco una oggettiva valutazione: i fondi disponibili non potranno garantire una erogazione di 1,9 milioni di euro per chissà quanti anni ancora. Da qui l’invito caldeggiato dai revisori a vendere gli assets patrimoniali non strategici e in particolare le azioni di Banca Carim, pur senza perderne il controllo di diritto. Rispetto a questa situazione è poi sopraggiunta una nuova tegola, quella – appunto – del fallimento di Aeradria, che pure mantiene una finestra aperta perché è stato annunciato un doppio ricorso contro il fallimento, uno da parte di Aeradria e uno dei creditori.

Rientra nelle prerogative statutarie dell’ente presieduto da Massimo Pasquinelli che i soci possano chiedere che venga riunita l’assemblea generale e la materia è disciplinata da un regolamento interno che stabilisce criteri di composizione e modalità di funzionamento dell’assemblea dei soci.
Occorrerà adesso attendere la risposta del presidente Pasquinelli.

C’è un altro fronte caldo aperto relativo alla Fondazione e ai principali enti istituzionali riminesi. In occasione del discorso alle autorità per la ricorrenza di San Gaudenzo, il vescovo di Rimini aveva letteralmente strigliato coloro che tengono immobilizzata la nomina del successore di Luciano Chicchi alla presidenza di UniRimini: “Raccomando una rapida ricostituzione della piena funzionalità degli organi di Uni.Rimini S.p.A. – disse – senza ulteriori dilazioni e penalizzanti rinvii. Uni.Rimini, infatti, ha svolto e svolge un ruolo decisivo per lo sviluppo e la crescita del polo universitario riminese”.
L’indomani il presidente Stefano Vitali aveva assicurato con una nota ufficiale che “la Provincia di Rimini è pronta a mettersi a disposizione da subito, facendo pienamente la propria parte all’interno de “l’opera corale” richiamata dal nostro Pastore Lambiasi”. Toni concilianti, tutte pecorelle davanti al Pastore, ma le lotte sotterranee continuano. E’ trascorso quasi un mese (e un anno dalla morte di Luciano Chicchi) dai messaggi in codice scambiati a distanza ravvicinata su Uni.Rimini ma ancora l’accordo non è stato trovato. Evidentemente per quel posto vacante ci sono mire diverse e strategie opposte, o quasi.

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