Giudici (Ncd): “Asl area vasta, la Romagna fa da cavia”

Giudici (Ncd): “Asl area vasta, la Romagna fa da cavia”

Eraldo Giudici è consigliere comunale a Rimini e candidato per Ncd e Udc alle prossime elezioni regionali. Quella che segue è una sua riflessione sul

Eraldo Giudici è consigliere comunale a Rimini e candidato per Ncd e Udc alle prossime elezioni regionali. Quella che segue è una sua riflessione sul futuro della sanità riminese e sull’Area Vasta Romagna, della serie: poche certezze e molte incognite.

Avevamo una sanità organizzata per area provinciale, quella di Rimini, che si è mantenuta in equilibrio di bilancio, e nel tempo è cresciuta sia come patrimonio edilizio, sia come numero e qualità di specialità sanitarie negli ospedali e sul territorio (naturalmente con luci ed ombre).
Per quale motivo si è voluta creare un’unica ASL Romagnola? Perché la Romagna funge da cavia per simili sperimentazioni?
Alcuni numeri:
1.124.896 residenti più i turisti
5.098 Kmq – 3.355 posti letto pubblici e 14.789 dipendenti
1.540 posti letto del privato accreditato – 15 ospedali + Istituto Oncologico Romagnolo
14 Case di cura
14.662.290 le prestazioni erogate/anno tra visite ed esami
Finanziamento pari a circa ¼ di tutto il finanziamento regionale (circa 2 miliardi di euro).

Dicono che si risparmierà e contemporaneamente si migliorerà in qualità ed efficienza!
Forse a qualcuno si allunga il naso!?
Una cosa è vera: più si allunga la catena di comando più aumenta la burocrazia! I primi segnali non sono affatto incoraggianti!

Fino ad oggi si è investito prevalentemente sull’Ospedale.
Sono stati ampliati in particolare l’Ospedale di Rimini e quello di Riccione (in specie i DEA, Dipartimento emergenza-urgenza) ed ora, dopo aver raggiunto un soddisfacente livello di assistenza, si è deciso di tornare indietro, di riadottare un modello di assistenza che privilegia il territorio con una spericolata inversione ad U.
In questi decenni si sono spesi milioni di Euro ed ora si decide di dare una bella smantellata e di spendere altri milioni per costruire il “reticolo” territoriale.

Alcune domande:

1) Ma sappiamo bene che cos’è questo progetto del “reticolo”? Sembra che l’ASL della Romagna sia un esperimento nazionale senza paragoni.

2) E degli edifici fin qui costruiti cosa ne facciamo, come “riempiamo” i nuovi locali?

3) E in attesa del potenziamento del “reticolo” sul territorio che tipo di assistenza avremo?

Di fatto si sta riducendo l’offerta ospedaliera (é noto che su 4 pensionamenti c’è una sola riassunzione) mentre, in attesa del nuovo atto aziendale, si rincorrono le voci di riduzione delle risorse per investimenti (ad esempio per il rinnovo delle attrezzature quando dei 5 milioni messi a bilancio nella vecchia ASL di Rimini pare che la stessa cifra dovrà sopperire alle necessità di tutta l’ASL di Romagna).
Nel documento programmatico della Regione Emilia-Romagna 2013-2015 (e da notare che siamo già a fine 2014) si prevede la costituzione di “Case della salute” e di “Ospedali di Comunità”, che sono posti letto territoriali gestiti da personale infermieristico con il supporto clinico fornito da Medici di Medicina generale, all’interno della “nuova visione” delle cosiddette “Cure Intermedie” dipartimentali.

4) Per caso s’intende chiudere Ospedali o Reparti ospedalieri per farne ospedali di Comunità senza supporti specialistici?

5) Se le “Case della salute” dovrebbero erogare assistenza primaria: dove trovare i fondi per costruirle od acquistarle? Come s’intendono attrezzare e con quali risorse? Saranno solo la sede di ambulatori dei medici di famiglia?

Se si vuole garantire una prima assistenza efficace, che sia anche da filtro ai ricoveri ospedalieri e di Pronto Soccorso, occorrerà attrezzarle con personale infermieristico, strumentazioni diagnostiche e naturalmente medici specialisti che le sappiano utilizzare, per supportare i medici di famiglia.

Le nostre proposte.

Distretti:

– Occorre mantenerne due, uno per Rimini ed uno per Riccione. Che non si cada nell’errore di puntare su un unico Distretto (sarebbero meno risorse e più burocrazia).

Per Novafeltria sono necessari:

– un’ambulanza medicalizzata (autista, infermiere e medico altamente specializzato) che stazioni nell’arco delle 24 ore sul posto, presidiando il territorio, in modo da trasferire all’ospedale di Rimini i casi veramente gravi ed urgenti.

Occorre mantenere:

– un Pronto Intervento per un’assistenza meno grave

– il reparto di Medicina generale per l’assistenza ai malati cronici ed anziani.

Cattolica e Riccione:

Cattolica e Riccione sono funzionalmente un unico Presidio Ospedaliero in due Comuni, che servono tutto l’entroterra più i turisti, e che non vanno depotenziati.

Hanno raggiunto un’alta qualità delle prestazioni (chirurgia della spalla, fisiopatologia della riproduzione, la chirurgia generale e Toracica), per cui queste Unità Operative non vanno smantellate (perché peraltro sono di riferimento per tutta la Regione ed oltre).

Il DEA e le terapie intensive di Rianimazione e Cardiologia lavorano a pieno ritmo e sono integrate con la medicina generale per i malati che necessitano di cure intensive e semintensive (ictus-postchirurgici, patologie respiratorie, SLA).

Servizio pubblico e privato convenzionato:

Al momento le Case di Cura private si stanno ampliando, ed attrezzando, investendo milioni di euro,
forse comprendendo che nel prossimo futuro l’offerta sanitaria pubblica diminuirà?

Ben vengano gli investimenti privati se l’offerta sanitaria migliora, in un sano rapporto di complementarietà, sussidiarietà e libertà di scelta a parità di spesa, fra servizi pubblici e quelli convenzionati, affinché non ci rimettano i cittadini, in particolare i meno abbienti.

Eraldo Giudici

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