Fulgorazione bugiarda

Fulgorazione bugiarda

E' un falso storico, ma chissenefrega. Viva la bugia. Viva Fellini, viva il Fulgor. Piace quasi a tutti. E la Disneyland felliniana porterà anche presenze turistiche. Grazie Maestro. Ma grazie soprattutto al Maciste di palazzo Garampi. Albertone però irrompe alla festa con un furbetto "abbiamo".

E’ la nostra Cinecittà. E’ stata una prima da Oscar. L’inaugurazione del Fulgor spara Rimini sotto i riflettori internazionali, riaccende la voglia di cultura e segna il primo passo di una riqualificazione del centro nel segno del grande regista. Fulgorati dal Fulgor: non solo i riminesi che si sono accalcati per entrare nel “delirante bordello parigino” (copyright Mario Guaraldi), ma anche chi ha scritto la cronaca dell’evento che si può leggere oggi sui quotidiani locali. Se fosse stato inaugurato a dicembre per la Chiesa cattolica ci sarebbe stato qualche problema di concorrenza.

Nessuno gli riconosce un merito e allora Alberto Ravaioli decide di prenderselo andando in visita nell’irriconoscibile Fulgor accompagnato dalla moglie: «E’ il Fulgor che abbiamo sempre voluto e il risultato ottenuto conferma che abbiamo fatto bene a non mollare e ad andare avanti con il progetto, anche se è stata dura…» (riporta il Carlino). Abbiamo, abbiamo, abbiamo. Beccati questa, Andrea. Partecipare i meriti non è la cifra stilistica del Maciste all’inferno di palazzo Garampi che ha già ricreato un piccolo paradiso nel cuore di Rimini. Ma ci pensa l’Albertone a fare giustizia e a ricordare che, coi tempi biblici di Rimini, le comparse colorate e quelle in giacca e cravatta che si sono viste ieri gonfiare il petto davanti a telecamere e fotografi, sono figlie di un ciak partito negli anni ’90, col sindaco Giuseppe Chicchi, proseguito da lui e terminato da Gnassi (che, mica per niente, in anni molto lontani veniva battezzato la “botta di culo” della politica locale).

E’ un falso storico, ma chissenefrega. Viva la bugia. Non era forse un gran bugiardo il Maestro? Il Fulgor non c’entra nulla col Fulgor. Parola dell’Oscar della scenografia che l’ha così trasformato e che candidamente ammette: “mi sono voluto ispirare ai cinema americani degli anni ’20 e ’30. E’ come le sale di una volta negli Stati Uniti, dove potevi entrare e sederti e sentirti davvero al cinema. Poco importa se non è come quello originale. E in fondo Fellini viveva di sogni e di bugie… Giulietta (Masina) diceva sempre che Federico diventava rosso quando diceva la verità». Incontrandovi lungo il corso, stamattina, datevi dei bugiardi. E stringetevi la mano con affetto. In attesa di inaugurare un altro simulacro a poca distanza, il Teatro Galli. Il nuovo Fulgor Piero Meldini lo definisce “caricaturale”. Il figlio di Tonino Guerra, Andrea, dice che sarebbe piaciuto al padre “ma io se sono qui oggi è anche perché l’augurio è che questo sia un primo passo anche per collegare Fellini a Tonino Guerra, e Rimini a Santarcangelo, a Pennabilli e al Montefeltro” (Corriere di Rimini). Non esageriamo coi collegamenti e fila dritto verso il centro storico.

Porterà presenze turistiche, assicura Gnassi. E bisognerà attendere le prossime proiezioni (di arrivi e pernottamenti) per capire se si tratti di bugia oppure no.
E’ stata dura attendere oltre dieci anni per vedere riaperto il cinema di Amarcord. Anzi, solo ieri si è capito quanto sia stata dura. E questo ci aiuta a sopportare meglio i 20 anni di attesa per la nuova questura e il mezzo secolo di speranze sfumate per il ritorno in possesso dell’Anfiteatro romano.

C’era anche il ministro Franceschini alla festa di compleanno di F&F (Federico&Fulgor), che in un Amarcord politico dei giorni nostri dicono potrebbe recitare il ruolo dello zio Teo, non perché pazzo, per carità, ma perché… voglio fare le scarpe a Renziiiiiiiiiii.
Ha promesso altri 3 milioni di euro per il Museo Fellini, di cui non si sa ancora che tipo di spettacolo circense diventerà. In totale fanno 12,5 milioni, manco fosse il Cirque du Soleil. “Prima Rimini investiva solo sul turismo balneare”, ha detto, e magari fosse vero. Non si troverebbe il parco hotel da Amarcord. Ma viva le bugie. Bugie per tutti.

La prossima botta sarà per Castelsismondo. Dopo le vasche per pesci rossi all’esterno, arriverà il circo. Alcune aziende si sono già fatte avanti per realizzare attrazioni e giochi, per dare vita così a una sorta di Disneyland felliniana (Carlino). Faremo le scarpe a Macron. Disneyland Riminì. Altroché Paris.

Grazie Maestro. «Io so che devo tutto a Fellini», ha detto Ferretti. Non solo tu Dante, non solo tu. Abbiamo avuto una bella botta di culo quel 20 gennaio 1920. Il resto è bugia. Finzione. Racconto. W il Fulgor.

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