Gli scheletri di via Rossa

Gli scheletri di via Rossa

L'edera tenta pietosamente di ricoprire le spoglie dei due palazzi.

La cronaca nera ricorda via Rossa come il luogo in cui accadde un feroce crimine: l’omicidio di Giuseppe Torturro. E’ un delitto passionale. Siamo nel lontano 1981.

Oggi, in via Rossa niente più sangue, ma due scheletri di cemento; rappresentano la morte di un’impresa. Una delle tante. Rimini non è diversa dal resto d’Italia. Un numero spropositato di aziende del settore edilizio soccombe sotto le sciabolate della crisi. Il passaggio successivo è inevitabile. Il tribunale decreta il fallimento della società che sta edificando le due palazzine.

Tutto fa supporre che le costruzioni non abbiano avuto acquirenti in fase d’asta. Risultato?
Gli scheletri rimarranno là, inchiodati a terra per chissà quanto tempo ancora. Nel frattempo, l’edera tenta pietosamente di ricoprire le spoglie dei due palazzi. La gru, incombe tuttora sulla scena del delitto. E anche sulle case circostanti.

Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it

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