Giuseppe Chicchi: “Rimini è una città ricca che produce cose effimere”

Giuseppe Chicchi: “Rimini è una città ricca che produce cose effimere”

L'ex sindaco si schiera con Mdp e disegna una vision opposta a quella di Gnassi.

L’incendio di Castelsismondo per il centenario? Un falso storico e soldi buttati. La Molo? Vorrei conoscere i costi pubblici veri. L’unica cosa solida che vedo in giro sul versante pubblico è la Fiera. Pizzolante? Orizzonti ideali incerti. A cosa punta Mdp? Welfare, investimenti, lavoro. Cerchiamo fra la gente la forza per condizionare il PD e riportarlo alle sue origini di forza unificante su un programma avanzato.

Il 3 luglio a Rimini sarà formalizzata con una assemblea pubblica la nascita del Comitato “Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista” alla presenza di Roberto Speranza. Nel coordinamento (provvisorio) di Mdp c’è anche l’ex sindaco Giuseppe Chicchi. Un nome che non passa inosservato e una sensibilità politica che ancor meno passa inosservata perché, come leggerete in questa intervista, disegna priorità e una visione di sviluppo per Rimini che non si incrociano con quelle del sindaco Gnassi (e a livello nazionale col Pd renziano).

Non si è stancato di fare politica? Da dove nasce la voglia di cominciare un’altra avventura, quella di Mdp?
Non ho mai smesso di fare politica, l’ho fatto con altri mezzi, per esempio scrivendo romanzetti che, per quanto banali siano, contengono sempre un nucleo di pensiero politico che intendo trasmettere a quelle sette od otto persone che mi leggono. Poi ci sono le sensazioni e la sensazione che provo oggi è quella di pericolo, quello che Bersani chiama “la mucca nel corridoio”, qualcosa che si avvicina e mette in pericolo gli equilibri della nostra democrazia. Quindi è meglio tornare per strada.

Crede veramente che un soggetto di sinistra come Mdp possa avere uno spazio d’azione a Rimini, in una città saldamente in pugno ad Andrea Gnassi? Chi volete effettivamente rappresentare e quale “peso” sperate di ottenere?
Il problema non è Gnassi, sono sicuro che anche lui si sta ponendo domande impegnative. Il renzismo è come una sbornia, prima o poi passa e ci troviamo di fronte alla realtà; la realtà è, come dice Franceschini, che qualcosa si è rotto nel rapporto fra il PD e l’Italia. Il 3 luglio, in occasione dell’incontro con Roberto Speranza, leggeremo un documento di principi nel quale diciamo che, sulla base del seguito che avremo, intendiamo orientare le giunte di centrosinistra verso tre temi centrali: welfare, investimenti, lavoro. Dietro queste tre parolette c’è un popolo che vogliamo rappresentare. Il Presidente della nostra Regione, è stato eletto con una partecipazione al voto che non arriva al 40%, egli quindi governa rappresentando circa la metà del 40%. Questa si chiama crisi di rappresentanza. Poi si dirà: chi non va a votare ha sempre torto. Giusto, ma dovremo pur chiederci chi sono e dove vanno quei cittadini che non votano più, quale evoluzione avrà quella società che non sente il bisogno della democrazia rappresentativa?

Un’ultima domanda sul nuovo movimento che ufficializzerete sul territorio fra qualche giorno: come se la passa oggi Rimini vista da sinistra? Se lei dovesse scrivere il programma di governo di Mdp per questa città, su quali punti salienti lo incentrerebbe?
Come se la passa Rimini? E’ una delle principali destinazioni turistiche d’Europa, si è anche destagionalizzata trovando, almeno in parte, un equilibrio. Città ricca, dunque, ma dove finisce il denaro? E mentre il denaro scorre, cosa si consolida sul territorio, cosa diventa “permanente”? Non apro neppure argomenti come la Cassa di Risparmio o l’aeroporto. Una città ricca che produce cose effimere e precarie. L’unica cosa solida che vedo in giro sul versante pubblico è la Fiera, anche se per sostenerla si è fatto ricorso all’odiato “mattone”.
Poi c’è il capitolo “welfare”: la domanda sociale cresce mentre l’offerta pubblica resta ferma o addirittura diminuisce. Ciò è particolarmente grave in Emilia Romagna che ha fatto della protezione sociale la sua storica bandiera. Credo che un “welfare di comunità”, al livello del suolo, possa dare qualche risposta.
Neanche un soldo nell’effimero, chi lo vuole se lo paghi. L’incendio di Castelsismondo per il centenario? Un falso storico e soldi buttati. Il Molo street? Vorrei conoscere i costi pubblici veri (sicurezza, polizia, pronto soccorso, Hera, ecc.). Tutto sugli investimenti per rafforzare l’efficienza del nostro sistema territoriale, perché è lì che si vincono le sfide competitive, ed è lì che si crea quel lavoro che oggi non c’è. I due milioni di voucher spesi a Rimini nel 2016 non sono lavoro, sono precarietà.

Che valutazione dà del risultato elettorale, della disastrosa débâcle del Pd a livello nazionale e locale? Perché il Pd ha perso quasi ovunque, anche in Emilia Romagna?
In questi giorni si dice che le difficoltà del PD derivano dal suo leader. E’ un leader che divide invece di unire e chi divide, perde. A me piace mettere l’accento su un altro aspetto: quelli che gli stanno attorno non per convenienza ma per convinzione, gente come Fassino, Minniti, Padoan, Franceschini, sono capaci di metterlo in un angolo e parlargli chiaro?
Un esempio: quanto ha speso l’Italia nei “bonus” di Renzi? Gli 80 euro quanto sono costati? Certo, per chi arriva a fatica a 1000 euro al mese sono importanti, ma se quei miliardi li avessimo messi su una campagna per l’antisismica nel paese, quanto lavoro e quanti salari avremmo prodotto? Non c’è nulla di rivoluzionario in questo, è quello che fece Roosevelt nel 1933 con la Tennessee Valley nel cuore della Grande Depressione. L’antica consuetudine del “panem et circenses” nel tempo medio non paga.
Noi sappiamo che per governare l’Italia il PD è indispensabile, cerchiamo fra la gente la forza per condizionare il PD e riportarlo alle sue origini di forza unificante su un programma avanzato.

Patto Civico dopo l’esito del voto a Riccione va all’attacco del Pd: come giudica il progetto Pizzolante, che avrebbe voluto esportare il “successo” di Rimini e invece si è fermato al Marano?
Sergio Pizzolante è un politico intelligente e scaltro, ma i suoi orizzonti ideali sono incerti. Venti anni fa era di sinistra, poi di destra, poi di centro destra. A Rimini, in una situazione non necessitata, è poi approdato al centrosinistra. Finisce che la gente si chiede dove vuole davvero avere casa. Comunque a Rimini ha ottenuto un buon risultato, anche superiore alle previsioni.

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