Il fossato di Castelsismondo? Slide-story della promessa mancata e di mille bugie

Il fossato di Castelsismondo? Slide-story della promessa mancata e di mille bugie

Un clamoroso raggiro, che stravolge una pianificazione partita a fine anni 90

L’opera voluta da decenni, prevista nel PRG ed inserita nel Piano Strategico non si farà. Eppure ci hanno già speso soldi i privati, ed il “ripristino” è contemplato anche nel progetto finanziato dall’UE. Al suo posto, Gnassi sta erigendo plinti in cemento armato e muri, che dal rendering sembravano ben più esili e bassi.


Tutti i cittadini riminesi possono vedere la cementificazione in corso attorno al povero Castel Sismondo: assai diverso – se non il contrario – di quello che era stato promesso da anni, inserito nella pianificazione urbanistica, progettato e che era stato pure finanziato. Siccome la memoria è corta, ecco a beneficio dei lettori e dei contribuenti pubblici la cronistoria.
Per slide, of course.

1999: il PRG definitivamente approvato prescrive un intervento “finalizzato al ripristino del fossato della Rocca” malatestiana

2004: il consigliere comunale Gioenzo Renzi propone una mozione di recupero del fossato, non approvata

2004, 9 marzo: Comune e Fondazione Carim s’incontrano e si accordano per “la risistemazione di piazza Malatesta e del fossato di Castelsismondo”

2007, 2 agosto: il vicesindaco Melucci dopo un incontro coi commercianti annuncia “il recupero del fossato della Rocca”

2009: il Comune annuncia il progetto di “recupero del fossato” che prevede “scavi a diverse profondità”

2010, gennaio: a domanda il vicesindaco Melucci risponde: “il fossato si farà sicuramente”

2010, maggio: il Consiglio comunale approva il Piano Strategico, che prevede “il recupero del fossato”

 

2010, settembre: il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Massimo Pasquinelli, spiega che sono stati accantonati i soldi (4,5 milioni) e fatto un progetto, approvato dalla Soprintendenza, di recupero del fossato

2010, 1° dicembre: Andrea Gnassi, candidato sindaco, incontra i commercianti e annuncia, scrivendolo sul suo sito web ufficiale, “il recupero del fossato malatestiano”

2011, marzo: adozione del Piano Strutturale che prescrive “lo scavo dell’antico fossato” come previsto anche dal PRG

2013, marzo: il sindaco Andrea Gnassi annuncia la sua “lotta contro il mattone”

2014, giugno: la giunta Gnassi approva lo studio di fattibilità del progetto di piazza Malatesta. Prevede “rievocazione dell’antico fossato”, condizionata ad un “QUALORA”: “qualora i resti delle mura di sponda del fossato della prima cinta di mura e del fossato stesso a 3 arcate si impostino a quote sufficientemente alte, si valuterà l’opportunità di portarli in superficie”

2014, luglio: la giunta Gnassi richiede variante al PRG, poi approvata, per “anticipare” ciò che richiede il PRG (“ripristino del fossato”), ma attraverso un progetto più rapido e meno costoso che consenta di “rievocare e valorizzare la Rocca Malatestiana e aree limitrofe”. E’ un modo per aggirare la previsione urbanistica e tenersi le mani libere

 

2015, marzo: la Regione annuncia “il ripristino dell’antico fossato” grazie al fatto che il progetto della giunta Gnassi riceverà i finanziamenti pubblici del POR-FESR 2014/2020 (costo 6 milioni, copertura di 4,7 milioni con fondi europei, statali e regionali)

2016, marzo: il Comune annuncia ufficialmente il progetto di valorizzazione dell’area di Castel Sismondo, che “riconsegna alla Rocca stessa una parte del suo antico fossato”. Dal rendering, sia dall’alto che frontale, l’impatto del progetto sembra “green” e leggero

2016, novembre: la giunta Gnassi approva il progetto esecutivo, che inventa il “velo d’acqua” al posto del fossato, condizionandolo a un “SE”. “Se si opterà … di (sic) allestire la grande Arena delle Arti … si propone di valorizzare parte dello spazio di connessione tra il teatro ed il castello tramite un impianto idraulico a raso che individua «velo d’acqua» … a richiamare l’antica pertinenza del fossato che circondava la rocca”

2016, dicembre: Gnassi incontra la stampa e illustra i rendering del progetto esecutivo. Non si vede né fossato né velo d’acqua, tutto sembra verde, leggero, senza cemento né mattoni

2017, gennaio: notizia: “il fossato di Castel Sismondo non sarà più scavato, come prevedeva il vecchio progetto della Fondazione Carim”, i soldi accantonati a suo tempo “sono stati utilizzati diversamente”

2017, estate: i lavori attorno alla rocca malatestiana si rivelano per quello che sono: plinti ed altre strutture in cemento, più alte ed ingombranti di quelle che si vedevano nei rendering; idem per i muri in mattoni in costruzione in questi giorni di settembre

MORALE DELLA FAVOLA: fare un domani il ripristino del fossato come prescritto dal PRG e voluto dalla città, significherebbe dover rimettere mano alle tonnellate di mattoni e cemento rovesciate in piazza Malatesta, fino in profondità, da Andrea “Calzinazz” Gnassi. Si chiama “raggiro”.

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