Giulio Cesare è molto scocciato

Qualche tempo fa la concezione della storia e cultura cittadina, partorì lo spot della romanità riminese. Dimenticato che fu l’Anfiteatro, di cui era fastidioso solo parlarne, in quell’occasione fu creato il “Visitor Center Caput Viarum” nell’antica chiesetta di S. Maria ad Nives. Qualcuno pensò a quei Visitors della nota serie televisiva americana, ma non era così, bensì il solito vezzo istituzionale di titolare in modo esotico ogni iniziativa, non accontentandosi di un semplice “Centro per Visitatori” e affibbiandogli così un nome anglo-latinorum.
Poi la romanità locale si manifestò con l’assalto al Ponte di Tiberio e non solo, perché pure Giulio Cesare non gode di grande favore.
Guardando la base in cui la statua poggia i piedi, si nota un avanzato stato di distacco della lamina bronzea tamponato, alla bell’e meglio da una pietosa anonima mano, con nastro adesivo da pacchi; l’autore di ciò lo ha fatto con diligenza dato che ne ha usato uno trasparente. Ora viene spontaneo domandarsi come sia possibile che, nel fiume di denaro che l’Amministrazione sta spendendo qua e là, non si possa destinare una piccola somma per quel piccolo restauro.
E dire che proprio quella statua la si deve ad un riminese scomparso che tanto fece per la città, e con l’accordo dell’Amministrazione di quel tempo che, al netto dei Civici, aveva lo stesso colore politico di quella di oggi.
Sembra quindi che ci sia una specie di fastidio, nei confronti dei grandi personaggi storici che in qualche modo hanno lasciato un segno a Rimini. Quasi una rivalità per chi oggi vuole assurgere a tanto. Prima per Pandolfo Malatesta sfrattato dalla sua Rocca, e fatto oggetto di tristi celebrazioni per il 600° anniversario della nascita. Poi con Giulio Cesare scocciato, nel senso di essere stato trattato con scotch adesivo, ma anche nel senso di participio passato di scocciare (contrariato, infastidito, seccato, urtato) visto il trattamento riservatogli.