Giudici: “Non consumare il territorio non può essere sinonimo di immobilismo”

Giudici: “Non consumare il territorio non può essere sinonimo di immobilismo”

Di fronte alla drammatica realtà del prolungarsi di una congiuntura economica negativa, che non da tregua, e che impone gravissimi disagi a larghe fas

Di fronte alla drammatica realtà del prolungarsi di una congiuntura economica negativa, che non da tregua, e che impone gravissimi disagi a larghe fasce di popolazione, come non riprendere l’intervento del 17 settembre scorso del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori a commento del Decreto Sblocca Italia che sottolinea come “il vero spread che divide l’Italia dal resto d’Europa è l’incolmabile distanza tra la cieca e autoreferenziale giurisprudenza legislativa”.

Sono assolutamente condivisibili le rimostranze dei professionisti del settore perché non aver varato un vero progetto di rigenerazione urbana sostenibile, che mettesse mano ad una moltitudine di edifici italiani, che possono cadere alla prima scossa, anche lieve, di terremoto, rappresenta “la pietra tombale per un settore, quello dell’edilizia, che ha già perso metà del suo fatturato”.

Ma anche nella nostra città si deve pur fare qualcosa, occorre un grande sforzo per rilanciare l’economia reale. I dati forniti da Unindustria anche qui, nel nostro territorio, sono gravissimi, dall’inizio della crisi nel 2008 ad oggi: aziende in calo del 47,58% lavoratori del – 51,18% e ore lavorate del 57,17%.

Condividiamo l’appello delle imprese riminesi che riecheggia sulla stampa locale, volto a sbloccare strumenti urbanistici (Psc e Rue) che avevamo contrastato aspramente a suo tempo, perché è comunque ineludibile che occorrano “norme chiare per la rigenerazione urbana “.

D’accordo sul non consumare più il territorio, e nel non chiedere nuove aree per l’edilizia, ma occorrono norme chiare ed incentivi per poter procedere ad una rigenerazione urbana eco-compatibile, occorre dotare la città di coerenti strumenti urbanistici.

Pertanto vogliamo capire il passo in corso, se dalle analisi prodotte dalle attività del Piano Strategico ne sta conseguendo qualcosa di utile per la nostra comunità.
Occorre dare il via a grandi progetti che potranno partire solo nel momento in cui ci sarà certezza dei doverosi ritorni per chi investe.

Dopo una stagione disastrosa, mentre il tessuto sociale pare decadere ed imbarbarirsi ogni giorno di più, non ritiene di coinvolgere tutto il Consiglio Comunale in un programma di rigenerazione urbana, verrebbe da dire di salute pubblica?

Ci mostri il suo progetto politico di rilancio del territorio riminese, di cui presto porterà, a livello provinciale, una responsabilità ancor più grande, un progetto che abbia non solo i colori e i “baluginii” dell’effimero ma, piuttosto, che sia capace di tenere desta la speranza nella nostra comunità!

Le chiedo cosa sta facendo per rigenerare Rimini, per riprogettare i nostri territori, per salvare il nostro centro storico prima che un’assenza di visione strategica e una burocrazia ottusa annichiliscano ogni retaggio della nostra tradizione fatta di accoglienza e di calda umanità.

Che ne è del lavoro del Piano Strategico, che doveva essere patrimonio di tutta la città? Non ritiene sia il caso di parteciparne le sorti al Consiglio Comunale?

Che ne è del Piano Strutturale e del Rue e della riqualificazione della nostra linea di costa, che si sarebbe dovuta perseguire con una Variante alberghi ormai d’annata e delle fantastiche migrazioni di diritti edificatori i cosiddetti “ mattoni volanti”?

Eraldo Giudici, Consigliere Comunale NCD

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