Fondazione Carim pesca nel salvadanaio di Crédit Agricole per il sostegno al territorio

Fondazione Carim pesca nel salvadanaio di Crédit Agricole per il sostegno al territorio

Fondazione Cassa di Risparmio e Crédit Agricole hanno destinato 175mila euro a progetti in ambito sociale, culturale ed economico. Un aiutino che viene dalla banca, perché l'ente di palazzo Buonadrata è a corto di risorse. Speriamo che la magnanimità di Crédit Agricole si faccia apprezzare anche per le opere d'arte che furono acquistate da Carim.

175mila euro. Arriva l’aiutino di Crédit Agricole alla Fondazione Carim per il sostegno ai progetti locali in ambito sociale, culturale ed economico. Sono stati presentati questa mattina da Linda Gemmani, presidente della Fondazione e da Massimo Tripuzzi, responsabile della direzione regionale Romagna di Crédit Agricole Italia.

Il “fondo” deriva dall’accordo di cessione della intera partecipazione azionaria della Fondazione, che lo scorso settembre ha ceduto tutte le 27.948.323 azioni che deteneva a Crédit Agricole al prezzo di 0,194 euro cadauna, mettendo in saccoccia 5.421.975 euro.

La scelta dei progetti da sostenere, che non viene fatta in autonomia dalla Fondazione ma insieme a Crédit Agricole, ha portato a premiare le seguenti realtà: l’Istituto di scienze religiose per il volume sugli affreschi del Trecento riminese nella chiesa di Sant’Agostino, la Confraternita di San Girolamo per il restauro e la conservazione di volumi della stessa Confraternita, il Comune di Santarcangelo per il restauro e la riapertura della grotta centrale di piazza Balacchi, l’associazione l’Atto Scuro per la stagione teatrale “Oltremisura” di Montescudo. Fin qui il capitolo arte e cultura. Per l’educazione e la formazione: borse di studio per alunni di famiglie meno abbienti che frequentano l’asilo Baldini, e il doposcuola materno del Comune di San Leo. C’è anche il finanziamento al piano strategico nel filone “sviluppo locale”. Infine, per il volontariato e la solidarietà: percorso di formazione e assistenza per le famiglie che intendono adottare un bambino (referente l’Associazione Famiglie per l’accoglienza), l’avviamento al basket per disabili della Valconca promosso dal gruppo Pacassoni di San Giovanni in Marignano e l’acquisto di uno strumento diagnostico per la cardiologia dell’ospedale Infermi (Ascor).

Foto di gruppo con i rappresentanti delle realtà riminesi che hanno presentato i progetti selezionati

La Fondazione sottolinea che in 26 anni ha investito sul territorio provinciale 100 milioni di euro. Lo ha fatto nel periodo in cui la Cassa di Risparmio macinava utili, distribuendo qualche milione di euro l’anno: nel 2005 furono quasi 4 milioni di euro. Nel 2018 sono stati 225mila. Nel previsionale 2019 ne sono stati indicati 210.
In Romagna non se la passano tutti così: la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì nel 2018 ha distribuito al territorio 9,2 milioni di euro e nell’anno in corso diventeranno 10,4 milioni, ma è rimasta l’unica gallina dalle uova d’oro. Beati i forlivesi che hanno saputo gestire le banche e la fondazione e che adesso regalano 2,2 milioni alla cultura e alla produzione artistica locale, 2,8 milioni al sociale e alla sanità, 2,2 milioni allo sviluppo del territorio, l’innovazione e il turismo, 2 milioni ai giovani, allo sport, all’università e alla scuola. La Fondazione Carim deve invece rompere il salvadanaio per tirare fuori le ultime risorse e bussare da Crédit Agricole.

Purtroppo, anche se si parlava di cultura e di sostegno al territorio, né il rappresentante di Crédit Agricole e né il presidente della Fondazione, hanno fornito rassicurazioni sui beni acquistati da Carim e passati al gruppo francese: il codice di Basinio da Parma, pagato nel 1992 115.500 sterline, così come la Sacra conversazione di Lattanzio da Rimini, anch’esso approdato in città grazie a Carim, e il Trigramma bernardiniano, questi ultimi due esposti al Museo comunale, mentre l’Astronomicon è custodito in cassaforte nella sede di Crédit Agricole in piazza Ferrari. La banca intende regalare alla città, magari depositandolo alla Gambalunga, il prezioso (non solo dal punto di vista economico ma anche culturale per la storia di Rimini) codice? La Fondazione Carim si è attivata al riguardo, considerando che si parla di opere che hanno un “peso” ben superiore ai 175mila euro elargiti dalla banca a sostegno di alcuni progetti in ambito sociale, culturale ed economico? Nemmeno stamattina è stato detto nulla al riguardo.

COMMENTI

DISQUS: 0