Gli applausi di Mogol per il gruppo riminese Swingeneris

Gli applausi di Mogol per il gruppo riminese Swingeneris

Seduto fra il pubblico ad ascoltarli al Castello di Pietrarubbia c'era il mitico Giulio Rapetti. E quando il gruppo strumentale e musicale diretto da Daniele Donati ha eseguito due brani molto cari al maestro, in lui è scattata l'emozione, ma anche gli applausi e tre ripetuti "bravi!".

Chi l’avrebbe mai pensato di poter cantare davanti a quel mostro sacro che è Mogol due delle sue canzoni, mixate insieme, ricevendo alla fine di questa breve esecuzione il suo applauso e la sua esclamazione: “Bravi!”. E’ accaduto a inizio settembre nel Castello di Pietrarubbia nelle vicinanze della Carpegna agli Swingeneris, un gruppo vocale e strumentale di Rimini animato e diretto da Daniele Donati che nella vita fa tutt’altro (è informatico) ma quando imbraccia la chitarra è capace di trascinare tutti a cantare con lui, da Caramba beviamo del whisky a canzoni religiose e popolari, da Lui m’ha dato a De Andrè, da Battisti ai Ricchi e Poveri. Senza contare che Daniele ha composto o arrangiato lui stesso alcuni brani. Tra questi citiamo la musica dell’inno alla carità di San Paolo che ha cantato per il funerale del padre Aulo, un medico di famiglia piuttosto conosciuto a Rimini ma anche, di stile diverso e molto divertenti, tipo Orlando da Montegridolfo. Difficile ricordarli tutti ma, se siete curiosi, potete andare a spulciare sul suo sito (donatialoque).

Mogol al Castello di Pietrarubbia (foto di Marco Frisoni)

Andiamo però con ordine. La Regione Marche per valorizzare uno dei suoi territori più belli e ricchi di storia aveva invitato al Castello di Pietrarubbia appunto Giulio Rapetti, il mitico Mogol, che ha scritto canzoni per un elenco sterminato di tutti i più grandi interpreti della musica italiana ma che, in particolare ha avuto un travolgente e fortunato sodalizio con Lucio Battisti, sodalizio artistico e umano durato fino a quando Battisti (che in quel periodo soggiornava a Rimini, dove aveva sposato Grazia Letizia Veronese, in un residence a Marina vicino al porto) si rivolse ad un altro compositore forse per battere altre strade e stili. Perdonate un personalissimo ricordo: fu nei primi anni ’80 che in una ventosa e fredda mattinata invernale, mentre ero a passeggio in spiaggia con una cara amica, quando si stagliò davanti ai nostri occhi una figura in muta che andò in acqua alle prese col windsurf. La mia amica disse: “Guarda quello come assomiglia a Battisti”. Pochi metri più avanti ci accorgemmo che era veramente lui, quando ad un nostro cenno di saluto lui rispose con un “Ciao ragazzi!”

Facciamo ora un salto in avanti, quando Mogol ha scritto l’Arcobaleno, cantata da Celentano con la musica composta da Gianni Bella, che solo in Italia ha venduto circa 2 milioni di copie (l’album dov’era inserita s’intitolava Io non so parlar d’amore e uscì il 6 maggio 1999). La storia della nascita di questa canzone ha del rocambolesco a detta dello stesso autore: è nata di getto nell’automobile mentre Mogol (che scrive sempre dopo aver ascoltato la musica, non prima) sentiva il nastro della composizione di Gianni Bella, durante i 20 minuti del percorso autostradale tra Milano e Lodi.

Il gruppo vocale e strumentale Swingeneris al concerto tenuto a Misano mare il 13 agosto (foto di Moreno Poggiali)

Mogol ha ripetuto questa storia qualche sera fa dopo avere sentito l’interpretazione degli Swingeneris a Pietrarubbia. Ora, non per fare uno sgarbo ai miei cari amici degli Swingeneris, ma l’emozione del maestro era forse riferita anche al ricordo del come nacque quella canzone forse più ancora che alla loro esecuzione. Ma non è proprio così e cercherò di spiegarne il perché. Intanto però torniamo un attimo all’Arcobaleno perché Mogol dice che in quella canzone è lo stesso Battisti che si rivolge a lui dal cielo dicendogli quelle meravigliose parole. A chiunque ora stia leggendo, consiglio di andare a risentirla perché io mi emoziono solo al ricordo, figuriamoci a riproporne il testo per intero. Che tuttavia nel finale dice: “Mi manchi tanto amico caro davvero e tante cose sono rimaste da dire. Ascolta sempre solo musica vera e cerca sempre se puoi di capire…” “Il mio discorso più bello e più denso esprime con il silenzio il suo senso”. Si è ricamato e favoleggiato tanto sulla supposta rottura tra Battisti e Mogol: ditemi voi se queste parole dettate, grazie a Dio, dall’aldilà possono confermare una simile interpretazione… Ma per non fare un torto agli Swingeneris dicevo, la commozione del maestro era riferita anche al fatto che il gruppo riminese che lo ha piacevolmente sorpreso, ha mixato l’Arcobaleno con una canzone di Mogol del 1971: Anche per te, una canzone che descrive la vita di tre donne: una suora, una prostituta e una ragazza madre. Il cantante immagina di voler morire (“Vorrei morire ed io morir non so”) per queste donne come dice san Paolo nella lettera ai Filippesi: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stessa per lei”. Ovviamente il cantante non può farlo poiché si tratta di figure femminili astratte o forse no, tuttavia “resta lì a donare i suoi pensieri” e a pregare Dio perché aiuti quelle donne (“a darle quel che ieri avrei affidato al vento cercando di raggiungere chi, al vento avrebbe detto sì”). Anche questa canzone è meravigliosa e forse Daniele Donati e company hanno pensato, mixandola con Arcobaleno, che questa potesse essere il contenuto del dialogo e una sorta di risposta di Mogol a Battisti. Insomma la serata di Pietrarubbia con l’omaggio degli Swingeneris (il gruppo schierava solo alcuni cantanti e strumentisti: tra le donne Elisabetta Bellini, Cinzia Piccioni e Rosanna Lidoni, tra gli uomini Marco Frisoni, Giuliano Zavattini e Daniele Donati, Marco Fantini, Ascanio Donati e Anacleto Gambarara) a Mogol è stato un momento semplice ma intenso e di una commozione straordinaria.

Infine un altro ricordo personale sempre riferito al gruppo riminese nel quale per qualche anno ho cantato anch’io, indebitamente forse… Gli Swingeneris fin dal loro esordio hanno proposto e riproposto musica d’autore, popolare e cantautorale sui generis (da qui deriva il nome), mixando anche più canzoni nello stesso brano. Il primo maggio 2012 a Perugia fecero un concerto dedicato a circa una dozzina di suore di clausura al monastero delle clarisse di Sant’Agnese e nel quale ancor oggi è presente anche la riminese suor Maria Chiara Cavalli. Visto il luogo, il repertorio del concerto fu in gran parte dedicato a musica popolare e religiosa. Ma con un’eccezione: proprio il mix Arcobaleno e Anche per te. Ebbene, a conclusione del concerto, le suore stesse come bis chiesero non l’Ave Maria e altri brani di Chieffo che pure furono proposti, ma proprio l’Arcobaleno e Anche per te. Un fantastico e inaspettato imprevisto.

Qui il video degli Swingeneris a Pietrarubbia: lo segnaliamo nonostante la bassa qualità della registrazione, perché ci sono alcuni “inserimenti” di Mogol molto significativi. Sul sito degli Swingeneris tutte le informazioni e l’elenco completo dei componenti

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